“Gli invitati” di Bernard Friot e Magali Le Huche

Quando vado a casa di qualcuno la cosa che mi affascina di più è la sensazione di entrare nell’intimo delle persone, nei loro gusti personali, nella loro cultura, attraverso il linguaggio dei mobili, lo stile e il disordine o l’ordine. Nelle case per le vacanze poi solitamente ci troviamo di fronte a capolavori di ecletismo paccottigliesco per cui finiscono nelle seconde case da affittare tutti i resti delle soffitte spogliate.

Quando invece sono io ad ospitare cerco di far trovare tutto in ordine, pulito e sistemato perchè il mio ospite o la mia ospite si senta a casa mia perfettamente a suo agio, o almeno vorrei che così fosse e mi illudo che la sistemazione possa avere questo potere “accogliente.

Ma nessuno, proprio nessuno, può eguagliare Elena nel rito dell’ospitalità!
La sua casa con 9 stanze lungi dal parlarci di lei ci racconta dei suoi amici ospiti, per ciascuno di essi Elena è in grado di immaginare l’habitat ideale. Come? Mettendosi nei loro panni, diventando malinconica per preparare la stanza notturno della cantante lirica Lucia, tentando mosse di karate per arredare la camera di Ettore, campione di karate; diventa persino anfibio per creare la camera di Simone in cui tutto sembra un acquario, dal letto d’acqua (non il materasso ad acqua ma proprio il letto) alla boccia con la sedia a dondolo dentro.

Elena è davvero super, sa davvero assumere il punto di vista di ciascuno dei suoi amici e loro la ricambiano con gioia e riconoscenza per lo straordinario sforzo ed acume!Ma, un attimo, attenzione, ma siamo proprio sicuri che Lucia, Ettore, Rosetta, Oscar, Ludovica, Isadora, Simone e Luigi abbiano riconosciuto la stanza che Elena aveva immaginato per loro?

 

In due minuti, tutti hanno scoperto… la camera che gli piace!
Elena non riesce a capire: “la gente è veramente strana!”, pensa.

Ognuno ha scelto una stanza diversa da quella immaginata da Elena, ognuno ha scoperto un lato diverso di sè, abbandonato il proprio io per dar spazio al puro piacere, forse.
Ma Elena non si perde d’animo, entra in camera sua e…. già, ma qual è la caratteristica della camera di Elena? Lei che sembrava aver scoperto il modo di raccontare le persone in forma di arredamento, per lei cosa ha pensato? Una bella cameretta vintage anni ’70, parrucche, occhialoni e zeppe! La passione di Elena sembra essere quella del travestimento, in qualche modo, lei, che era convinta che le persone fossero come appaiono!

testefiorite gli invitati
 
 
testefiorite gli invitati

Lei no, lei è davvero come appare, ama camuffarsi, assumere il punto di vista di ciascuno dei suoi amici, e non lo nasconde affatto, anzi! Infatti la sua stanza è l’unica che davvero corrisponde all’interiorità di chi la vive!

Interiorità ed esteriorità si rincorrono in questo albo con il gran colpo di scena finale, tanto inaspettato per la sapiente costruzione narrativa e soprattutto illustrativa (le illustrazioni sono stupende), da lasciarci di stucco, da non capire immediatamente cosa sta accadendo.

Gli invitati, questo bellissimo albo di Bernard Friot e Magali Le Huche edito da Clichy, è anche un bellissimo gioco di osservazione, arrivi alla fine della prima lettura che da lettore sapiente sai cosa devi fare, accostare i commensali ciascuno alla camera che Elena ha preparato… è solo a questo punto del gioco-lettura che ti accorgi che i conti non tornano.
Aspetta un attimo, andiamo dai più semplici ai più difficili da individuare, e no, decisamente non ci siamo! Cosa è successo?
Il gioco si complica per capire a chi aveva pensato Elena per ciascuna camera e dunque dare un nome a tutti i 9 invitati, e al tempo stesso capire loro chi hanno voluto essere nello scegliere la stanza destinata ad un altro…

Bello, davvero bello divertente, spassoso e raffinato! Se ancora non avete avuto modo di vederlo correte a cercarlo, è davvero illuminante per tanti aspetti…

La vostra vita di ospiti non sarà più la stessa!

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