Un nido di libri. “Sgrunt Sgrunt Benny”

“Sgrunt Sgrunt Benny!”

Età: dai 4 anni

Pagine: 32

Anno: 2008

Testo: Barbro Lindgren

Illustrazione: Olof Landström

Traduzione: Maria Saporiti

Editore: Babalibri

Letture leggere, letture divertenti, letture impegnative, letture ad alta voce, letture animate… sembrerà forse strano ma all’Asilo Nido si legge molto e un po’ di tutto.

Ecco il libro che vi leggerò oggi…” dico ai bambini più grandi della mia sezione al Nido, un bel gruppetto di venti bambini tra i due e i tre anni. E mostro “Sgrunt Sgrunt Benny” ancora chiuso.

Un libro rettangolare, un bel titolo in rosso e due maialini, uno più grande e uno più piccolo.

Spontaneamente qualcuno dice “Sono i tre porcellini?” E qualcun altro risponde “Ma noooo… non vedi che ne manca uno…”. Qualcun altro chiede “C’è un lupo?”. E infine qualcuno giunge al nocciolo della questione, senza tanti preamboli: “Leggi!”.

Quindi… leggo!!!

Collana Bababum

Forse la novità, forse il caldo, forse… Sta di fatto che il livello di attenzione è veramente alto.

Di cosa tratta questo albo? Narra del maialino Benny che è stufo di stare a casa e così pure il suo fratellino più piccolo. Così decidono di uscire, a grufolare un po’. La mamma raccomanda loro di non andare allo stagno ma, si sa, un conto è ubbidire a parole e un conto sono i fatti.

Quindi, dopo aver grufolato un po’ in giro, vanno allo stagno e qui incontrano amici con cui giocare, alcuni gentili altri dispettosi.

Benny e il fratellino per varie vicissitudini cadono in acqua, prima il piccolo poi il grande. Per fortuna Chiara salva entrambi. Benny e il fratellino se ne tornano a casa, un po’ preoccupati per avere addosso chiare tracce della regola trasgredita… ma prima di rientrare un bell’acquazzone lava via tutto il fango. A casa la mamma li aspetta.

Le avventure di Benny il maialino svedese è una collana composta da tre libri, in ordine di pubblicazione: “Benny’s Had Enough!”-1998,  “Benny and the Binky”- 2001, “Oink, Oink Benny”- 2007. Due sono stati tradotti in italiano a cura di Babalibri: “Anch’io voglio il ciuccio” e “Sgrunt sgrunt Benny” appunto.

Solitamente, per gli albi illustrati, l’elemento comune che caratterizza una collana è il protagonista: un personaggio reale o fantastico (ad esempio un animale con comportamenti umani) che si trova ad affrontare determinate situazioni.

Le collane piacciono ai bambini? O rischiano di voler per forza insegnare qualcosa, passare un messaggio, fare la morale? Piacciono di più ai bambini o ai genitori?

Come tutto… dipende. Ci sono collane e collane. Per la mia esperienza credo che molto dipenda dal protagonista. Dalla sua forza, dalla sua personalità e carisma. Da quanto sa colpire, coinvolgere e affascinare i bambini. Poi, quando una collana funziona, funziona anche il libro, anche come singolo tassello, non per forza in funzione delle altre opere. Sono volutamente un po’ provocatoria. Credo sia importante interrogarsi su cosa sia bene per il bambino e su cosa noi grandi riteniamo sia bene per lui.

Tornando alla lettura… “Sgrunt, Sgrunt Benny!”

La storia è lunga per dei bambini così piccoli ma, essendo fine anno ed essendo ormai i bambini ben “allenati” alla lettura, mi piace “osare” un po’.

Testi e illustrazioni sono ben equilibrati tra loro.

I bambini ascoltano e osservano. Non staccano gli occhi dal libro. L’albo funziona.

Il giorno seguente quando l’ho riproposto, si ricordavano già il nome del protagonista.

Cosa colgono i bambini in questo albo?

