“James e la pesca gigante”

Non penserete mica che siccome è pasquetta Teste fiorite e Adolfina de Marco saltino il preziosissimo appuntamento con la rubrica del lunedì di Dahl! Non avremmo assolutamente potuto permettere che qualcuno di desse alla depressione per questo e quindi siamo qui entrambe puntualissime con un libro forse dei meno noti del grande Roald ma….

Ce lo racconta come sempre Adolfina, ecco a voi James e la pesca gigante

James and the giant peach è il primo romanzo per ragazzi di Roald Dahl, quello che segnò la svolta nella sua vita e nella sua carriera di scrittore dedito al teatro e al cinema. 

Il romanzo uscì nel 1961 in America e fu letto da bambini e da adulti. 

In Italia è approdato, con molta calma, nel 1993 per tipi della Salani con le illustrazioni di Emma Chichester Clark, un’illustratrice britannica, l’edizione oggi in commercio è sempre Salani ma presenta le illustrazioni di Quentin Blake, disponibile anche nella nuovissima edizione per il centenario.

James è un bambino felice che rimane orfano dei due genitori il giorno in cui un rinoceronte, fuggito dallo zoo di Londra, li sbrana. Da quel giorno il bambino viene accolto dalla zia Stecco e dalla zia Spugna che abitano in una casa isolata in cima ad una collina. 

Le zie, come molti degli adulti dei romanzi di Dahl, gli proibiscono di giocare, lo costringono a lavorare, lo maltrattano e lo beffeggiano finché in una giornata torrida, mentre sta spaccando legna di fronte alle zie rilassate sotto l’ombra di un albero, James chiede loro di essere accompagnato al mare per rinfrescarsi. 

Di fronte a tale richiesta le zie lo insultano e lo minacciano; preso dallo sconforto e dalla disperazione  il piccolo protagonista si allontana per andare a piangere in mezzo al frutteto e proprio lì, in quel luogo, compare un ometto che gli regala un sacchetto che contiene dei granellini verdi simili a cristalli. Quei granellini avrebbero potuto rendergli la vita meravigliosa basta usarli nel modo “giusto”. 

Preso dalla speranza di uscire dall’inferno in cui si trova, James corre verso casa ma inciampa e tutti i cristalli cadono sulle radici di un pesco che non ha mai dato frutti. 

Ma ecco che improvvisamente dall’albero nasce una pesca che cresce a vista d’occhio e a dismisura. Le zie pensano di allontanare James e di lucrare sul fenomeno facendo pagare il biglietto a chi volesse andare a vedere la sorprendente pesca nel loro giardino. Ma James, lasciato fuori di casa una sera, cerca rifugio….proprio nella pesca entrando da un buco. E lì incontra degli amici animali con i quali inizia un lungo viaggio e straordinarie avventure a bordo del frutto. 

Protagonisti, assieme al bambino, alcuni insetti di dimensioni enormi, che diventano suoi amici, mentre le due zie fanno la fine che si meritano finendo schiacciate dalla pesca gigante. 

Siamo di fronte ad un romanzo che dà l’abbrivio allo stile dell’autore ma che fa sentire una debolezza nella struttura del racconto rispetto ad altri scritti successivamente. Le zie, così determinate, scompaiono molto in fretta dal romanzo e di loro non si dà traccia. I dialoghi tra gli insetti sono spesso retorici e si odora ancora qualche strascico di “adultità”. 

Il romanzo si conclude con la vittoria dei bambini sugli adulti e con la serena complicità della sorte che fa atterrare la pesca e i suoi “naufraghi” sul pennone dell’Empire State Building di New York suscitando prima terrore, poi curiosità, poi grande euforia ed interesse al punto da far intervenire i capi di stato e dare anche onore e gloria agli eroi. 

In questo romanzo “d’esordio”, l’autore mette in scena il modello ludico col quale intende porsi al lettore: l’uso del linguaggio in rima – in questo caso – per entrare nel mondo dell’infanzia cercando strade diverse, mezzi diversi, compagni di viaggio diversi per comunicare, per relazionarsi.

Un romanzo, forse meno noto perchè forse ancora imperfetto nella struttura ed elaborazione dei personaggi ma in cui tuttavia mi pare compaiano già in nuce tutte le tematiche che Dahl proporrà sempre con insistenza, benchè in forme sempre diverse, in tutti i suoi straordinari libri.  

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