“Il mondo fino a 7”
Holly Goldberg Sloan, Il mondo fino a 7, Mondadori, 2015
Oltre al numero 7, Willow ha due grandi ossessioni. Le patologie. Le piante.
Già avere a che fare con qualcuno che ha delle ossessioni invece che delle passioni è piuttosto interessante, se poi pensate a di che tipo di ossessioni si tratta avrete già inteso che il libro che vi racconto stasera è un romanzo particolare come la protagonista che lo attraversa.
A Willow Chance (il nome è già tutto un programma) ci si affezione senza accorgersene, quasi contro voglia, conquista le persone che incontra così come il lettore, giorno dopo giorno, pagina dopo pagina fino alla fine quando effettivamente diventa difficile separarsene.
Credo che, volendo tentare una definizione, Willow potrebbe essere descritta come una ragazzina di 12 anni dotata di un’intelligenza geniale e forse con qualche tratto che potrebbe far pensare a qualche forma di autismo…Willow interpreta i dati di realtà per come le appaiono, è priva di capacità di intendere immediatamente l’ironia, lo slang o alcune metafore. Il suo è un mondo scientificamente definito, contabile per 7, studiabile in ogni aspetto col puro metodo empirico e la cui esistenza e sussistenza, come di fatto biologicamente è, si basa sul mondo e modello del mondo vegetale di cui è autentica scienziata.
Willow conta tutto per 7, o diviso sette, insomma questo è il numero della perfezione per la sua personale visione del mondo: un numero primo in grado di spiegare oltre le coincidenze la complessità dell’esistente. Finchè un giorno il sistema non regge più, il mondo di Willow crolla e sembra che non le lasci alcuna Chance oltre il suo cognome: entrambi i genitori muoiono in un incidente stradale lasciando il piccolo genio da solo e senza alcun amico o parente in grado di potersene far carico. Una parola rintracciare il pensiero segreto del mondo nel 7 quando si viene travolti e spazzati via da un evento tale che non esistono nemmeno libri a parlarne!
Se fossi un editore, inizierei subito una serie di libri per i ragazzi che sono costretti ad affrontare la morte della madre e del padre. E includerei un’intera edizione per quelli che hanno perso entrambe i genitori contemporaneamente.
Scrive Willow. La vicenda si complica, il caso – apparentemente non governato da alcun numero – fa accogliere Willow in una famiglia a dir poco particolare di origine vietnamita, non vi racconto il come e per come della trama, è assai articolata e vale la pena leggerla, quello che mi preme senz’altro è notare che nell’articolarsi delle vicende negative, nel divincolarsi di Willow tra le pagine della sua stessa storia non prevale mai alcuna forma di negatività, mai il pessimismo o la commozione nel senso negativo del termine travolge il lettore. Chiunque incontri Willow Chance, anche nel peggiore dei suoi momenti, ha una nuova opportunità di esistenza, trova la spinta a modificare la propria vita. Lo stesso accade al lettore che pagina dopo pagina lungi dall’esser travolto dalle disgrazie, davvero non trascurabili, della protagonista, viene piuttosto sollevato e trasportato dalla scia di “magia” di vera possibilità di cambiamento che questo piccolo salice piangente disadattato si porta dietro.
Il ritmo narrativo accompagna la storia con una scelta interessante di dividere i capitoli in alcuni in prima persona raccontati da Willow ed altri in terza persona, eterodiegetici. L’interessante è che la narrazione procede di pari passo, ovvero i capitoli, pur con i diversi punti di vista, raccontano esattamente gli stessi episodi, producono gli stessi flashback ma si arricchiscono a vicenda proprio grazie al cambiamento della voce narrante che evidentemente cambia l’interpretazione della vicenda e del mondo.
Come detto non vi racconto la trama, vi raccomando di leggerla, vi dico però che il romanzo finisce bene, Willow sarà presa in carico da una serie di persone improbabili ma perfettamente in linea col nuovo inizio che Willow ha portato nelle vite di ciascuno. Il mondo non è più numerabile per 7 perchè quello che è rotto si è rotto per sempre ma Willow scopre che basta contare FINO a 7 per ricostruire una nuova parvenza di mondo in cui anche le proprie ossessioni, rivedute e corrette alla luce degli aventi, possono trovare nuova possibilità d’esistenza.
Il mondo fino a 7 di Hollu Goldberg Sloan è un romanzo per ragazzi edito nel 2015 da Mondadori e disponibile anche in ebook, è perfetto per i ragazzi dai 12 anni in su e ancora una volta mi spinge a notare che mentre è davvero difficile imbattersi in un romanzo (per adulti) di grande respiro e piacevolezza di lettura, non è affatto lo stesso per la narrativa per ragazzi dove c’è tanta paccottiglia ma anche prodotti di grandissima qualità da leggere senza aggettivi com’è il caso del Mondo fino a 7.
Il finale non mi ha conquistata, a dire il vero, ed intendo proprio l’ultima riga, semplice e concisa che trancia di netto la narrazione ma forse ripensandoci è proprio ciò che l’autrice ha voluto fare: una chiusa netta, senza strascichi o fronzoli linguistici nel momento in cui il quid della narrazione si è risolto, ma soprattutto nel momento in cui Willow Chance entra in una nuova possibile esistenza semplificata, non necessariamente soggetta ad articolazioni e concettualizzazioni verbali e mentali oltre il necessario.
Ai ragazzi Willow parlerà della possibilità di conoscersi proprio rispecchiandosi nella genialità altera e diversa di questa ragazzina inevitabilmente disadattata…
Se conosci il mio giardino, conosci me. E’ il mio santuario. Il fatto che non siamo in grado di ricordare i nostri primissimi anni di vita è una tragedia. Ho la sensazione che quei ricordi potrebbero essere la risposta alla fatidica domanda: “Chi sono io?”.