“Specchio specchio delle mie brame, chi è il più brutto del reame?”
“Ma la più brutta sei tu, mia regina, che pur essendo davvero bella negli occhi mostri bruttezza eterna!”
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illustrazione di Lacombe che ha illustrato la Biancaneve edita da Rizzoli. |
Al Libro peloso, nostro bellissimo gruppo di lettura ospitato dalla Biblioteca pedagogica Lorenzo Bettini di Venezia ormai giunto al penultimo incontro dell’anno, questo mese ci siamo occupati del tema della bruttezza in tutta la sua bellezza. Sembra un gioco di parole? Beh, u po’ lo è ma mica tanto!
Le riflessioni sul tema sono state davvero tante e che hanno preso strade completamente diverse portandoci ad esplorare territori letterari e psicologici liminari con tutto ciò che il limine comporta… dai demoni meridiani alla diversità dei bambini diversamente abili.
Cercherò di raccontarvene un po’ di questa ricchissima discussione e se sicuramente non riuscirò a riprodurne l’intensità spero almeno che la curiosità di guardare al brutto con occhi diversi vi resterà!
Alla base del tema della bruttezza, nella nostra cultura occidentale che tutto deve a quella ellenica, c’è inevitabilmente la bellezza, o meglio, il καλὸς καὶ ἀγαθός il “bello e buono” a cui di necessità si contrappone il “brutto e cattivo”.
Ma è poi così vero? Questo bello e questo brutto hanno solo un valore estetico o incarnano una sostanza morale? Ed allora? Il brutto ma buono non può darsi? Nella letteratura ma ancor di più nella vita, nel pensiero, nella concezione dell’umanità di generale?
Questo è il tema che mi ha spinto per diversi anni ad occuparmi di un romanzo di Calvino poco noto La giornata di uno scrutatore che, ambientato nel Cottolengo, offre moltissimi spunti di riflessione sul senso dell’umanità e su come esso non dimori nella razionalità e dunque tanto meno nell’estetica…esseri non in grado di intendere e di volere sono ugualmente umani? Dalla rupe tarpea ai nazisti, fino quasi ai Collolenghi la risposta è quasi stata unica ed unanime. NO
Ma allora l’umano dove risiede? Oggi, fortunatamente, credo che molti passi (Culturali) in avanti si siano fatti, nessuno di noi ha più dubbi che un individuo disabile o deforme, qualunque sia la sua disabilità e deformità, è a tutti gli effetti un essere umano!
Quanti millenni ci abbiamo messo? Ancora nell’Ottocento si facevano le fiere delle meraviglie con esseri umani ingabbiati ed osservati ed ammirati quali oggetti di meraviglia senza prenderne in considerazione l’umanità ai nani (penso al giudice di Spoon River a cui De Andrè ha dato voce in musica) ai “pelosi” alle ottentotte ai siamesi e chi più ne ha più ne metta. Se la cosa vi incuriosisce un bellissimo saggio di Calvino contenuto in Collezione di sabbia vi aprirà la mente e la storia su questo punto.
Oggi ci spertichiamo per staccare, da una certa età in poi, il bello dal bello nella concezione dei nostri bambini, ci sforziamo di spiegar loro attraverso anche i libri che in questo sono risorsa fantastica ed inesauribile che
Sembra questo, sembra quello…
Sembra brutto, invece è bello,
sembra un cesto, ma è un cappello,
sembra un monte ma è un cammello…
L’importante è di capire
che si può sempre sbagliare,
e che spesso non vuol dire
quel che sembra e come appare…
(Maria Enrica Agostinelli, Sembra questo sembra quello, Salani)
Come vedete basta un attimo ed il brutto vi spalanca le porte della vastità e bellezza dell’umano, di quella “generazione che si dice umana proprio perché avviene a caso” (Calvino, La giornata di uno scrutatore, Einaudi,1963)!
Ma perché ho precisato da una certa età in poi? Perché per i bambini piccoli, diciamo tendenzialmente in età pre-scolare (ma più piccoli sono più questo è forte), il diverso, il brutto estetico, magari deforme, non è percepito come esterno ma come interno all’enciclopedia dell’esistente, le domande che il bambino si pone in questa fase sono ingenue, chiedono il perchè di una mutilazione o di una disabilità come lo chiederebbero delle foglie che cadono. Tutto è nel novero delle cose che esistono, tutto ugualmente degno di riconoscimento. Poi interviene il discernimento, mediato spesso malamente dalle parole che si sentono dagli adulti, poi tutto cambia ed è per questo che dai bambini piccoli dobbiamo ancora imparare molto!
