“Il bassotto e la regina” di Melania Mazzucco
Ho letto questo breve romanzo ormai diversi anni fa, quando uscì come strenna natalizia di Einaudi, nel 2012 e da allora questa storia non mi ha mai lasciato, a volte ritorna nei pensieri, sempre lì presente a farmi memoria dell’esistenza del male e del bene….
Melania Mazzucco, scrittrice poliedrica ma sempre rivolta ad un pubblico adulto, con Il bassotto e la regina tenta in maniera densa e riuscitissima a parlare anche ad un pubblico di giovani lettori e lettrici regalandoci un romanzo delicato e crudo al tempo stesso, proprio come la grande letteratura per ragazzi sa essere.
La storia è abbastanza intricata e complicata da attirare la curiosità e riguarda la scoperta e lo smascheramento di un traffico illecito di animali nello scantinato di un condominio rispettabile in cui vive Platone, un placido e salottiero bassotto che sin qui non aveva mai incontrato emozione più grande dei giardinetti pubblici insieme al suo amico umano. Tra gli animali rinchiusi in condizioni di estremo disagio nello scantinato ce ne sono anche di esotici e rarissimi come, tra gli altri, una tartaruga leopardo (la saggissima e vecchissima signora Leo) vero e proprio coro (nel senso delle tragedie greche) della narrazione, una scimmia, e una levriera afgana di una bellezza mozzafiato che fa dimenticare a Platone i giardinetti e lo trasforma in una specie di furia animale disposta a tutto pur di salvare il mondo in cui vive il suo amore.
Le vicende che si susseguono sono cupe e talvolta tragiche, molto tragiche, ai malviventi non va tutto come avevano previsto ed alcuni animali, come dire, vengono eliminati per essere utili (dal loro punto di vista) in altro modo, la signora Leo in primis che viene uccisa dopo una lotta feroce per poterne ricavare qualcosa dal carapace visto che chi doveva acquistarla viva non l’ha voluta più. Una scena violenta e forte tanto che la signora Leo non rimarrà impressa solo nel lettore ma ancor di più nella mente del “cattivo” che non potrà più dormire un sonno tranquillo senza che la tartaruga lo turbi con la propria presenza almeno fino a quando… tutto prende la piega finalmente giusta,
Ve lo dico subito, il lieto fine c’è ed è completo, non voglio nemmeno immaginare come siano venuti fuori dei cuccioli da un bassotto e da una levriera afgana, ma l’amore è amore. Forse vi state domandando se è il caso di far leggere a una ragazzo o una ragazza un libro esplicitamente forse, che tocca corde profonde.
La risposta è, secondo me, che proprio qui sta la forza della Mazzucco. Il suo pubblico è fatto di lettori e lettrici, anche molto giovani, a cui non ha paura di raccontare il dolore. Niente di edulcorato o divertente, ma una storia attraente, crudele e a suo modo gioiosa come la vita di un qualunque adolescente esposto per altro regolarmente ad un livello di violenza inaudita.
Qualcuno ha letto in queste pagine una sorta di favola esopica, un racconto filosofico con protagonisti animali che ci racconta il mondo delle virtù e difetti umani, una fiaba sull’amore e la solidarietà . Devo esser sincera, io tutta quest’aria da favola non l’ho respirata, sono caduta nel libro con tutto il mio essere amante degli animali, della giustizia e, soprattutto, della buona letteratura in cui, se l’autore è bravo, la sospensione dell’incredulità basta a se stessa.
Le pochissime illustrazioni sono ironiche e bellissime e vengono dall’inconfondibile mano di Alessandro Sanna.