Roald Dahl alla fiera di Bologna. Lunedì di Dahl

Oggi rubrica straordinaria del nostro lunedì di Dahl curata dalla preziosissima Adolfina de Marco, per questa settimana niente racconto firmato dal grande autore bensì un breve resoconto di qualche passo del consegnò dedicato a Dahl alla Fiera di Bologna appena conclusasi… Come sire siamo davvero aggiornate e sul pezzo, non vi pare?

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La filosofia di Dahl

Il 5 aprile in Fiera a Bologna è stata dedicata una tavola rotonda a Roald Dahl. L’evento è stato proposto dal professor William Grandi, docente di Letteratura per l’infanzia all’Università di Bologna, per celebrare il centenario della nascita del padre di tante storie amate dai bambini e dagli adulti.
Il titolo scelto è piuttosto eloquente: “Storie ribelli e occhi scintillanti. Cento anni con Roald Dahl”.
Coordinati da Maria Russo, editor della sezione di Letteratura per l’infanzia del New York Times, si sono confrontati tre tra i maggiori studiosi stranieri dello scrittore: Donald Sturrock, regista e biografo, autore di Storyteller. The life of Roald Dahl (Harper); la linguista Susan Rennie che ha presentato il volume Oxford Roald Dahl Dictionary (Oxford University Press) e il filosofo Jacob Michael Held, professore associato dell’Università dell’Arkansas, curatore del libro Roald Dahl and Philosophy: a little Nonsense Now and Then (Natl Book Network Publisher).

Mi soffermo, per ora sul pensiero di Held che, più degli altri, ha smosso la mia curiosità verso un lato (uno dei tanti) dello scrittore Dahl che non sarei riuscita ad individuare senza l’aiuto dell’eccentrico professore.

Il valore di un incontro è dato dai contenuti che vengono “travasati” da una persona all’altra e, naturalmente, da un’alchimia che trasforma le nostre mete aggiungendo loro senso. Mi permetto di dire che l’incontro con Held ha dato molto senso al mio limitatissimo soggiorno a Bologna e quando parlo di incontro intendo dire con il pensiero di Dahl, cioè con la sua filosofia.
La posizione filosofica dello scrittore, rintracciabile nella maggior parte dei suoi romanzi, è la rivolta.
I bambini di Roald Dahl sono capaci di lottare e di trovare un senso alla vita. I suoi protagonisti conoscono la sofferenza e la morte, la solitudine e la cattiveria degli adulti (Sofia, Matilde, James, eccetera) ma le sue storie non abbandonano il lettore ad una realtà schiacciante e stimolano la fiducia nella trasformazione della realtà attraverso l’immaginazione.
“La fiction è un modo per vivere la paura e il dolore” sostiene il professor Held.
E’ uno stile di vita autentico quello che viene proposto, che non può assolutamente tradire l’universo infantile.

Il concetto di giustizia è molto forte e l’orizzonte del giusto è nitido ma questa è una “legge” che può essere rispettata solamente da chi ha gli “occhi scintillanti”…ovvero i bambino e i  grandi autori che riescono a raccontarli.
Occhi scintillanti e orecchio acerbo direi che potrebbero essere due tratti distintivi di un Dahl che vale la pena conoscere e leggete fino all’ultima riga!

L’analisi lucidissima e illuminante del prof. Held sulla filosofia e la poetica di Dahl è contenuta nel suo libro Roald Dahl and Phylosophy, A little nonsense now and then. 

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