“II segreto di Garmann” di Stian Hole

E’ passato quasi un anno o forse persino qualcosa di più da quando Garmann, tredici ore prima dell’inizio del primo giorno di scuola, solo nella sua camera, aveva paura.

E’ passato quasi un intero anno scolastico, lo si deduce dai denti incisivi delle gemelle Hanne e Johanne che ormai sono ricresciuti e dagli abiti già estivi. Chissà se Garmann almeno un dente lo ha perso nel frattempo. Quello che sin da subito sappiamo è che Gamann continua ad avere paura quando gli battono le mani davanti agli occhi, e non solo, e che ha perfettamente appreso “le regole del cortile della scuola e sa che quando i bambini si mettono in cerchio e ridono è il momento di allontanarsi prima di trovarsi circondati”. Garmann ha imparato che è meglio starsene all’ombra dell’albero perché in questo affollatissimo cortile abitato da bambine e bambini di ogni sorta può essere un bene cercare di diventare invisibili.
Hanne e Johanne continuano ad affollare la mente di Garmann che però non le teme più, non tutt’e due, almeno, però in qualche modo continua ad invidiarle, e non perchè sanno fare tutto quello che lui non sa fare, ma perchè in loro portano il segreto di come si possa essere diversi pur essendo identici. E’ un pensiero, questo dell’identità-identicità che ossessiona il racconto del Segreto di Garmann, le foglie verdi non sono mai del tutto uguali, le gocce d’acqua nemmeno, le gemelle neppure. Una resta una vera bulletta ma Johanne….Johanne no, ha un segreto e lo vuole condividere con Garmann.
Non pensiate che vi sveli il segreto dei bambini perchè sarebbe davvero deontologicamente scorretto però vi dirò, se mi seguirete fino in fondo, qual è secondo me il segreto a cui accenna il titolo.
Tra la gemella e Garmann inizia un’avventura profonda, la più profonda che ci sia: la condivisione di un segreto li porta non solo a trascorrere molto tempo insieme scoprendosi molto simili (nonostante siano così fisicamente diversi) nelle paure, nelle gioie e negli interessi, ma anche a condividere pensieri abissali, quelli che solo i bambini hanno il coraggio (perché non vi trovano nulla di strano) di formulare e soprattutto di trovar loro un risposta. Il dialogo su Dio, per esempio, è un capolavoro, sommato poi alla scelta grafica di voltare la pagina per farla leggere in verticale, e all’illustrazione diventa davvero una pagina di letteratura da cui non si torna indietro.

Garmann sta  al gioco e si arrampica vicino a Johanne.

“Tu dici che riusciamo a vedere Dio lassù?, dice lei.

“Forse se abbiamo pazienza”, risponde Garmann e fa finta di mettere a fuoco un telescopio. “Pronto, Terra!

Qui è il compagno Juri Gagarin, il primo astronauta nello spazio.

Io lassù non vedo nessun Dio“, dice alterando la voce.

“Pronto! Qui è la torre di controllo. Forse è perché non sai cosa cercare!”, ride Johanne. Poi l’altoparlante gracchia di nuovo. “O forse Dio è in vacanza. Passo e chiudo“.

Che ve ne pare? Non mi colpisce il contenuto del dialogo, chi ascolta i bambini sa che sono capaci di pensieri davvero grandi, come dice Franco Lorenzoni. Quello che davvero mi allibisce della scrittura di Hole è che riesce a dare forma in lettere e immagini al vissuto interiore dei bambini! Qui, forse in maniera più profonda, o forse semplicemente più complessa che nel primo incredibile meraviglioso L’estate di Garmann. Lara dice che questo libro è più bello del primo, che pure amiamo moltissimo, non so se abbia ragione ma il perché lo senta così è molto interessante. Ne L’estate di Garmann la vicinanza con Garmann è forte e profonda, la condivisione della paura lega il lettore al protagonista facendoli dialogare. Ma quello che Il segreto di Garmann  riesce a fare “in più” è creare complicità!
Non chiedetemi come sia possibile ma è così. I bambini e le bambine sanno esattamente cosa sta  succedendo a Garmann, i formicolii, i silenzi, perché è esattamente quello che sta succedendo a loro,
condividono con lui questo segreto.

Se noi, adulti, ci mettiamo un po’ a capire di quale segreto stiamo parlando, depistati da ciò che il racconto sembra esplicitare in tal senso (ve l’ho detto, non ve lo dico!!), i giovani lettori intendono immediatamente che qui si sta parando di altro. Qui si sta parlando di amore.
Qui si sta parlando del tempo è di come fermarlo.

Le bambine e i bambini conoscono il segreto di come fermare il tempo e questo, incredibilmente, non toglie niente alla paura di crescere. 

 

La trilogia di Garmann è edita in Italia da Donzelli.
Stian Hole è autore e illustratore norvegese che ha vinto una quantità di premi impressionanti e di cui tantissimo si è parlato l’innovazione della sua tecnica di illustrazione che combina foto, disegno e grafica digitale, ma non meno innovativa è la sua maniera di narrare. Pulita, essenziale, indubbiamente legata ad uno stile nordico da cui davvero possiamo imparare tanto per quanto riguarda la considerazione e la cura dell’infanzia.

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner