Un nido di libri. “Il lettino dei sogni”

“Il lettino dei sogni”

Età: dai 2 anni

Pagine: 18

Anno: 2005

Testo: Lauren Child

Illustrazione: Lauren Child

Traduzione: M. Barigazzi

Editore: Ape Junior

 

Letture leggere, letture divertenti, letture impegnative, letture ad alta voce, letture animate… sembrerà forse strano ma all’Asilo Nido si legge molto e un po’ di tutto. Un po’ di tutto davvero! Per l’occasione… LETTURE POP-UP!!!

Oggi vi racconterò “Il lettino dei sogni” di Lauren Child (tra i miei amici è risaputa la mia debolezza per Lauren Child… adoro le sue illustrazioni!)

“Il lettino dei sogni” è un albo illustrato pop-up che tocca un argomento “caldo”, almeno per i genitori! Ad essere sincera non mi piace vincolare il piacere della lettura ad un argomento, a un “tema”, ma non nego che a volte, per connessioni logiche, mi risulta inevitabile.

Poi vi racconterò gli effetti che la tecnica pop-up ha sui piccoli lettori dell’asilo nido in cui lavoro.

 

È notte e una bambina fatica a prender sonno. Il narratore (presumibilmente chi di solito accompagna la bimba a dormire e magari le legge un libro o le racconta una storia per addormentarsi) accompagna la bimba in questo viaggio fantastico narrando in rima tutti i luoghi possibili dove dormire: dalla tenda all’aperto sotto il cielo stellato, all’interno di un fiore nel prato, ad una conchiglia nel mare, ad un tappeto volante nello spazio, al letto delle principesse…

La “nanna” con i piccoli è un momento delicato. Per qualche genitore è così difficile da gestire che diventa argomento tabù. A Venezia c’è un detto popolare che dice: se il bambino “mangia, dorme e fa la cacca – evito volutamente di riportare la versione in dialetto veneziano – sta bene”. Il dormire rientra quindi tra le funzioni indispensabili per uno stato di benessere generale di una persona (non solo dei bambini); il riposo è anche condizione necessaria per un buon metabolismo.

Quando arriva un bambino in casa i ritmi sonno/veglia di tutti i componenti della famiglia cambiano. Ricordo sempre divertita una signora di origini spagnole, amica della mia compagna di viaggio quando studiavo a Padova e anch’essa pendolare, che incontravo quotidianamente in treno al mattino. La prima volta che, dopo qualche anno che non ci vedevamo, mi incontrò con i miei figli, con espressione tra lo stupito e l’incredulo e con la spontaneità tipica degli spagnoli, mi chiese: “Sono tuoi? Davvero?? Sei mamma?!?!?”. “Eh già…”. “Ma come è possibile… Tu… che, quando andavi all’università, ovunque appoggiavi la testa là prendevi sonno…?”. Eppure…

Tra i genitori trovo chi è convinto sostenitore del metodo “Fate la nanna” di Estivill, chi predilige il co-sleeping, chi è “in ricerca” e, sulla soglia della disperazione, prova un po’ tutte le strategie possibili e immaginabili consigliate da nonne, zie, amiche… Una delle domande che si pone ai genitori durante il colloquio iniziale prima dell’inserimento dei bambini al nido è: “come si addormenta solitamente?”. C’è chi ha il pupazzo della nanna, chi il ciuccio, chi entrambi, chi il dito, chi si addormenta in braccio, chi bevendo il latte dalla mamma, chi dorme solo all’aperto in passeggino, chi nel “sacco-nanna”, chi… non dorme proprio. Potrei intrattenervi raccontandovi aneddoti per ore!

Per fortuna al nido, solitamente, dormono tutti. Certo qualcuno all’inizio fa un po’ di fatica ma poi anche il momento della nanna diventa una routine ed è tutto più semplice.

Una cosa è certa… la nanna è un momento delicato.

Ecco allora che un buon albo, quale è “Il lettino dei Sogni”, può essere semplicemente una piacevole lettura ma anche aiutare grandi e piccini a metabolizzare e interiorizzare il sereno passaggio dalla veglia al sonno.