Da loro possiamo innanzitutto imparare che anche il bello è cattivo a cominciare dalla perfida matrigna di Biancaneve che vi riportato nella bellissima illustrazione di Lacombe, bellissima ma perfida la cui perfidia, letta negli occhi la rende automaticamente ed inesorabilmente brutta! Provate a convincere un bambino piccolo (più piccolo è meglio funziona) che matrigna è esteticamente bella e con buona probabilità non ci riuscirete!
Perché l’anima davvero risiede nello sguardo per i bambini, con tutto il suo carico turbativo e perturbativo, pensate a quel bellissimo lungometraggio (decisamente per bambini molto ma molto grandi) che è Coroline (tratto dall’omonimo romanzo di Naigman edito da Mondadori) in cui nel mondo parallelo in cui tutto sembra più bello eppure tutto si rivelerà terrifico i personaggi hanno bottoni al posto degli occhi!
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Scena dal film Coroline e la porta magica di Selick |
Insomma, come vedete ce n’è stata per tutti i gusti, molta parte della discussione che qui ho tentato in malo modo di ripercorrere a grosse linee è stata in realtà scaturita dai libri che ciascuno ha portato all’incontro che ci hanno permesso di attraversare un po’ tutti i meandri infiniti in cui l’antitesi del bello si insinua. Vi presento rapidamente come sempre i libri portati in gruppo e quelli a cui abbiamo solo accennato ma che approfitto per indicare e vi preannuncio che l’ultimo incontro sarà di pomeriggio con pizza finale in data da definirsi ma soprattutto sarà dedicato al libro che vorrete simbolicamente donare alle compagne e ai compagni del gruppo perchè attraversino l’estate con l’intento di ritrovarsi compatti a settembre!
– Moritz Petz e Maja Dusìkova, Matilde e il piccolo mostro, Nord sud edizioni. Una deliziosa versione per bambini ed orchi di Vite di Enry James in forma di albo illustrato: chi sono i mostri e i normali?
Tutto dipende come sempre dal punto di vista!
– Non potevano naturalmente mancare le fiabe classiche proposte in diverse edizioni de La bella e la bestia e Il brutto anatroccolo a ribadire che brutto sì, però col riscatto finale! Un po’ come le sguattere delle favole che possono diventare principesse solo se compare una vicenda familiare recondita a consentirlo, il brutto può assurgere a personaggio principale degno in senso lato e pieno solo se poi diventa davvero bello!
– Mary Shelley (adattamento per bambini di Agnese Baruzzi), Frankenstein, WhiteStar, 2014.Eccolo qui il mostro umano per eccellenza, quello che scombina i piani, che si vendica (e un po’ ne siamo anche lo capiamo) perchè il suo creatore si rifiuta di dargli una donna, una creatura che potrebbe amarlo così com’è, lui reietto dalla società che chiede solo di essere amato! Siamo nel 1818 e forse per la prima volta, dalle mani di una donna, al mostro, al brutto cominciano ad essere attribuiti sentimenti umani, nel bene e nel male, il bisogno di amare ed essere amato ed il senso di vendetta (perdonate la brutalità della semplificazione!!)!
– Il grandissimo Pef a cui il nostro “libro peloso” deve anche il nome è tornato in splendida forma nell’immancabile Mostro peloso, Pizzicamì pizzicamè e lo splendido La bellezza del re tutti edito dalle edizioni El, esilaranti e imperdibili!
– Ramos, Sono il più bello, Babalibri. Un bellissimo lavoro di antitesi del pregiudizio sul lupo e sulla bellezza!
– Wolf Erlsbruch, I terribili cinque, edizioni e/o.
– Beatrice Alemagna, I cinque malfatti, Topipittori, 2014.
– Reinhardt Jung, illustrato da Anna Laura Cantone, La stanza degli specchi, in Id., Bambert e il libro delle storie volanti, Fabbri. Racconto molto intrigante sui rischi della bellezza e soprattutto degli specchi!
Concludo qui e lancio una proposta: gli specchi come primo tema a settembre?