“Apri la gabbia!”

Cari bambini,
qual è il desiderio più grande di ogni animale in gabbia?

Bravi.

Qual è l’impulso più irrefrenabile di ogni bambino davanti ad un animale in gabbia?

Bravissimi.

Bene, allora sfogatevi e liberate tutti i piccoli amici in gabbia, vi ringrazieranno….tutti…ma proprio tutti, che siano predati o…predatori…chissà se c’è un ordine per aprire le gabbie, di sicuro ci può essere qualche rischio non calcolato.

Dopotutto la libertà ha un prezzo, non credete?

Apri la gabbia! di Silvia Borando e Lorenzo Clerici è un delizioso albo della deliziosa casa editrice Minibombo che pesca un po’ da tanti bei libri della tradizione letteraria per l’infanzia, li mescola, li mastica, li digerisce e, come dovrebbero saper quelli che sanno far bene il proprio mestiere, crea un prodotto del tutto originale, in questo caso dal finale inatteso e…spiazzante.

Pagina dopo pagina il “giochino” di prendere la chiave ed parile la porticina per vedere dietro l’animaletto che ci ringrazia non può non far venire immediatamente alla mente, anche per la tecnica utilizzata, la Storia di tre uccellini di Munari, Corraini,

 
Il libro è rassicurante nella sua ripetitività, l’apertura delle porticine è qualcosa che da sempre e per sempre farà impazzire i bambini.
Escono tutti, il topo, l’uccellino, il criceto….il serpente.
 
Come, anche il serpente? 
 
Ma sì, poverino, nessun bambino che si rispetti lascerebbe mai ingabbiato un povero serpente, nel mondo della fantasia tutto è possibile, anche in quello della fede, il leone e l’agnello possono dormire insieme no?
 
Mah.
 
Una cosa è certa, il serpente è l’animale più grato di tutti!
 

Vi assicuro che a questo punto, con in mano un delizioso albo per bambino molto piccoli (così pensavate all’inizio), l’effetto è davvero sorprendente, straniante. Non si ha nemmeno il tempo di valutare che tutto sommato questa immagine ci ricorda qualcos’altro…

No, queste sono considerazioni che ho fatto a mente lucida dopo, perchè il mio mestiere è quello di scardinare e leggere dietro i meccanismi della narrazione.

Vi assicuro che mentre avevo in mano il libro sono rimasta a bocca aperta.

Pochi libri sono capaci di creare un effetto tale, in entrambi i casi si tratta di due libri altrettanto eccellenti da tutti i punti di vista: Buongiorno dottore di Scoffier e Maudet,  Babalibri, e La gallina che aveva mal di denti di Guettier, Clichy.  Sono pochi perché in effetti non risulta così semplice o immediato pensare di poter leggere una storia del genere a un bambino molto piccolo, eppure è così, l’elemento di disorientamento e sorpresa scatena l’ironia, il sarcasmo che piano piano entra nelle possibilità del linguaggio immaginato dal bambino. Il gioco ironico riesce così bene perché lavora sull’iterazione della sicurezza della narrazione che precede il momento “scioccante” e su degli stereotipi di pensiero acquisiti anche dal bambino molto piccolo (ci rimando se volete approfondire l’argomento ad un post interessante di Libricalzelunghe).

Al tempo stesso questo tipo di narrazione mette in mostra ed esorcizza, in maniera direi più soft e divertente rispetto alle fiabe classiche, paure ancestrali: la paura di essere inghiottiti, mangiati anche metaforicamente da qualcuno più grande, da un adulto, per esempio.

Sottraggono sicurezza questo tipo di narrazioni? Non credo, non lo credo affatto.

I bambini si divertono e basta, avranno un momento di sano stupore, forse anche un attimo di sana crisi in cui la realtà e la fantasia per una frazione di secondo si incontrano e poi tutto si ricompone.

Minibombo è una piccola, anche di età, casa editrice emiliana che in questi anni sta dando una dietro l’altra prova di grande occhio del pensare e progettare piccoli scegliendo per altro di specializzarsi in una fascia d’età in cui in Italia c’è davvero molto poco, ovvero la primissima infanzia (ci tornerò nei prossimi giorni in vista del gruppo mamme del 31 maggio). Le loro scelte vanno sempre verso una buona qualità del complesso dell’oggetto libro con una buona dose di coraggio sia nel tentare storie inattese, come quella di Apri la gabbia! , sia nel valutare e creare precipitati multimediali ai libri in un dialogo di vari linguaggi in cui la qualità della proposta non scade mai ma l’offerta si articola su canali e linguaggi diversi e potenzialmente complementari. Anche questo libro ha infatti, oltre ad un bellissimo booktrailer 

anche un minisito dove trovare nuove gabbie da creare e altri animali da liberare se proprio ci tenete ad usare in forma intelligente e di qualità il mezzo web che avete tra le mani.

Chissà cosa direbbe la mamma che una volta mi disse che aveva trovato cruento il finale di Mangerei volentieri un bambino davanti a Apri la gabbia!…tutto sommato mi pare una questione irrilevante (a parte il fatto che i libri li comprano i genitori…), i bambini si divertiranno un mondo, a loro di sicuro non mancherà il coraggio di aprire tutte le gabbie, quelle dell’immaginazione in primis! 

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