“Benny e il fratellino vogliono tornare a casa”

“Non ascoltano la mamma”

“Non si dice «stupidi»”

“Hanno paura del buio”

Considerazioni…

L’autrice dimostra di conoscere i bambini (aspetto per me fondamentale per un buon albo illustrato). I bambini infatti, per via della forma mentis estremamente concreta tipica di questa età, non comprendono metafore o similitudini ma si immedesimano in tutto e per tutto nel gioco simbolico e del “far finta”.

Viene quindi immediato per noi grandi paragonare Benny e suo fratello a dei bambini.

Infatti i bambini adorano correre intorno… Amano rincorrersi seguendo un cerchio immaginario e… più ostacoli, spigoli, pericoli ci sono e più il gioco è divertente! (gioco tipico a partire dai due anni)

Di conseguenza il grufolare dei maialini si può paragonare ad un’azione altrettanto tipica dei bambini, ossia “quell’andare in giro con l’intenzione di scovare qualcosa di interessante da fare”, meglio ancora se coinvolge una serie di azioni proibite (es.: aprire cassetti, recuperare oggetti posizionati ad altezze inarrivabili ma che grazie al supporto di un bastone possono rivelarsi raggiungibili, sperimentare materiali con un uso diverso rispetto a quello per cui sono stati creati (detto anche “uso-improprio”), spaziare l’espressione artistica dal foglio al tavolo al muro al pavimento, e infine l’assaggio di sostanze abbandonate per terra, elementi interessanti per alimentare il laboratorio del gusto che come si suol dire “…tanto fa anticorpi”).

Le illustrazioni sono ad hoc. Il fratellino piccolo di Benny, rappresentato con ciuccio, pannolino e pupazzo della nanna, ai bimbi del Nido fa tenerezza, non li sfiora nemmeno l’idea che per molti aspetti aspetti assomigli a loro. Come ho già scritto in un altro post “i bambini non la prendono sul personale”.

Quest’albo dice un sacco di cose… (forse troppe?!?). Parla di ubbidire/disubbidire, parla di fratellanza e gelosia, parla di amore, parla di dispetti, parla di paure… eppure le dice bene. Non dice fino in fondo, dice “qualcosa”… sta al lettore cogliere questi temi, comprenderli, immedesimarcisi, farli propri.

Mi piace molto che un libro non si esaurisca tutto in un solo momento, in unica fascia di età… mi piace che possa essere apprezzato a più riprese, che in base all’età i bambini colgano un aspetto piuttosto che un altro. Se dovessi paragonare il libro a un giocattolo lo paragonerei a una palla. L’oggetto è sempre lo stesso eppure in base all’età del bambino si possono fare cose estremamente diverse. I giochi diversi sono i vari livelli di comprensione-approfondimento dell’albo.

La parola «stupidi» sorprende i bambini. In realtà, da dizionario, «stupido» non è una parola volgare ma semplicemente una persona dotata di scarsa intelligenza. “Mamma diceva sempre: «Stupido è chi lo stupido fa»” cit. di Tom Hanks nei panni di Forrest Gump. Nel libro si riferisce ai bulli per cui il termine è adeguato. Spesso si teme di chiamare cose o persone con il loro vero nome per proteggere ottenendo poi reazioni ambigue e bloccando a priori la capacità di reagire o interiorizzare in autonomia.

Infine da genitore penso che…

è dura non fare raccomandazioni! Inevitabilmente si fanno e, pensare al rischio che queste non vengano ascoltate e rispettate, è dura. Ma…

È stupenda l’idea che poi i due fratelli ritornino, tornino comunque dalla mamma e che alla fine tutto si aggiusti.

Mi piace molto la frase conclusiva. Dopo essersi asciugati, mentre mangiano la minestra Benny dice che non uscirà mai più di casa. Affermazione categorica. Sotto tra parentesi a storia conclusa “Ma domani usciranno di nuovo!”.

I bambini sono così… drastici, estremisti, radicali… tutto è o bianco o nero. Se cadono e si sbucciano le ginocchia giocando a palla urlano piangendo pieni di convinzione “Non giocherò MAI più a palla!!!” (Ma domani giocheranno di nuovo!).

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