Noccioline – Lucenera: l’intensità del silenzio

Oggi presento un inaspettato capolavoro. Lucenera di Barbara Baldi, edito da Oblomov Edizioni.

Inaspettato perchè non conoscevo l’autrice e quindi il libro mi è capitato in mano un po’ per caso. Trovandosi davanti ad un lavoro di un’illustratrice è impossibile non venir colpiti dai disegni: è bastata la copertina a lasciarmi senza parole.

L’opera nasce dalla necessità dell’autrice di raccontare una storia sua e quindi ha creato quest’opera.

L’ambientazione è ottocentesca, ma non è solo la storia a trasportare indietro nel tempo: ogni disegno riporta a quell’epoca. Non si possono non notare nelle illustrazioni le citazioni di grandi pittori come Monet o Friedrich. L’utilizzo di queste tecniche permette di immergere il lettore nella storia. Si sente il freddo della tempesta, il caldo del fuoco, la fatica dei lavori manuali.

La protagonista, si trova da sola a dover gestire la gigantesca casa di famiglia ricevuta in eredità. Tutti i soldi sono invece andati alla sorella, che rifiuta di aiutarla. Ci troviamo davanti ad una storia di determinazione e sacrificio per mantenere vivi i propri ricordi e i propri sogni.

A parte qualche riquadro che segnala la transizione da un luogo o un anno all’altro, non vi sono in quest’opera baloon che richiamino il pensiero dei personaggi. Mi è quasi venuto da pensare di definirlo un fumetto “silenzioso”: i dialoghi non sono molto lunghi e la protagonista di per sè è di poche parole. Un silenzio incredibilmente azzeccato a mio parere e in realtà ricco di significato ed emotività. Le vignette silenziose raccontano quasi più di quelle con di dialoghi, che siano paesaggi desolati o volti.

Ed è proprio in quest tipo di vignette che si osservano maggiormente le influenze di grandi pittori. in un certo modo si perde la dinamicità del fumetti classico, per favorire il soffermarsi su ogni singola immagine. Non è un obbligo, ma non ne si può fare a meno, come quando in una galleria d’arte un quadro è talmente intenso da attirare l’attenzione dell’osservatore per ore.

Una dinamica che potrebbe suonare apparentemente statica, ma che è perfettamente studiata. A mio parere alcune inquadrature sono giocate così bene da farti immaginare direttamente le vignette animate nella testa.

Un altro filo conduttore della storia è sicuramente la musica, di cui la protagonista è appassionata. Il clavicembalo la accompagna nei momenti peggiori ma anche nei migliori della sua esperienza, permettendole di “placare il dolore”. Si vedono più di una volta scene in cui suona e sono forse quelle che mi hanno colpita di più perchè quasi si può sentire davvero la sua musica dello strumento, nonostante non vi sia il minimo segnale “grafico” che dica “ora c’è la musica”.

A mio parere è veramente lodevole questa capacità di utilizzare il silenzio per narrare e immergere nella storia.

I volti dei personaggi principali non risultano realistici, anzi sono segnati dalle loro emozioni, e rappresentano molto il loro carattere. Dall’altro lato invece tutti gli altri, anche più piccoli nelle vignette, risultano incredibilmente realistici (a occhio direi che l’autrice ha usato ritagli di immagini), magari solo ritoccati nel volto con qualche pennellata.

La tecnica applicata a quest’opera è mista: sia classici matite e acquerello, ma anche photoshop. L’enorme background di studi come illustratrice, hanno permesso a Barbara Baldi di creare un’opera notevole anche per la regia e la storia. E’ infatti la prima opera a cui lavora sia per la trama che per il disegno. Le è stato infatti necessario per prima cosa documentarsi su come sceneggiare l’opera.

Concludendo non posso non spendere qualche parola per l’edizione cartacea di Lucenera. Ho avuto l’opportunità di ricevere questo libro in edizione deluxe, il che implica non solo una maggior qualità della carta, ma anche una dimensione maggiore rispetto alla regular. Sarà perchè ho letto solo questa, ma credo che non si avrebbe l’opportunità di apprezzare appieno quest’opera senza avere la possibilità di leggerla su tavole così grandi. Devo dire che, viste le dimensioni, (spero di non dire eresie, visto il contesto in cui scrivo) mi ha ricordato in certe impostazioni, l’albo illustrato.

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