“Il leone e l’uccellino” di Marianne Dubuc

Il leone e l’uccellino di Marianne Dubuc edito da Orecchio acerbo è uno di quei libri a figure che disarmano il lettore, lo riscaldano e lo coccolano facendogli attraversare tutti gli stati d’animo che una creatura può provare.

Il leone vive solo e segue il ritmo delle stagioni piantando il suo orto ed osservando il mutare dei colori. L’uccellino segue necessariamente il ritmo delle stagioni ma non è affatto solo, fa parte di uno stormo col quale migra ogni inverno dalle zone dove vive il leone a quelle più calde dove trascorrere l’inverno.
Un anno però, arriva l’inverno, lo stormo migra ma l’uccellino si stacca dal gruppo, cade a terra e si rompe un’ala, dimenticate le narrazioni alla Cipì e pensate a qualcuno, magari un leone, perchè no, che vi raccolga, vi curi, vi tenga al calduccio e condivida con voi i tempi silenziosi della natura d’inverno. Che meraviglia!

Niente di meglio che trovare un amico con cui condividere e quindi cacciare la solitudine! Però la primavera ritorna e con essa lo stormo, la natura è più forte dell’amicizia (o no?) e l’uccellino, d’accordo con lo sguardo comprensivo del saggio leone sa che deve raggiungere il suo gruppo.

Tristi?

Certo un po’, ma il tempo e la natura fanno il loro corso e il leone, di nuovo solo (e la solitudine adesso la soffre avendo conosciuto l’alternativa di una vita felice insieme a qualcun altra), vede passare la primavera e l’estate rianimare l’orto, portare vita alla terra ma non scaldargli più la quotidianità.


Per fortuna, una volta tanto lo possiamo dire, l’autunno ritorna, gli stormi migrano verso il caldo. Ma il caldo per l’uccellino è nella casa del leone, accanto al suo amico, quindi si stacca dal gruppo e torna…a casa.
Sarà sempre così, la capacità di separarsi e la felicità di ritrovarsi, anno dopo anno, autunno dopo autunno.

A voi la scelta di dare un nome, se proprio vi serve trovarne uno, alla relazione tra i due protagonisti.
Nel Leone e l’uccellino il Leone e l’uccellino trovano nella separazione la forza del loro legame, inesorabile come le stagioni e i richiami della natura. Ne Il leone e l’uccellino il lettore e la lettrice sperimenta la forza di una narrazione live e potente allo stesso tempo ed anche, implicitamente, le possibilità straordinarie del linguaggio dei libri a figure che qui si esprimono al massimo nella costruzione del ritmo narrativo prima ancora che dei personaggi, basti pensare ai tipi di tavole che si danno il passo, dalle doppie piene alle sequenze quasi incorniciate alle pagine bianche che frenano il tempo e ci tengono sospesi fino alla catarsi che scioglie la storia e il cuore del lettore!

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