“Piccolo blu e piccolo giallo”

Ci sto pensando da almeno 10 minuti, poi ho deciso di scrivere ugualmente un post sull’albo probabilmente più citato e conosciuto ecc. ecc. della storia della letteratura per l’infanzia (secondo forse solo a Sendak). Poi mi sono decisa per 2 motivi: il primo è che ho la stramaledetta sfortuna di non saper mentire: Piccolo blu e piccolo giallo è stato questa sera (come decine di altre) la nostra lettura della buona notte; il secondo è che recitandolo a memoria senza ormai leggere più il testo ma solo le figure mi sono resa conto che mi stava dicendo qualcos’altro, qualcosa che forse c’è, forse non c’è, forse è tra le possibilità della libera interpretazione…valuterete voi.

Per quelle 2 persone al mondo che non conoscono piccolo blu e piccolo giallo provo la più assoluta invidia, state per incontrare il punto di non ritorno in cui l’arte astratta e la letteratura si fondono cambiando per sempre la storia degli albi illustrati. Quando Leo Lionni scrisse e illustrò questo albo quadrato era il 1959, pare che l’ispirazione derivi dalla storia che stava raccontando in treno ai nipotini utilizzando pezzi di giornale per animare i personaggi. Nel 1967 arriva finalmente in Italia grazie alla lungimiranza del genio di Rosellina Archinto e della sua Emme edizioni; oggi i titoli di Lionni sono conosciuti grazie a Babalibri di Francesca Archinto che proprio nel 1999, anno della morte dell’autore, riedita Piccolo blu e piccolo giallo, la storia di due amici uno blu e uno giallo che…un giorno abbracciandosi per la contentezza di essersi trovati diventano verdi, anzi diventano un solo pallino verde. Ma verdi mamma e papà blu e gialli non li riconoscono più e mandano letteralmente in frantumi il cuore dei due piccoli amici che in forma di lacrimoni gialli e blu tornano a ricompattarsi nel loro colore originale.

Così finalmente i genitori li riconoscono, li abbracciano ma quando mamma e papà blu abbracciano anche piccolo giallo diventano anche loro verdi e capiscono…e corrono dai vicini gialli a dare la buona notizia…
sì ma quale?

Lettura numero 1, che il verde di prima altro non era che i due amici abbracciati

lettura numero 2, che i piccoli sono tornati a casa ciascuno con la propria identità definita

lettura 3, che stasera mi ha sorpresa: la buona novella è che si può cambiare colore, o meglio che l’emozione ci permette di fonderci con l’altro tanto da mescolarci. E la vera buona notizia è che ci sono riusciti anche i genitori, gli adulti!

Certo, è costato dolore e fatica a piccolo blu e piccolo giallo ma con gli adulti ci vuole pazienza, almeno questa volta ne è valsa la pena!

Dedicato ai bambini di ogni colore e ai genitori monocromatici.

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