“Giosetta e il suo papà” del grande Ionesco
Ma voi lo sapevate che Ionesco, il grande autore del teatro dell’assurdo francese, ha scritto storie per i piccoli??
Io no!
E quando ho scoperto l’albo illustrato Giosetta e il suo papà illustrato da Katharina Bubhoff e edito dal Castoro nel 2006 (l’originale di Gallimard è però del 1985) sono rimasta a bocca aperta, com’è specialità di Inoesco.
Mi aveva stupito trovare associato il nome di un grande scrittore del teatro dell’assurdo del Novecento ad un albo illustrato per bambini mentre invece, a ripensarci bene, non c’è nulla di più logico: chi meglio di un bambino può cogliere il divertimento dell’assurdo di un autore del genere?
Tanto è vero che mentre io mi allambiccavo per leggere ed interrogare testo ed illustrazioni da ogni punto di vista (maledetta la critica che c’è in me), i miei piccoli si sono divertiti un mondo e me l’hanno fatto rileggere 5 volte di seguito senza sapermi dire cosa gli piacesse.
La storia è presto detta: un papà da solo, in un totale caos, insieme alla sua bimba, la mamma non c’è, sembra essere andata dalla nonna (ma forse il papà ci lascia intendere che potrebbe anche non essere esattamente così), la bimba vuole giocare col papà che però si chiude in bagno per lavarsi e vestirsi, Giosetta bussa alla porta del bagno ma il papà le risponde: “Non puoi vedermi perché non sono più nel bagno”, “e allora dove sei?” chiede giustamente la bambina che immobile davanti alla porta non ha visto uscire il papà che le risponde:” Non lo so, devi trovarmi. Forse sono in sala da pranzo” “Cercami!”. E Giosetta, e le immagini, cercano dappertutto, anche nelle pentole e nel forno della cucina, nei vasi da fiori, nelle tasche dei pantaloni del papà finché, finalmente, lo trova, il suo papà, e indovinate dov’era? Nel bagno, ma dove volevate che fosse?! Aspettate, non finisce qui, piroettando come una ballerina dell’opera entra la mamma e tutti (tartaruga compresa che non manca mai in nessuna illustrazione dell’albo) vanno a trovare la nonna in montagna….
Assurdo, appunto!
Questo testo fa parte di alcune storie che lo scrittore aveva immaginato per sua figlia e dedicato ai bambini sotto i 3 anni, in Italia è l’unico che mi risulti edito, vale davvero la pena di leggerlo ai bambini, se non altro per farci sentire così…inadeguati davanti a quell’assurdo in cui loro invece sguazzano così bene!
