“Una zuppa di sasso”

Per addormentarsi la sera a volte è bello scoprire libri nuovi, magari appena arrivati o che si vedevano lì sulla libreria in attesa che arrivasse…l’età. Spesso però, forse più spesso, ci piace essere accompagnati dai libri o dagli autori che più amiamo, nella certezza di qualcosa di noto che ci darà piacere riascoltare anche se sarà l’ennesima volta.

Stasera è proprio questo il caso, un classicissimo: Una zuppa di sasso di Anais Vaugelade edito da Babalibri in varie edizioni e forme dal 2001 e intramontabile.

La ricetta della zuppa di sasso è, tutto sommato, la ricetta di un buon albo per bambini:

prendete un lupo (anche se vecchio e senza denti va bene? Sì, si può fare!)
metteteci una notte fredda e buia
un villaggio di animali con i camini accesi pronti a scaldarti
una gallina
un maiale
un cavallo
un’oca
una pecora
una capra
un cane
un fuoco attorno a cui scalarsi in attesa che la zuppa si cucini (già perchè gli animali non sono stati mangiati dal lupo, d’altra parte era vecchio e senza denti! Bensì tutti si sono prodigati per dargli ospitalità alla faccia di ogni pregiudizio e rendere la zuppa di sasso proposta dal lupo più gustosa con ogni tipo di verdura possibile).

Quella che poteva essere una strage di animali è diventata una cena in compagnia, tutti si raccontano storielle e “l’oca chiede al lupo di raccontare qualcuna delle sue terribili storie, per conoscere il suo punto di vista”!!!! (grande lezione, detto tra parentesi, un’oca che si interessa al punto di vista del lupo!).

Il lupo versa zuppa per ben tre volte in ciascun piatto, poi si rende conto che il suo sasso (che è un vero sasso), chissà come mai, non si è ancora cotto e chiede il permesso di riprenderselo per continuare a cucinarlo la sera successiva. Poi, con grande dispiacere di tutti, se ne va

“Tornerai presto?” chiede l’oca.
Il lupo non risponde.
Ma non credo sia mai ritornato.

“Perché non torna?” Tutti i bambini, e tutti gli adulti si domandano. Il capolavoro di questo libro, secondo me, è il finale aperto (l’ultima pagina non ha parole ma si vede il lupo che bussa – supponiamo la sera successiva – alla porta di un tacchino…): se sappiamo, perché l’autore con l’illustrazione ce lo racconta, che la storia si ripeterà ogni sera in un altro villaggio, perché il lupo non torna mai sui propri passi?

1) Perché non vuole….tornare sul luogo del delitto, ovvero dopo che gli animali hanno avuto il tempo di capire che sono stati presi in giro con la storia del sasso. Ma se fosse così forse potremmo tranquillizzarlo, povero vecchio lupo, la serata in amicizia che ha dato loro l’occasione di fare, forse ha più valore dell’inganno…

2) Perché si vergogna per averli presi in giro, ma evidentemente la vergogna non regge tanto da impedirgli di farlo e rifarlo benché ogni volta in villaggi diversi.

3) Perché il sasso è come…la storia della buona notte di Sherazade, gli allunga la vita…

A voi e ai vostri bambini la scelta!

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