Teste fiorite compie 1 anno !!!

Un anno fa, il 22 aprile 2014 nasceva questo blog.


Molto meno tempo fa nasceva anche l’avventura dell’associazione Teste Fiorite.

Mi verrebbe da dire che “molta acqua è passata sotto i ponti” ma qui non siamo a Casablanca ma sulla laguna e di ponti ne abbiamo davvero troppi per spingermi ad un’affermazione del genere, tuttavia qualcosa in questo anno è successa, in me soprattutto, e credo anche in qualcun’altro se è vero che mi capita di veder passare talvolta qualcuno con dei fiorellini sulla testa.

Il merito sta sicuramente tutto nel nome, sigillo dell’anima, nomen est omen!
Mentre aspettiamo che il destino delle teste fiorite si compia spegniamo le candeline della nostra prima torta (rigorosamente senza glutine) insieme alla filastrocca ed al racconto di Rodari a cui dobbiamo tanto!

Se invece dei capelli sulla testa
ci spuntassero i fiori sai che festa?
si potrebbe capire a prima vista
chi ha il cuore buono e chi la mente trista.
Quel tale ha in fronte un bel ciuffo di rose:
non può certo pensare a brutte cose.
Quell’altro, poveraccio, è d’umor nero:
gli crescono le viole del pensiero.
E quello con le ortiche spettinate?
deve avere le idee disordinate
e invano ogni mattina
spreca un vasetto o due di brillantina.

Gianni Rodari

Qui trovate anche la versione musicata da Mario Piatti che tutte le mattina mi accompagna! https://www.youtube.com/watch?v=uZ9B8iPhCUo.

Per sapere invece che cos’è l’orecchio acerbo a cui le teste fiorite aspirano il racconto di Rodari da cui nasce tutto eccolo qui:

Un signore maturo con un orecchio acerbo Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo vidi salire un uomo con un orecchio acerbo. Non era tanto giovane, anzi era maturato, tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato. Cambiai subito posto per essergli vicino e poter osservare il fenomeno per benino. “Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età, di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?” Rispose gentilmente: “Dica pure che son vecchio. Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio. È un orecchio bambino, mi serve per capire le cose che i grandi non stanno mai a sentire: ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli, capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose…” Così disse il signore con un orecchio acerbo quel giorno sul diretto Capranica-Viterbo. 

Gianni Rodari

Fffffffffffffffffffffffffffff!

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