“Danny il campione del mondo” di Roald Dahl

I romanzi di Dahl traboccano di sentieri che conducono l’essere umano al più importante dei regni: il cuore. Con il romanzo Danny il campione del mondo si celebra la relazione tra padre e figlio e Dahl la presenta con il suo stile inconfondibile sempre al limite tra la dimensione comica e quella tragica.

Il romanzo è approdato in Italia nel 1987 per i tipi Salani, con la traduzione di Bernardo Draghi e le illustrazioni di Quentin Blake.

 

La voce narrante di Danny, il bambino protagonista, racconta di come sia stato allevato ed educato dal padre da quando, a soli quattro mesi dalla sua nascita, morì la mamma. Il padre faceva il carrozziere e gestiva una stazione di servizio; la loro abitazione era un carrozzone di zingari; perciò, tra un cliente e una macchina da sistemare, faceva tutto quello che fa una madre per il proprio piccolo e lo faceva con grande entusiasmo: ”Mio padre non sembrava considerarlo un peso. Penso che riversasse su di me tutto l’amore che aveva provato per mia madre quando era viva.” La trama del libro si regge su questa frase “portante”. Danny descrive il padre come uno straordinario narratore di storie che somministrava la sera al figlio e proprio tra queste pagine viene citato in anteprima il GGG, prima ancora della sua venuta alle stampe. All’età di nove anni, Danny scopre che il padre ha un segreto: è cacciatore di frodo, un’arte (secondo il padre) che ha ereditato dal nonno. Proprio in una di queste incursioni notturne nel bosco del ricco e arrogante signor Hazell, il padre cade in una trappola e Danny gli corre in soccorso alla guida della prestigiosa macchina Austin che albergava nell’officina. Dopo questa avventura, il padre intende organizzare un’azione di frodo colossale per rovinare la grande battuta di caccia nella tenuta del signor Hazell alla quale è invitata tutta la nobiltà e sarà proprio Danny a suggerirgli l’idea vincente per catturare tutti i fagiani senza ucciderli.

In un altro luogo narrativo, la dinamica dei movimenti che precedono e seguono la guida di un’auto descritta da parte di un ragazzino, potrebbe sembrare un “volo pindarico” da parte dello scrittore di primo inchiostro ma, nel caso di Dahl, è una perfetta mimesi tra realtà e fantasia, coscienza e conoscenza che permette al lettore di carpire il rapporto d’intesa tra padre e figlio cresciuto in una speciale ludoteca -l’officina- con giocattoli “autentici”: viti, bulloni, olii per motore e grasso per macchine, eccetera eccetera. Conoscenza che modella il lessico e il costrutto di questa famiglia monoparentale. Anche in questo romanzo non mancano gli aneddoti bislacchi, i riferimenti gastronomici e i giochi di parole: lo stranguglione al crine di cavallo, ad esempio, è uno dei metodi più efficaci per catturare i fagiani! Sarà proprio Danny a vincere il record mondiale assoluto in questa “arte” che ribalterà la sua visione degli adulti. Per concludere questa storia, l’autore lascia un messaggio per tutti i ragazzi che hanno letto questo libro:

Quando sarete grandi e avrete a vostra volta dei figli ricordatevi, vi raccomando, di una cosa importantissima: un papà barboso è barboso e basta. Quel che un ragazzo vuole e gli spetta è un papà CHE FA SCINTILLE!

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