La balena della tempesta in inverno

Per la serie “a volte ritornano” è tornata, attesissima, la balena di Nico di Benji Davies con un sequel di La balena della tempesta.

La balena della tempesta in inverno edito da Giralangolo.

Siamo in inverno, benchè l’apertura dell’albo sia molto ma molto simile, volutamente, all’incipit del primo testo, si nota subito che qualcosa è cambiato: c’è un sacco di neve sulla spiaggia.

Per il resto il papà di Nico rammenda le reti e Nico continua a cercare un amico desiderando di ritrovare la sua balena e vedendola in ogni cosa possa ricordane la forma. Anche i gatti sono sempre lì, tutti e sei, e il papà non ha perso l’abitudine ad andare a pesca anche nei giorni in cui il buonsenso direbbe di starsene a casa, lasciando Nico da solo.

Ma la sera del giorno in cui si apre la storia il papà, indovinate un po’, non torna e Nico di sera tardi, con il mare tutto ghiacciato e in mezzo alla neve si avventura alla ricerca del padre, non prima di essersi assicurato che i gatti siano tutti al sicuro in casa. Viene da pensare che meno male che almeno Nico ce l’ha la testa sulle spalle per non lasciare un altro essere vivente in balia del tempo e delle paure!

Fatto sta che Nico prende e va e, naturalmente, in mezzo al bianco che più bianco non si può, Nico si perde. Ritrova la barca del padre, ma si perde. Il padre a bordo non c’è ed è allora che interviene la seconda creatura dotata di buon senso di questa storia: la piccola balena che, salvata da Nico in primavera, torna a restituire il debito salvando il bambino e riportandolo non solo a riva ma…dal padre.

Il testo dice proprio

Le balene, chissà come, sapevano dove andare.

E meno male che lo sanno loro, viene da pensare.

Ma quante volte Nico dovrà trovare il padre e salvarlo da se stesso?

Meno male che il legame tra Nico e la Balena tiene, come nel proverbio che vuole che chi ha salvato la vita a qualcuno gli è legato a vita fino a quando non ricambia il salvataggio.

E anche l’albo tiene.

A vedere i sequel, non so voi, ma io tremo, rare sono le volte in cui i secondi, se non terzi e quarti ecc., sono all’altezza dei primi!

Benji Davies però si conferma grandissimo autore oltre che illustratore e, consapevole del rischio e della sfida, volontariamente cita e ricalca le strutture narrative del primo libro aumentando il grado di “difficoltà” della prova da superare per il protagonista. Se nel primo libro Nico cercava un amico e in parte ritrovava suo padre; in questo albo la ricerca è direttamente e senza mezzi termini quella del padre. Nico riversa sui gatti, così come la balena riversa su Nico, quell’attenzione di cui chiede disperatamente la prova assolutamente certo di averne diritto.

Un albo riuscito, che chi non conosce il prequel apprezzerà per la narrazione indipendente e chi era già invaghito di Nico apprezzerà per averci fatto ritrovare il bambino e la sua balena senza deludere le aspettative.

Davies è sempre più dalla parte dei bambini e dei cuccioli, anche la balena è un cucciolo che riesce con la sua volontà a coinvolgere i grandi del branco ad aiutare il cucciolo di uomo. Come dire, meno male che i cuccioli si salvano da soli perché se aspettiamo i grandi…

Ma Davies è positivo, lo sbocco è felice, Nico salva il padre in quanto padre e lui, tornato a casa condividerà con Nico molte volte la narrazione della paura. La paura di essersi perso, di aver perso il figlio, di aver perso la fiducia del figlio e di essere poi stato ritrovato.

Padre e figlio ridipingono il peschereccio dedicandolo alla balena della tempesta…e speriamo che la lezione il papà l’abbia imparata, a volte gli adulti sono davvero difficili da educare:)

Di Benji Davies ho recensito anche L’isola del nonno

e Povero Winston di cui però ha fatto solo le illustrazioni.

e resto in attesa di questo che si preannuncia un capolavoro e che scaffale basso ha già scovato: The Grotlyn.

 

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