Mumin, “E adesso, che succede?”

Colpo di coda della settimana, anzi, semino del venerdì prima del week end da lasciare maturare il sabato e la domenia, oggi vi consiglio E adesso, che succede? un albo di Tove Jansson con protagonisti i Mumin edito da Salani.

Volete sapere di cosa parla questo libro?

Tra le 10000 cose potrei anche sostenere, a buo diritto, che è un libro che spiega come si fa il burro, o meglio, come il latte diventa burro.

Noooo?

Sì, vi assucuro di sì! Mumin parte che è quasi tramonto con la latta di latte in mano e arriva, alla fine della narrazione e a tramonto ormai terminato, con del burro all’interno della stessa latta.

Cosa è accaduto nel mezzo?

Beh, se volete provare a immaginare cosa accade, come dice il refrain di ogni pagina, fareste una fatica matta e invana perché cosa e come accadono le cose quaso si tratta di Mumin, e a maggior ragione in quest’albo, è assolutamente impossibile.

La narrazione della Jansson in questo caso, e anche in altri ma qui in maniera sistematica, sfiora e va oltre il non-sense…d’altra parte anche i mumin per alcune cose sembrano dei personaggi non-sense puri e così sono le cose che accadono loro.

Munin torna, appunto, a casa dalla mamma dopo aver preso il latte e si imbatte in Mimla che piange tanto da allagare le pagine perché non trova più la piccola Mi. Allora inizia la quete della piccola Mi attraverso le pagine che si fanno, attraverso i buchi delle stesse, scenario reale e al tempo stesso immaginifico della narrazione. Intendo dire che i buchi, i barattoli, gli alberi ecc. che i personaggi attraversano e dietro o dentro cui accadono cose incredibili, sono buchi e pertugi VERI del libro e quindi finzione e realtà si mescola più che mai facendoci diventare piccolissimi e andando in cerca della ancor più piccola Mi tra le pagine.

I personaggi che Mumin e Mimla incontrano sono davvero incredibili, stupendi e assurdi, i miei preferiti sono: l’Emulo gigantesco che con l’aspirapolvere aspira Mimla Mumin e, evidentemente prima anche la piccola Mi, e i Fungarelli, quegli esserini che si accendono e danno la scossa e che si trovano all’interno degli alberi.

No, è inutile, a parte la ricerca della piccola Mi, l’attraversamento di un luogo, e il latte che da latte si fa burro, non troverete alcun senso codificato e definito secondo la logica condivisa, ed è per questo che questo libro mi piace moltissimo.

Le illustrazioni, i colori, i buchi, tutto è caotico, per noi, tutto sembra  procedere con un senso traballante, e invece la narrazione tiene, divertente e sorprendente come deve essere.

Tutto è bene quel che finisce bene e piccola Mi viene ritrovata (dall’Emulo, appunto) e tutti e 3 escono sani e salvi da questa specie di selva oscura in cui si erano smarriti sulle tracce di Mi raggiungendo Mamma Mumin che prepara la merenda, nessuno di loro uscirà invece dal libro, il buchetto, l’ultimo, che trafora anche la retro coperta del libro, è troppo piccol anche per la piccola Mi.

Pazienza, peggio per loro e meglio per noi che li ritroveremo lì imprigionati ancora per moltissime letture.

L’unica cosa che mi lasciata perplessa di questo albo è l’uso dei font del testo: l’idea di darne uno diverso ad ogni personaggio può anche essere carina ma il corsivo del testo puro e poi quello cuoricioso di mamma Mumin rendono davvero difficile la decifrazione del testo, tanto più, credo, per una lettura autonoma da parte di un bambino.

 

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