“La creazione” di Dino Buzzati

In principio Dio creò il cielo e la terra. (Genesi 1)

Siamo sicuri? E l’universo in cui la terra segue la propria orbita imperterrita nonostante qualche variazione dell’inclinazione dell’asse, quando è stato creato? Rabbini e esponenti di tutte le religioni immagino diano la loro spiegazione, ma anche qualcun’altro ci ha provato, in modo direi altrettanto fantasioso e con un racconto sorprendente, metaforico e surreale com’è nel suo stile: Dino Buzzati!

No, non avete sbagliato blog, mi occupo sempre di libri per bambini e ragazzi!
Aaaa! Bene, Dino Buzzati ha scritto racconti per bambini?
Beh, sì ma non si tratta di questo…
E allora?
E allora qualcuno ha pensato ugualmente di farne un albo illustrato per ragazzi con la genialità grafica e editoriale che solo Orecchio Acerbo sa avere e con la bellezza delle illustrazioni di Gerda Martens anche lei, per la prima volta come il racconto dello scrittore italiano, prestata all’illustrazione per l’infanzia.

Allora riprendo dall’inizio.
La creazione ci racconta quello che già conosciamo ma…prendendolo da prima, da quando cioè Dio ha compiuto la sua opera con stelle, pianeti, universi ecc. e uno spirito architetto se ne esce con un’idea balzana: il mondo.
Ma il Massimo fattore, nonostante la benevolenza dice allo spirito architetto: ” Ha l’aria di voler essere un pianeta, mi pare, come ne abbiamo già fatti miliardi e miliardi. C’è proprio bisogno di farne ancora uno, e di misure così modeste per giunta?”
Sì, ce n’è proprio bisogno perchè “date le premesse, su quel minuscolo globo si sarebbe verificato un curiosissimo e divertente fenomeno: la vita.
Nella sua infinita bontà e comprensione il Signore, che sa già tutto in partenza ma è talmente “democratico” da voler riconoscere anche al più piccolo spiritello la soddisfazione di presentargli il proprio pensiero e la propria invenzione, accetta non solo di fare un altro piccolo sforzo di creazione per il Mondo ma di accogliere schiere di piccoli spiriti ciascuno desideroso di mostrare la propria invenzione: c’è chi porta disegni e progetti a grandezza naturale di dinosauri, di coleotteri, di microbi, di ogni specie animale e vegetale che sia passata sulla Terra (le tavole di queste “sfilate” di progetti sono bellissime). Nonostante la infinita bontà e comprensione del Signore però alcuni progetti vengono respinti: il drago a dieci teste, per esempio, opera di un gigione genialoide, e l’homo sapiens.
Ora, però, se tutti sappiano che in effetti i draghi a più di 10 teste (e a dire la verita nemmeno quelli a una) sono mai esistiti, a tutti ci tocca di constatare che l’homo sapiens c’è e come!
Ecco cosa accadde. lo spirito (diabolico quanto basta tanto nella espressione che nella capigliatura) noioso e petulante che ha immaginato l’uomo e la donna vide respinto il proprio progetto innanzitutto perchè si trattava di “animali dall’aspetto decisamente sgradevole”, ma vi riporto l’intero colloqui tra Dio e il noioso perchè  una pagina bellissima!

L’onnipotente getto un’occhiata.
“Bello, non lo direi” osservò, addolcendo con l’amabilità del tono la durezza della sentenza “ma forse presenta qualche utilità particolare”.
“Sì, o Signore” confermò il noioso. “Si tratta, modestia a parte, di un’invenzione formidabile. […] a parte le fattezze esteriori, che ammetto siano discutibili, io ho cercato di fari, in certo qual modo, se mi è perdonato l’ardire, a somiglianza di te, o Eccelso. Sarà, in tutto il creato, l’unico essere dotato di ragione, l’unico che potrà rendersi conto della sua esistenza, l’unico che ti saprà adorare. in tuo onore erigerà templigrandiosi e combatterà guerre sanguinosissime”.
“Ahi ahi! Un intellettuale, vuoi dire?” fece l’Onnipotente. “Da’ retta a me, figliolo. Alla larga dagli intellettuali. L’universo ne è esente, per fortuna, finora. […] Mi compiaccio della tua bravura. Sarà anzi lieto di darti una medaglia. ma mi sembra prudente rinunciare. Questo tipo, se appena gli dessi un po’ di corda, sarrebbe capace, un giorno o l’altro, di combinarmi l’anima dei guai. No, no, lasciamo perdere!”

Caspita, per poco pochissimo non esistevamo nemmeno! Bastava tanto così e quella specie di diavolo noioso, mellifluo e supponente non l’avrebbe avuta vinta. ma si sa, il diavolo, non so se così davvero l’ha immaginato l’illustratrice ma a me fa venire in mente questo, è il più bello e più intelligente degli angeli. Quello che sfida Dio. E non vi sembra in effetti sufficiente per essere perennemente spediti all’inferno l’aver immaginato una creatura intellettuale (benché del tutto irrazionale checché se ne dica)  per di più fatta a immagine e somiglianza dell’Eccelso?

Ad ogni modo la bontà di Dio deve essere davvero molto grande, e poi forse anche lui, come ogni genitore quando sta per addormentarsi diventa più accondiscendente, purché lo si lasci in pace… Scendeva la notte, tutti se ne vanno dopo la splendida serata, tutti meno uno. Il noioso! Pur di toglierselo dai piedi Dio con un rassegnato “Da’ qua” afferra il progetto e….quello che avvenne lo sappiamo tutti.

Che fossimo creature in buona parte diaboliche si poteva ben dirlo, la parte noiosa mi ha più stupito. Ma pensandoci bene forse è proprio l’essere noiosi che rende gli uomini davvero un pessimo affare per il creato! Sempre così concentrati su di sé da aver perso la capacità di concedersi il tempo per osservare le meraviglie fatte dagli spiriti architetti ben prima che qualcuno decidesse di insufflargli la vita!

Metaforico all’ennesima potenza, di un’ironia che le illustrazioni rendono ancora più sottile, questo racconto di Buzzati, che non conoscevo, mi pare trovi nuova vita (visto che è anche escluso dai tomi dei Meridiani Mondadori che raccolgono l’opera buzzattiano – d’altra parte non si tratta di edizioni critiche) un questo bellissimo ed elegante albo illustrato arricchito anche da un poster della tavola principale in cui il noioso è all’opera per ultimare il suo pericolosissimo progetto.

Quante letture si potrebbero dare di un testo del genere? Basta dare un occhio alla postfazione di Goffredo Fofi per tentarne mille interpretazioni critiche ma questo decisamente non mi interessa in questa sede. Mi interessa invece notare che questo formato può in modo decisamente efficace far avvicinare questo tipo di racconti ai ragazzi. L’unione di illustrazioni e parole è indubbiamente vincente in questo senso e in più la scelta di proporre nella collana “Lampi light”di cui La creazione fa parte racconti poco noti o addirittura ormai introvabili di grandi autori fa di questa scelta editoriale innovativa e di grande qualità anche un prezioso bacino di belle scoperte letterarie.

E fu così che Adamo ed Eva (o forse Lilith, non lo sappiamo) si adentrarono nel paradiso terrestre tra l’erba alta ed ogni genere di meraviglia animale, nudi ma con la capigliatura perfettamente ordinata come nelle parrucche settecentesche, solo più corta, e la parola “FINE” compare inesorabilmente sulle mele dell’albero in fondo al campo. A segnare la fine dell’albo, del racconto e chissà anche di cos’altro assai più importante!

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