“Piccolo uovo”

Voi che famiglia avete?

Noi una che più tradizionale di così non si può: mamma, papà, una bambina e un bambino (gatta, cana, pesce).

Chissà se piccolo uovo è stato uno dei miei piccoli, sicuramente gli sarebbe piaciuto nascere qui da noi (ci si diverte molto) comunque sono sicura che nasca ogni giorno in milioni di famiglie diversissime tra loro, tutte felici perché ogni bambino merita una famiglia felice. Su questo credo siamo tutti d’accordo ed è proprio per questo che la lettura della buonanotte di stasera del mio piccolino è straordinaria: dà forma e dignità ad ogni luogo affettivo in cui il bambino sia amato e rispettato. Straordinario e rivoluzionario!

Forse un po’ troppo visto che da 2 anni questo Piccolo uovo di Francesca Pardi e Altan, edito da Lo Stampatello, vincitore del premio Andersen, è al centro delle più incredibili rivolte in nome di una letteratura che non scardini il mito della famiglia.
La cosa che mi ha sempre colpita è che questo libro è esattamente il contrario: ovvero un tripudio alla famiglia e all’amore.
Tranquilli però, poi ho capito!
Questo libro, semplicemente, non è stato letto altrimenti come si spiega un tale abisso tra ciò che il libro racconta e la feccia che ci è girata intorno?

Piccolo uovo non vuole nascere, prima vuole essere sicuro che dove capiterà sarà amato e va a sbirciare in tutte le famiglie, ci sono i conigli con tanti figli, il “separato” o single (o vedovo che ne sappiamo?) con il figlio, una famiglia di genitori adottivi di due gemelli, una famiglia con due mamme, una con due papà ed una in attesa di un fratellino. Tutte le possibilità e tutte sono parimenti belle per piccolo uovo che finalmente decide di nascere!
Soprattutto leggere questo libro aiuta i bambini a riconoscere le possibilità dell’esistente anche se non sono le proprie, ad accettare e riconoscere chi può avere una situazione diversa ma ugualmente degna di rispetto. Al contrario aiuta chi invece in una situazione particolare ci vive a sentirsi perfettamente parte del mondo creato al pari degli altri.

Benvenuto ad ogni piccolo uovo che in ogni momento in ogni parte del mondo ed in qualsiasi condizione viene al mondo, l’unico augurio possibile è che sia felice o almeno abbia tutte le possibilità per esserlo.

Lo straordinario “da grande voglio essere felice” del piccolo Thomas del Libro di tutte le cose non è sufficiente, la Pardi e il grande Altan, immediatamente riconoscibile come “quello della Pimpa” e già di per sé affidabile per i bambini, ci dicono che si deve poter essere felici da piccoli e a questo scopo poco importa se chi ci ama siano uno o due genitori, di uno o due sessi, non vi pare?

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