“Fortunatamente” di Remy Charlip
Nonostante ciò che mi/ci circonda ce la metta tutta, nonostante lotti sempre nel mio piccolo per un mondo migliore, resto ostinatamente (e probabilmente stupidamente) convinta che viviamo nel migliore dei mondi possibili…essendo l’unico che abbiamo.
A seconda del punto di vista che riusciamo ad assumere possiamo vedere le cose diversamente. Proviamo per esempio a metterci da distante, proviamo a vedere ciò che ci accade come una sequenza di avvenimenti, probabilmente ci renderemmo conto che non solo le cose non vanno male come a volte ci sembra, ma anche che il nostro modo di accogliere una cosa può decisamente indirizzarne l’esito.
Karma? Destino? Serendipidità?
Chiamatelo come volete, questo è ciò che Remy Charlip mette in scena in Fortunatamente riuscendo a far vedere le cose con una buona dose di distanza ad un protagonista che man mano viene travolto dagli eventi alternativamente fortunati e sfortunati.
Ma cosa vuol dire sfortunato? Per Ned, il protagonista anche ciò che appare a prima vista negativo si trasforma in un vantaggio o almeno si evolve in maniera vantaggiosa.
Tutto comincia quando Ned riceve una lettera che lo invita alla festa a sorpresa e l’intero albo consiste nei vari passaggi che condurranno Ned a questa festa per scoprire che la sorpresa è per lui e per il suo compleanno!
Il testo procede per doppie tavole che si alternano tra colore e toni di grigi prevalenti, i colori rappresentano i “fortunatamente” i grigi gli “sfortunatamente”. La costruzione narrativa è volutamente ripetitiva in questo gioco che ci riporta costantemente ad una circolarità duale della realtà, bene e male, positivo e negativo, fortuna e sfortuna che si alternano fino alla fine che è… buona!
Remy Charlip è un autore molto attento alla questione del punto di vista, a come una cosa possa essere letta ed interpretata almeno in due modi diversi, una logica duale che è quella dei bambini, bene e male, buoni e cattivi. Le sfumature? Ci sono nella realtà e i lettori le scopriranno ma iniziamo a mettere dei paletti: si e no, tanto per iniziare. La sfumatura, poi, se proprio la volete trovare, c’è e dà il senso all’intera vicenda: la sfumatura di ciò che è fortuna e ciò che è sfortuna si insinua esattamente in quel luogo in cui la pagina si gira e la situazione si ribalta, in quel tempo e in quel punto di vista che fa modificare e rovesciare le sorti di ciò che accade.
E se è vero che è bene ciò che finisce bene allora la storia di Ned è bene e con buona probabilità lo può essere anche quella di un qualsiasi lettore che identificandosi con Ned prova a ribaltare i casi della propria giornata!
Un albo che va bene ad ogni età, dai più piccoli ai ragazzi più grandi che giocandoci possono anche inciampare nella filosofia, fortunatamente!