“La fabbrica delle meraviglie” di Sharon Cameron

Adesso vi dico esattamente perché, secondo me, un’ adolescente (con e senza l’apostrofo) potrebbe potenzialmente innamorarsi di un libro come questo.

Perché la Fabbrica delle meraviglie di Sharon Cameron, edito da Mondadori, ha in sé l’odore di brughiera e il vento tempestoso che si respira nei libri delle Bronte ma…senza le sorelle Bronte.

Comprendo che questa affermazione può apparire contraddittoria nell’intento di reggere la bellezza del libro, eppure vi dico che secondo me la sua forza è proprio qui, nei quasi due secoli di distanza da quei libri amati da generazioni di donne ma che forse non sono più tanto… di moda e mi perdoni il termine.
Intendo dire che non penso molte ragazzi e molti ragazzi si avvicinino di questi tempi con naturalezza alla letteratura ottocentesca, a meno che non si tratti di grandi lettori e allora…è tutto un altro paio di maniche.

Ma chi legge poco/niente può invece essere catturato dalle avventure della signorina Tuleman, nonostante l’ambientazione “in costume” come lo farebbe un…fantasy perché il percorso di crescita e conoscenza di sé che la protagonista intraprende, compresa la fine inattesa, non del tutto positiva ma nemmeno del tutto negativa, è quello di qualsiasi adolescente anche dell’era 2.0. Scoperte, disabilità, genialità, amore e paura sono affrontate con linguaggio adeguato che di Jane Eire hanno la bellezza del modello ma al tempo stesso della nostra era hanno la metafora esistenziale che in fondo è la chiave di ogni buon romanzo per ragazzi.

Si può leggere la fabbrica delle meraviglie a cuor leggero, prendendolo e lasciandolo, dedicandogli 1 minuto prima del sonno ma comunque vi trascinerà con sé nel laboratorio della meraviglia della scoperta del sé con tutti, ma proprio tutti, gli strumenti retorici a disposizione di una esperta scrittrice.. Scoprire in fondo che lo spunto è una storia vera non solo non ha sminuito ma aumentato la curiosità per la storia appena finita che, se prima ci era parsa parlarci di noi stessi o, per distenderci e illuderci, di una storia di finzione; dopo riflette in più la luce della Storia che un po’ retroilluminazione qualunque lettura, anche la più ingenua.

Romanzo per ragazze? Qui mi appello alla carta dei diritti dei maschi che vi racconterà al ritorno da Roma: il diritto di leggere romanzi d’amore e piangere al cinema né più né meno quanto le femmine hanno il diritto alle storie di paura e spionaggio. Certo la possibilità di identificazione col personaggio da molto…ma non tutto e anche qui maschi hanno pur il diritto di riconoscersi in qualsiasi personaggio almeno quanto Flaubert si riconosceva in Madame Bovary!

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner