Dentro me credo di aver scritto questo post almeno 365 giorni, probabilmente di più…Infatti ho controllato e ricontrollato per avere la certezza di non aver mai messo in pratica un proposito tanto pressante.
Questo è un albo che ha cambiato completamente la visione della letteratura per l’infanzia che avevo e credo sortisca più o meno lo stesso risultato in tutti gli adulti a cui sin qui l’ho presentato. Ai bambini credo che possa, semplicemente, ma in qualche modo, cambiare la vita.
Per tutti quelli che ci incappano dentro, secondo me, c’è un prima e un dopo di questo libro. Dopo averlo incontrato gli occhi necessariamente guardano con sguardo diverso.
Io non sono sempre stato io.
Prima di essere me, non ero dentro me.
Ero Altrove.
Altrove è tutto tranne me.
Un incipit così difficile da ignorare…un incipit così, qualunque età abbiate dai 3 anni in su ti fa drizzare l’orecchie, attenzione, qualcuno sta parlando di me, anzi, sta parlando dentro me e….sorpresa…quel qualcuno non sono io, o almeno non ancora.
La storia di questo me che vaga dentro di sè sotto il sole cocente nel più totale silenzio avvolto dal buio ed in compagnia di un orco che gli assomiglia, solo è più grande e con le labbra blu, sembra già di per sè angosciante. Le mamme a cui ho letto oggi
Dentro me di Alex Cousseau e
Kitty Crowther edito da Topipittori, non hanno retto nemmeno l’illustrazione della quarta di copertina quanto sembra forte eppure, rassicurate, chiesto loro di lasciarmi finire la lettura si erano illuminate.
E’ l’illuminazione dello stupore e della presa di coscienza quella che Dentro me sa provocare, negli adulti…e nei bambini?
Nei bambini provoca, credo, un pressochè totale riconoscimento di se stessi in alcune situazioni di disagio, quando l’identità vacilla (il che può avvenire da quando ci si riconosce a stento per la prima volta in uno specchio, a quando vi ci si guarda per l’ultima volta). Questa è la grandezza di questo albo: è tanto perfetto e immediato nell’interpretare in maniera anche visivamente forte – benchè mai aggressiva, mai angosciante agli occhi del bambino grazie alla straordinaria capacità compositiva delle immagini di Kitty Krowther – l’angoscia del cercare la via del riconoscimento della propria identità e del proprio potere dentro se stessi per i bambini; quanto è respingente per un adulto che deve offrire il libro al bambino.
Due facce di una stessa medaglia come non di rado accade per la letteratura per l’infanzia.
Lo dico apertamente. Ricordo esattamente il momento in cui questo albo è arrivato in libreria tra le novità così come ricordo esattamente il pensiero che mi è balenato, ero sicura della sua invendibilità (e su questo forse non avevo tutti i torti perchè per riuscire a venderlo bisognerebbe fare un corso di formazione a quasi tutti i genitori e educatori sulla piazza) ma solo dopo mi sono resa conto della sua grandezza.
Anche l’immagine più forte, dal punto di vista visivo, quando il bambino, o bambina chissà, urla fiamme per rompere l’insostenibile silenzio del deserto dentro di sè; o quella in cui il protagonista decide di farsi mangiare dall’orco pur di conoscere il mistero che lo rendeva prigioniero; o l’immagine, questa più verbale, del fiume di sangue su cui ogni sera l’io e l’orco si giocano la vita facendo saltare sassi, hanno una dolcezza, una pacatezza, nella composizione delle tavole e del linguaggio (tenendo anche conto di una buona traduzione) da non risultare mai puramente paurose o insostenibilmente angoscianti per li bambino.
C’è sempre una costruzione pacata, catartica, che ci porta verso il necessario lieto fine per diventare davvero padroni di noi stessi rompendo il silenzio ed accettando non solo di guardare l’orco ma farci mangiare da lui per guardargli dentro!
Se riusciamo ad accompagnare i nostri bambini in questo percorso che loro comunque fanno, ma da soli, abbiamo fatto un pezzetto del nostro dovere.
L’impressione iniziale di crudezza delle immagini si scioglie, anche all’occhio dell’adulto a cui va spiegato tutto pezzo per pezzo costruzione per costruzione, nella totale e assoluta catarsi. La vittoria dell’io dentro se stesso e per mezzo della parola!
Ma che cosa meravigliosa deve essere incontrare il proprio orco e urlare fuoco tanto da farlo inginocchiare e ridurlo ad una resa totale ed incondizionata!
Va bene, hai vinto. Sei tu il re, per sempre. E io sparisco, per sempre.
Che meraviglia!
Lo so, nella vita, negli anni, nelle piccole quotidianità torneranno tanti orchi ma non saremo più impreparati. “Dentro me sono io che comando” e basta! Tutto adesso si può affrontare e a capo scoperto, infatti nell’ultima finalmente fiorita e catartica illustrazione l’io ha finalmente abbassato il cappuccio. Niente più cappucci, di nessun colore, niente più lupi, il bosco si attraversa a testa alta con la consapevolezza di farcela.
Se vi viene in mente messaggio più grande, in ogni senso da dare ad un piccolo di 3 anni, ad un bambino di 6 ad un ragazzo in crescita di 9 o a una dilettante come me di 35 anni ditemelo.
p.s l’età in cui si propone questo testo dipende completamente da chi lo media, la casa editrice lo dà dagli 8 anni ma anche a 3-4 anni si apriranno nuovi mondi!
Invece io lo voglio. È arrivato nel mio immaginario proprio un giorno in cui pensavo ad una serie di disegni per esprimere l'incomunicabilitå tra il dentro ed il fuori…l'illustrazione mi ha tolto le parole di bocca. Il testo rinfrancato ….bellissimo….questi bambini seduti dentro il corpo che questa vita gli ha donato, ma già grandi, già persone intrappolate nella spesso deturpante condizione dell'infanzia…davvero commovente profpndo e raro….lo voglio lo.voglio….