“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”

La mia domanda quando mi imbatto in libri come questo è sempre la stessa:

come e cosa fa sì che un libro sia considerato “per ragazzi” e pubblicato in apposite collane editoriali, o che sia per adulti?

Dov’ è il discrimine, se c’è, tra un libro per ragazzi, giovani adulti e adulti?

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon, Einaudi, è un libro per ragazzi o per adulti?

Forse si tratta solo di domande oziose, anzi, sicuramente si tratta di domande oziose e tuttavia il dove e come vengono pubblicati i libri decide della loro promozione e dunque della possibilità di raggiungere un pubblico piuttosto che un altro.

Ora credo che il successo di questo libro sia stato talmente grande che magari è stato proposto anche a lettori ragazzi, e questo ci mette a riparo da questioni oziose, ma la domanda resta e la porrò anche direttamente agli studiosi di Hamelin che sabato 14 ottobre verranno a parlarci di letteratura per ragazzi.

Se volessimo stare alla posizione, per altro piuttosto condivisa, di Aidan Chambers potremmo dire che, tra le altre caratteristiche, il libro per ragazzi, young adults, adolescenti come li volete chiamare, ha un protagonista della stessa età. E in effetti il protagonista de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è un ragazzo, un ragazzo probabilmente autistico, forse un Asperger, di quindici anni e di nome Christopher che benissimo riesce a portarci, con il suo sistema mentale del tutto fuori dal comune, nel suo mondo.

Come dice il protagonista di Il mistero del Londn Eye nel cervello di Christopher gira un altro sistema operativo rispetto a quello dei neurotipici il che gli permette di notare cose ed elaborare informazioni che altri nemmeno vedono.

La vita di Christopher cambia, e di questo cambiamento il libro è una sorta di diario, quando il cane della vicina viene ucciso e lui decide di investigare sulla sua morte. Decide di scovare il colpevole andando decisamente contro alla volontà del padre che, chissà perché è così ostinatamente contrario a che il figlio “giochi” all’ispettore.

In realtà quello che verrà fuori dalle indagini è ben altro e di ben altro spessore per la vita di Christopher, orfano di madre mai morta ( ma non vi svelo niente), dall’indagine verrà fuori non solo l’assassino del cane ma anche l’assassino simbolico della mamma del protagonista.

La questione si complica ma la narrazione procede pulita e lineare nonostante le tante divagazione che, insieme alla mente di Christopher, il romanzo prende. Il racconto è la finzione di un diario in prima persona del protagonista raccolto e sistemato insieme alla sua tutor scolastica Sioban, la finzione regge perfettamente anche quando Christopher parte per la tangente della deriva matematica della sua mente e racconta i tagli consigliati dalla sua insegnante per poter rendere leggibile il suo libro. Christopher non parla mai di diario bensì di libro perché il suo intento è quello di scrivere il suo giallo sulle orme di Sherlok Holmes, personaggio di cui ama particolarmente le imprese e sul quale ha delle idee, come su tutto per altro, estremamente puntuali: bellissime le righe in cui Christopher distingue tra la bravura razionale di Holmes che lo attira e la stolida ingenuità dell’autore Doyle che credeva alle fate e a tutto il resto.

Il titolo del libro in italiano riprende anche Dottor Jekill e Mr. Hide lasciandoci sin dal titolo quella suggestione di qualcosa di losco e inatteso da scoprire, ma il titolo originale non aveva questo richiamo diretto essendo The curious incident of the dog in the night-time.

Mark Haddon, l’autore di cui non ho letto altro quindi non so come abbia scritto altre cose e se sia sempre così capace, veste alla perfezione i panni di questo ragazzo per certi versi super dotato e per altri esasperante come solo gli Asperger sanno essere.

Un bel romanzo da leggere ad ogni età e da proporre con tranquillità a lettori dai 15 anni in su.

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