“Due fiabe” di Roald Dahl. Lunedì di Dahl

E’ lunedì?
Buon centenario di Roal Dahl con Adolfina de Marco che questa settimana torna nei meandri dei racconti meno noti del grande scrittore.
Two fables, pubblicato in Inghilterra nel 1986 fu pubblicato i Italia dai tipi Salani nel 1986 con il titolo Due racconti e con un’insolita cover bicromatica autografata da Blake, poi riedito una decina d’anni più tardi con il miglior titolo Due fiabe.

 

Si tratta di due favole che raccontano il valore della Bellezza e della Bruttezza e del Potere e di come queste tre dimensioni esercitino una straordinaria influenza sugli uomini, migliorando o peggiorando le loro inclinazioni.

Nel primo racconto dal titolo La principessa e il bracconiere, viene narrata la storia di Hengist, un ragazzotto dall’aspetto orripilante che faceva rabbrividire le ragazze. Per calmare le sue angosce aveva trovato nella natura una dimora confortevole per il suo vivere quotidiano. Il suo stile di vita “selvaggio” gli insegnò l’arte della caccia di frodo che eseguiva con grande abilità nelle proprietà del re.
Durante un appostamento di caccia salvò la principessa dall’attacco di un cinghiale e il re, come ricompensa, gli offrì il privilegio di rimanere a corte e di accoppiarsi con qualsiasi femmina del regno che gli andasse a genio. Hengist, consapevole dell’immenso potere che gli era stato conferito, cominciò a non provare più alcun desiderio e trovandosi di fronte al re e alla principessa, confessò che quel “dono” non lo faceva star bene con gli altri perché non si sentiva ben voluto. Fu così che Hengist scoprì che l’unica persona che lo amava profondamente era proprio la principessa.

Il secondo racconto, La principessa Mammalia, è la storia di una metamorfosi; in una sola notte, Mammalia da ragazzina goffa e tozza diventa una creatura dotata di virtù rare che la rendono splendente. Consapevole del proprio potere cominciò ad esercitarlo sugli uomini a tal punto da maltrattarli e da voler spodestare il padre.
Con l’inganno il padre travestito da mendicante le suggerisce come abbattere un avversario; e Mammalia, che non vedeva l’ora di prendere il posto del padre, diede disposizioni per la festa del suo diciottesimo compleanno nel quale prevedeva di uccidere proprio il re suo padre come suggeritogli dal falso mendicante. Ma egli, che era dalla parte del giusto, fece in modo che “giustizia” fosse fatta e la bellissima Mammalia trovò nel suo stesso disprezzo la sua fine.

Due racconti densissimi, affilati nelle descrizioni che fanno da cornice a pochi dialoghi tra i personaggi. Queste due fiabe richiedono al pubblico in ascolto di avere la pazienza che esse si svolgano secondo un ritmo che dà valore alla narrazione.

Qui si può parlare ancora di “narrazione autentica”, quella che Kroeber – e Zipes – sostiene essere antiautoritaria, cioè sovversiva, “capace di presentare strategie di sopravvivenza e di piacere”, “di trasformare l’ordinario in straordinario”.
Un volumetto che raccoglie spunti per aprire un dialogo intenso e profondo sull’autenticità a partire dai protagonisti dei racconti.
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