Libri da leggere al volo: “Un cane e il suo bambino” e “Orco qua, orco là”
Ad agosto solitamente i bambini cominciano ad annoiarsi, la gioia della libertà post-scuola si sta esaurendo, la nostalgia del gruppo di amici comincia a farsi sentire, anche il mare o la montagna (per chi li ha a disposizione per lunghi periodi estivi) cominciano a raccontare meno, a straviare meno.
E’ forse il momento in cui anche chi si è concesso uno stacco lungo magari pensa di fare qualche compito per le vacanze, tanto per fare qualcosa di diverso, o magari pensa che si è già letto quello che aveva messo in programma, o che magari vorrebbe proprio trovare un libro la leggere per rilassarsi e divertirsi.
Ecco, per tutti i bambini di 7-8 anni che si trovano in questo en-pass di tre quarti d’estate è dedicato questo post con due spassosissimi romanzi molto diversi tra loro ma accomunati dalla godibilità di lettura che sono sicura catturerebbe il 90% (per pura modestia) dei bambini a cui si provasse a proporli.
Silvana Roncaglia, Orco qua, orco là, Feltrinelli, 2003. |
Orco qua, orco là di Silvana Roncaglia edito da Feltrinelli (2003) è un romanzo in cui nomi e apparenze si aggrovigliano, si rivoluzionano, a cominciare dal protagonista, piccolo bambino che per puro capriccio della madre viene chiamato Peonia Rosa (pur essendo maschio) che inconsapevolmente lo espone al pubblico ludibrio di compagni e maestre; ma anche dal titolo in cui si nasconde la vera natura della storia, dei protagonisti, e del libro stesso. Questa apparentemente non è una storia di orchi, almeno non fino a circa metà libro quando il colpo di scena incollerà i lettori alla sedia, però è sin da subito la storia di un padre burberissimo che ad un orco ci assomiglia proprio, a cominciare dai rutti (segno distintivo importante) e dalle imprecazioni continue da cui “Orco qua, orco là” del titolo. Ma tutto piano piano assume contorni più definiti, il momento del riscatto per Peonia Rosa dopo anni di soprusi psicologici e fisici la sua rivincita sarà un’autentica rivoluzione di destini, a cominciare dal suo!
Tutto il racconto è molto divertente e sufficientemente schifoso per gli amanti del genere un po’ splatter ma la trovata più divertente è il modo di parlare di Peonia che non riesce, nemmeno per sbaglio a pronunciare un nome o a esprimere un concetto in forma corretta generando equivoci a non finire che rendono la lettura molto ridicola! A tutto c’è una spiegazione, anche alle rivoluzioni letterali di Peonia ma non ve le svelo, il libro vale la pena di essere goduto e se vi siete appassionati agli orchi della Gandolfi allora sappiate che anche lei ci ha preso gusto ed ha scritto anche Orchi sottosopra e il Morso dell’orco!
Eva Ibbotson, Un cane e il suo bambino, Salani, |
Non splatter ma pura azione ed intrigo la lettura di Un cane e il suo bambino, di Eva Ibbotson edito da Salani, è perfetta per catturare i lettori nella rete del plot, della trama articolata di cui bisogna seguire ogni passaggio con attenzione. Nel bambino Hal disperatamente solo che desidera solo avere un cane molti piccoli lettori potranno immedesimarsi, ma forse ancor di più riusciranno ad immedesimarsi in uno dei cani della truppa in marcia per salvare se stessi e la solitudine di Hal: il bastardino Macchia (protagonista indiscusso della storia sin dal titolo), una barboncina, un san bernardo, un collie e uno shitsu. Ha ragione la Buongiorno a dire che l’inizio è un po’ di maniera ma la narrazione procede spedita e accattivante, incuriosisce e spinge una pagina dietro l’altra, i caratteri dei cani e le vicende che si intrecciano sono estremamente curate nei dettagli mentre la vicenda dei bambini, volutamente tratteggiata con più discrezione, fa da sfondo rendendo l’intera avventura verosimile.
Un racconto di liberazione in piena regola con due bambini (la seconda è una bambina che accompagna Hal nella fuga) al seguito di 4 cani che, fortunatamente, li tolgono sempre dai guai, e un investigatore privato alle calcagna strapagato dai genitori di Hal alla ricerca del figlio che sono certi sia stato rapito. Un racconto che dà fiducia nella possibilità di ribellarsi ai soprusi fisici e psichici che siano e che dà all’infelicità di alcune situazioni familiari ingessate statuto oggettivo di narrazione.
Cosa succederà alla fine? Macchia, il bastardino, dopo tante vicissitudini, potrà finalmente vivere con il suo adorato bambino? Ma, soprattutto, cosa succede del resto della truppa?
Ad ogni vita la giusta ed equa conclusione, uno spazio finalmente di felicità a misura di ciascuno e i cattivi… tutti puniti, almeno nei libri per bambini di questo si può essere sicuri!