“Come funziona la maestra”
Alla mia maestra
Spesso, ragionando di promozione della lettura ma soprattutto di approccio all’infanzia mediata o meno dai libri, mi capita di pensare che le potenzialità che la scuola, la maestra, ha, sono enormi, nulla di paragonabile a quanto un esperto esterno, un lettore professionista, un formatore può fare incontrando i bambini. Anche per questo con Teste fiorite preferisco, nonostante sia immensamente più bello lavorare con bambini e ragazzi, incontrare educatori, insegnati, genitori, insomma adulti che in qualche modo possano influire “a cascata” molto di più di chiunque altro.
Già, ma chi è la maestra? E soprattutto cos’è e come funziona la maestra?
Perchè la maestra non è affatto una persona “normale” come ingenuamente siamo portati a pensare, bensì un’autentica entità astratta, una vera e propria istituzione con proprie specificità esteriori, oggettive, tecniche, capacità e difetti di produzione. Nessuno ha mai pensato di creare un catalogo delle maestre, sarebbe lunghissimo, più di quello del Don Giovanni raccontato dal Leporello, tuttavia qualcuno ha pensato fortunatamente di categorizzare l’oggetto maestra fornendone un piccola enciclopedia portatile in cui poter ritrovare le maestre di sempre e dovunque, dalle primitive piene di peli a quelle sottili che parlano in musica, ma soprattutto, e qui sta l’assoluta genialità del libro che vi racconto in questo venerdì uggioso, il ricordo della propria maestra così come ciascuno l’ha codificato nel proprio cuore prima che nella memoria; l’odore della propria classe, l’emozione delle poesie mandate a memoria che ancora risalgono dagli abissi delle sinapsi ogni volta un ritmo o una parola le richiami a galla.
Come funziona la maestra scritto da Susanna Mattiangeli e illustrato da Chiara Carrer, edito da Il Castoro, è un albo illustrato che sorprende ad ogni rilettura, tutte le volte che lo rileggo, lo riapro scopro una maestra che non avevo notato, ricordo una parte della mia maestra che mi sembrava di aver dimenticato.
Ci sono maestre a righe, a quadretti, a fiori, a colori, a spirali…ci sono maestre maschi!! Scusate ma a questo punto mi scappa sempre il sorriso pensando all’idiozia del nostro sindaco Brugnaro…se lo sapesse chissà se censurerebbe anche questo libro (e chissà cosa penserà di questo post il lettore tra qualche anno…).
Ma ciò che più sorprende del testo, e delle illustrazioni strepitose della Carrer che con la sua tecnica di collage e disegno parla lo stesso linguaggio dei bambini, è che riesce a restituire all’essere maestra l’identità di creatura magica e inafferrabile, ineffabile, che quando la si incontra alla fermata dell’autobus come una “normale” persona ci emoziona, che ci pare impossibile possa fare la spesa in un “normale” supermercato come i comuni mortali!
La maestra ha poi la capacità di….restare sempre la stessa nonostante col tempo si rimpicciolisca. E non si restringe perché, come la vecchia di Cent’anni di solitudine, è ultra centenaria ma perché i bambini, come ci ricorda Beatrice Alemagna, sono bambini solo per un po’ e poi crescono, all’improvviso, senza nemmeno accorgercene, e quando questo accade anche le dimensioni e le grandezze dei ricordi si relativizzano; la maestra, la classe, che ci parevano così lontani e grandi perché la loro dimensione emotiva era, per noi bambini, incommensurabile.
Sono passata dal discorso impersonale al noi inclusivo senza nemmeno accorgermene perchè questo libro sulle maestre parla a me in prima persona, avrete forse notato che questo è l’unico post di Teste fiorite, fin’ora, ad avere una dedica.
E’ la dedica alla mia maestra ma in qualche modo a me stessa bambina che mi sono ritrovata nella mia classe delle elementari in questo racconto, proprio come adesso, ci si ritrova mia figlia, dopo quasi trent’anni, con la sua maestra, i suoi compagni e le sue compagne, una delle quali figlia di una mia compagna di scuola…tutto torna, LA maestra (quella che ti cambia la vita e il ricordo) resta.
Ecco, la maestra sa essere, quella creatura che traghetta i bambini dall’essere persone piccole solo per un po’, ad essere persone grandi; solo lei, magicamente, riesce a rimanere identica a se stessa nel tempo della vita e del ricordo.
Le maestre a un certo punto diventano maestre di qualcun’altro. Si possono rivedere dopo un po’ di tempo, per la strada, al cinema, al mercato, e sembrano grandi come gli altri. Però quando se ne incontra una, si capisce.