“L’inconnu”

Le Editions notari rappresentano una delle eccellenze dell’editoria oltralpe. Quest’anno compiono i primi 10 anni e a quello che pubblicano è sempre bene dedicare qualche attenzione nell’attesa che qualche titolo arrivi in Italia.

È il caso di un albo speciale illustrato da una persona a cui teste fiorite è molto legata: Daniela Iride Murgia che in soli 5 anni dall’inizio della sua carriera di illustratice di albi illustrati ci sta regalando libri importanti.

L’inconnu in qualche modo rielabora in forma diversa il tema del Lattesaquesta volta declinato non nel senso del desiderio e della verde speranza, bensì della conoscenza, dell’esercizio della curiosità coraggiosa.

Come ci ha raccontato Daniela nel corso del suo workshop tenuto in Querini per questo albo aveva creato non solo il testo iconografico ma anche quello della narrazione, in sede di editing invece si è preferito dare al racconto una forma diversa e Luca Tortolini è stato incaricato, con un risultato eccellente, di dare alle tavole della Murgia la forma di un racconto adatto anche ai più piccoli. Un albo 0/99 per delicatezza e poesia.

Il cervo dalle corna ornate che ci appare in copertina è uno degli animali meravigliosi e antropomorfi che attraversano il testo, ciascuno dal proprio punto di vista, tutti che si interrogano sulla stessa cosa: chi o cosa è quella creatura che grida così forte che è stata avvistata tra i rami?

 

 

 

Creature sempre più delicate, eleganti, armoniose si susseguono raccontando quando e come hanno intravisto o sentito lo sconosciuto per la prima volta… Tutti tranne la lumaca che fa conto di arrivare sul posto tra qualche ora ma che dal suo essere si affretta lentamente a raggiungere il luogo dell’avvistamento!

La tavola più bella è per me quella della “foto collettiva” di tutti gli animali (tutti?…mmm mi sa che ne manca uno…) che guardano “dritto in camera” per affrontare coraggiosamente il rumoroso e a tratti puzzelente sconosciuto.

La giraffa scorciata di faccia è impagabile, così come la lumaca che festina lente arriva sul luogo collettivo quando ormai la scoperta si è svelata, nel risgurado finale dell’albo!

Sono giorni che ci penso, vorrei mostrarvi per intero questo libro che in Italia non è ancora edito, ma vorrei che lo fosse, poi però mi sono ricordata di un bellissimo post di Anna Castagnoli che spiegava perfettamente un albo mostrandolo tutto: beh, in  quell’occasione la mia anima di critica ne è stata felice, quella di lettrice un po’ meno, quella che cerca di entrare in empatia col prossimo (autore e illustratore in questo caso) si è sentita un po’ tradita.
Quindi ho deciso: no, chi è lo sconosciuto non ve lo dico né ve lo mostro siete liberi di congetture.
 Il libro comunque dovrebbe essere in vendita sul sito della casa editrice.

Il testo di Luca Tortolini, non so se e quanto diverso da quello immaginato da Daniela Murgia, usa un linguaggio e un modo di dipanare indizi nel racconto che asseconda molto bene il senso profondo dell’albo. La cura della curiosità, la cura dell’attesa rivolta alla scoperta.

E in questo senso mi pare che l’albo sia metanarrativo: il testo ci conduce pagina dopo pagina a raccogliere indizi e formulare congetture nell’attesa un po’ impaziente di svelare il mistero esattamente come sta tebtando di fare la narrazione in corso.
Immaginate in bambino anche molto piccolo che prova la scoperta della prima volta e poi itera il piacere della conferma della propria scoperta, lettura dopo lettura!
Sì, forse, pensandoci, questo albo è perfetto per i piccoli piccoli e gli adulti che con l’effetto ritardato dallo sfogliare le pagine hanno una possibilità di ricordarsi e riscoprire l’essenza dell’infanzia.

Mi auguro e vi auguro di riuscirci, magari fatevi accompagnare da un bambino e lasciatevi guidare!

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