“Chi trova un tesoro trova un pirata” libro per bambine e bambini
In questi giorni e mesi pare che il più grande problema di diverse città e regioni d’Italia sia il ritorno al medioevo (con tutto il rispetto per il medioevo): la guerra alla cultura della diversità di genere, al gender, come la chiamano con terribile e cacofonico neologismo!
Da Venezia, con tristissimo primato, a Padova alla Lombardia ed ora fino alla Sardegna, la follia del dover garantire i bambini nell’appartenenza al proprio genere sessuale ha dell’incredibile. Tuttavia questo dell’educazione di genere è un problema che l’Italia, e non so se anche altri Paesi europei ma ad occhio e croce direi di no, non è mai riuscito a digerire ed elaborare, erano gli anni Sessanta e poi Settanta quando si credeva di essere a buon punto con la rivoluzione culturale che non divide l’educazione, la comunicazione, l’educazione affettiva e chi più ne ha più ne metta tra “quella per i maschi” e “quella per le femmine”. E invece non solo siamo punto e daccapo ma siamo mooolto peggio!
Alcune realtà editoriali da qualche anno hanno cominciato a fare di questa battaglia culturale un vero e proprio marchio, nel senso buono del termine (una volta tanto), la cifra esatta della propria attività (avevo già affrontato l’argomento qui), per mettere letteralmente sottosopra i pregiudizi di genere rivolgendosi direttamente ai diretti interessati, bambine e bambine.
Sottosopra, proprio come il nome della collana editoriale che Giralangolo (EDT edizioni) ha dedicato programmaticamente a bambini e bambine per dissacrare attraverso le storie gli stereotipi di genere.
Dei 12 titoli sin qui pubblicati non tutti hanno lo stesso spessore letterario ma l’intera operazione ha indubbiamente il merito di giocare volutamente su ruoli e generi scardinando attraverso le storie preconcetti in cui purtroppo i bambini sono ancora, e oggi più di ieri, incastrati dagli adulti; questo di per sé comporta a volta il rischio di avere delle narrazioni un po’ didascaliche, tenute narrative fragili, che però nulla tolgono alla bontà del progetto editoriale.
Alcuni titoli della collana sono davvero molto ma molto belli anche dal punto di vista estetico e narrativo, tra cui indubbiamente Tito lupotti, Amelia che sapeva volare, Il grande libro dei mestieri e il nuovo nato Chi trova un tesoro trova un pirata.
E’ inutile negare, tutti i bambini prima o poi attraversano la fasepirati, ma tutti i pirati sono maschi e massicci, baffuti ed armati, Giralangolo ha penato di proporre una storia nata da un percorso di Bottega finzioni, scritta da Francesca Bossini e illustrata da Agnese Baruzzi, in cui il pirata, anzi la piratessa è una smilza e lentigginosa bambina che parla come un lupo di mare e passa le giornate a cercare tesori setacciando la spiaggia dalle porcherie.
Perché una volta tanto non proporre una piratessa bambina e femmina invece dei soliti omoni baffuti con le lame tra i denti? E non una docile bambina dolce e carina accolta dalla ciurma ma una vera e propria piccola comandante piratessa rispettata dai membri dell’equipaggio ed in grado di valorizzare e scegliere i propri sottoposti oltre le apparenze. Il braccio destro di Lilla sarà un timido bambino con gli occhiali che tanto avrebbe preferito rimanere a leggere di pirati e a cui invece è toccato in sorte di incarnarne uno….per quanto anomalo…
La storia di bambina pirata è divertente e fresca e la grafica dell’albo aiuta la narrazione rendendola più movimentata e varia e sicuramente attirerà occhi e orecchie di bambine e bambini che forse si stupiranno e che forse potremo far immaginare proprio a partire dal proprio stupore. Questo albo è stato insignito del premio “Narrare la parità”.
Insieme a Chi trova un pirata trova un tesoro Giralangolo ha edito anche Il re che non voleva fare la guerra, qui il pregiudizio su cui si “gioca” non è quello di genere bensì quello politico di un re che se non ha un esercito e non prova a espandere il proprio segno che razza di re è!
E se finalmente ci educassimo, noi prima dei bambini, alla non violenza…tra generi o popoli poco cambia? In attesa della prossima rivoluzione i libri per bambini ci offrono ancora una volta l’opportunità di apparire come adulti migliori e per questo ringraziamo i libri, le case editrici che lavorano con coerenza e qualità.