Il sonno è un viaggio in luoghi sconosciuti, fantastici o reali e a volte fidarsi, affidarsi, rilassarsi, abbandonare il controllo, lo stato vigile, soprattutto per il bambino, fa paura. Credo sia indispensabile accompagnare con la serenità e la dolcezza di una filastrocca, di una ninna nanna o di un albo illustrato questo momento importante e delicato.

 

Veniamo allora alla lettura vera e propria.

Di solito quando propongo ai bambini questo albo lo faccio per piccoli gruppi, sette bambini al massimo, e come ambiente scelgo la camera da letto dove solitamente si va a fare il sonnellino pomeridiano, ambiente silenzioso e tranquillo, con luce soffusa. Lo propongo tuttavia durante la mattinata, quindi in un momento slegato dal riposo.

Ho proposto quest’albo a bambini di età compresa tra l’anno e mezzo e i tre anni e ho notato che lo apprezzano di più se si propone la stessa lettura con una certa sistematicità. Alla prima lettura i bimbi hanno reagito con attenzione, stupore e curiosità. I più grandi hanno mostrato maggiore interesse e ci tenevano a partecipare attivamente.

Il libro si apre con l’illustrazione del lettino reale; poi si parte per un viaggio fantastico alla scoperta dei vari luoghi dove poter dormire. La protagonista è raffigurata su un cartoncino e legata al libro con un nastrino (come un segnalibro) e può essere spostata di pagina in pagina per farla provare a dormire nei vari luoghi/letti. La storia si chiude con l’ultima illustrazione in cui vi è ancora uno sfondo fantastico – il mondo dei sogni – ma il letto torna ad essere quello reale, il letto in cui la bimba protagonista dorme meglio di tutti. Ed è proprio il suo lettino.

 

Come dicevo all’inizio, questo è un libro Pop-up, un libro tridimensionale con effetti di animazione che invitano il lettore a interagire. Ci sono un sacco di linguette da tirare, finestrelle da sollevare, rotelline a doppio fondo da girare, illustrazioni che escono dalla pagina, merli canterini che fanno uscire note dal becco, sirene che si pettinano, tappeti volanti che si muovono. Tutto ciò affascina i bambini. E anche questo è una forma di lettura, anche se forse si avvicina più al gioco che al piacere dell’ascolto. Infatti i bambini sono forse più interessati a sperimentare e conoscere i vari effetti di animazione che non dalla storia in sé. Per non parlare poi delle rime, per cui il testo scritto in un modo o in un altro non sembra far la differenza.

Cosa mi ha colpito? Una bambina, dopo aver letto il libro, esclamò orgogliosa della scoperta: “Ma è il suo lettino allora? È uguale al primo?” e un altro subito dopo “Lo sai dove dormo io?” e infine un altro “Lo leggiamo un’altra volta”. Questi piccoli dialoghi sono per me davvero preziosi e speciali.

Un’esperienza in più…

Un paio d’anni fa assieme ad una cara collega proponemmo ai bimbi un’esperienza a tema “routine della nanna”. Dopo la lettura di “Il lettino dei sogni”, un dolce sottofondo musicale – “Ninna Nanna al Mio Bambino” – ha accompagnato l’esperienza dell’essere cullati. Come? Un grande lenzuolo, sorretto nelle estremità più corte da noi educatrici, al centro del lenzuolo a turno un bambino alla volta e poi cullati seguendo la musica. Esperienza forte e molto coinvolgente. Non tutti i bambini hanno voluto provare, alcuni inizialmente hanno preferito osservare. La cosa che mi è piaciuta di più è che dopo aver cullato tutti, o quasi, alcuni bambini spontaneamente hanno riproposto l’esperienza in autonomia ai pupazzi di peluche.  Fantastici!

PS: “Ninna Nanna al mio bambino” è il secondo brano dell’album “Suite per viaggiatori” della Don Cicccio Philarmonic Orchestra ed è ascoltabile/scaricabile su Spotify, Deezer, Amazon, GooglePlay, iTunes

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