“La storia di Mina” di David Almond
Aprono le ali, scendono in picchiata
atterrano come aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
Voli imprevedibili ed ascese velocissime
traiettorie impercettibili
codici di geometria esistenziale.
(Franco Battiato, Gli uccelli).
E se invece di uccelli si trattasse di ragazzi?
Li riconoscereste nei loro voli imprevedibili, ascese velocissime (discese vorticose) e traiettorie impercettibili?
Qual è la geometria esistenziale che orienta e conduce ragazzi e ragazzi nell’età di mezzo, in quel misto di infanzia e adolescenza che li confonde, che ci ha confuso?
Chissà, forse è per questa possibile similitudine che Mina si interessa così tanto di uccelli. Della loro anatomia, della loro alimentazione, del loro stare al mondo in balia delle correnti e dei predatori.
Gli uccelli, per Mina teenager a cui la scuola sta troppo stretta per poterci andare, diventano il modello per eccellenza dell’evoluzione e di conseguenza la migliore potenzialità di vita, chissà se mai un giorno l’essere umano potrà arrivare a tanto vertice! Potrà mai unire la propria forma e…sapienza all’anatomia delle ossa cave, al volo? Forse sarà un angelo, forse gli angeli ci sono già….
Mina dunque non va a scuola, Mina la stramba fa scuola a casa con la mamma, prova anche una super scuola con metodi pedagogici alternativi per ragazzi disadattati ma nemmeno quella le va a genio, Mina ha bisogno di restare ancora nel nido per poter da sola, ma sotto lo sguardo vigile della mamma, spiccare il volo.
La storia di mina è il romanzo di David Almond corollario a Skellig in cui, in forma di diario, Mina, che sarà il medium tra il mondo della realtà schietta (quello in cui vive il protagonista di Skellig) e quello degli angeli attraverso la mediazione degli uccelli, si racconta. Si tratta di una scrittura autobiografica, diversa e diversificata pagina per pagina, in cui la narrazione prende le mosse dalla topica e immancabile in Almond discesa agli inferi alla ricerca del padre morto per fermarsi al momento in cui inizia Skellig.
La scrittura in prima persona, alcuni tratti parossistici della scrittura che in tutto e per tutto mimano il modo d’essere di ragazze e ragazzi dell’età di Mina, rendono il romanzo bellissimo e perfetto per il pubblico di teenager a cui si rivolge.
Mina è una ragazza con qualche stramberia, è vero, con una intelligenza e sensitività particolarmente spiccate, è vero, eppure nel suo racconto ci si può indubbiamente ritrovare qualunque giovane lettore o lettrice perchè la grandezza di un grande autore come Almond non sta solo nella trama del racconto ma forse soprattutto nel linguaggio e nello stile narrativo che sa entrare in sintonia con la passione che muove ogni pensiero ed azione di un ragazzo o ragazza.
Quando ho iniziato a leggere di Mina, ebbra di Skellig, ho pensato che non c’era paragone tra i due romanzi, pur essendo entrambi molto belli Skellig mi pareva indubbiamente superiore, e forse è davvero così, tuttavia proseguendo nella lettura mi sono via via convinta che la costruzione della narrazione di Mina ci parla in maniera diversa rispetto a quella del primo romanzo, che forse i gusti personali possono fare la differenza ma che si tratta in realtà di due opere legate ma profondamente diverse dal punto di vista narrativo.
Una sola avvertenza: Almond può creare dipendenza quindi procuratevi i suoi libri perchè uno tira l’altro peggio delle ciliegie!