“Il giorno che scambiai mio padre con due pesci rossi”

C’è un tipo di libri divertenti per bambini e ragazzi (solitamente più per ragazzi) che adoro, ed è quello dei libri in cui l’ironia si fa sarcasmo ma senza provocare quella sensazione talvolta fastidiosa tipica del sarcasmo.

Penso, ad esempio, al Mark Twain di Consigli alle bambine, o all’irriverenza di Isol de Il palloncino

Oggi aggiungo alla mia lista di questo tipo (raro) di libri un albo che ha due grandi firme: Il giorno che scambiai mio padre con due pesci rossi di Nail Gaiman e David McKean, Mondadori (degli stessi autori vi ricordo il capolavoro di Coraline

Cosa accade in questo racconto illustrato?

Esattamente ciò che il titolo ci preannuncia (mi viene in mente la storia dell’uomo che scambiò la moglie per un cappello ma senza nulla di “clinico”): il ragazzo protagonista dà ad un amico suo padre in cambio di due pesci  rossi. La cosa appare del tutto plausibile al ragazzo, d’altra parte sono sicura che tutti noi da ragazzi abbiamo pensato di liberarci di un genitore per sostituirlo con qualcosa di decisamente più piacevole!

Quando la mamma torna a casa, tuttavia, lo scambio viene scoperto (com’era facile pensare che accadesse) e decisamente condannato. Tanto che il ragazzo, accompagnato dalla sorellina sapientina, orecchie basse, va dall’amico a riprendersi il padre restituendo i pesci rossi.

Ma, si sa, il baratto è l’anima del commercio di chi desidera e non può pagare in denaro: ovvero dei ragazzi.

Ed infatti l’amico il papà l’ha a sua volta scambiato per una chitarra…

Inizia così una lunga serata alla rincorsa dell’ultimo scambio: il papà è passato di mano in mano come moneta di scambio per una chitarra, appunto, poi una maschera da gorilla ed un coniglio bianco con un orecchio nero.

La fine è positiva (per il papà), naturalmente, e tutti tornano ad avere il proprio oggetto in cambio del padre del protagonista che finalmente può tornare a casa.

L’elemento che più provoca il sorriso nel procedere della narrazione, più che il ripetersi in modo grottesco del “modello” di scambio, è dato dalle illustrazione che, come deve essere negli albi illustrati, completa ed interpreta ciò che il testo tace.

In questo caso, la figura del padre.

Il padre in tutti i passaggi, persino quando finisce nella conigliera non solleva MAI la testa da DENTRO il giornale; non dice MAI una parola!

In padre così è come non averlo, in fondo, infatti è la “cosa” da cui tutti si libera più facilmente!

Ma tutto è bene quel che finisce bene, ognuno in fondo è felice di riavere restituito il proprio oggetto di scambio, anche il ragazzo è felice di riavere suo padre. Promette alla madre di aver impasto e di non pensare mai più di scambiare il padre.

La scena si sposta sulla sorellina che nessuna promessa salverà, sembra suggerirci il finale aperto in cui se vi concentrate sentirete una musichetta di suspance!

Morale della favola che, come chiarisce una bellissima nota d’autore, è assoluta autobiografica?

Non fatevi mancare almeno un pesce rosso in casa!

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