“Ferriera” di Pia Valentinis

Così è esattamente come vorrei raccontare qualcosa, una storia “vera”, qualcosa di accadutomi, la mia storia in qualche modo…

Non ne sono capace e anche per questo e a maggior ragione sono estremamente grata a chi riesce a mettere la Storia, le storie, su carta.

Non si tratta di contenuti, questi sarebbero evidentemente molto diversi se ciascuno di noi tentasse di raccontarsi.
Si tratta invece, e profondamente, di STILE.
Lo stile di Pia Valentinis usato in questo che è il suo primo graphic novel, è… pacato, esatto, pulito, denso, preciso, emozionante…perfetto, per me.

Ferriera, edito da Fandango, racconta la storia del padre di Pia, operaio come tanti altri nell’industria siderurgica che dà il nome al libro. Operaio nel profondo dell’essere che alla terra preferisce la fabbrica, l’artificio che tempra l’uomo e aumenta la coscienza di classe.

È dunque in romanzo a fumetti autobiografico, dietro il papà silenzioso ed essenziale pur nell’amore per l’effimero cinguettare degli uccelli, si vede la piccola Pia, la sua passione per le storie disegnate, per la creazione.

” Vedo storie dappertutto! ” le dice ad un certo punto il padre.
“Non posso farne a meno” risponde lei.

Artista è, credo, colui che non può fare a meno di fare forma alle storie che vede in ogni dove.

È però anche un romanzo che lascia una forte impronta civica, politica, storica. Ci ricorda che nel racconto di ogni singola storia c’è il racconto della STORIA. Tutto sta nel farle vedere entrambe, nel saper tratteggiare e far emergere là dove una emerge nell’altra, dall’altra.
La storia di una generazione che ha tentato invano  di credere al sogno di un mondo migliore emigrando per lavorare, che poi ha accettato il destino delle fabbriche. Il movimento operaio nascente con punte nel comunismo.

È anche un romanzo sulle morti bianche, gli incidenti di fabbrica di cui nessuno apparentemente ha colpa e di cui è bene che tutta la società si faccia carico.

Ferriera è il primo riuscitissimo confronto con il linguaggio del fumetto, mi sembra nasca da una urgenza forte, la stessa che emerge dal racconto.
Lo stile di Pia Valentinis è al tempo stesso fedelissimo a se stesso, inconfondibile, eppure profondamente diverso nella sua “applicazione”.
Non l’accompagnamento discreto e talvolta simbolico al linguaggio poetico, o compagno sintetico della narrazione (come accade nei volumi illustrati per la collana ” Jeunesse otto più” di Rue Balli), né riproduzione naturale (come accade in Alberi di Rizzoli).
Qui lo sguardo un po’ decentrato di Pia si fa centro stesso del racconto sia in forma di scrittura che di disegno. Il dettaglio discreto si prende il posto in prima fila senza per questo perdere in delicatezza. La tecnica lineettata in queste lunghe pagine modella e ombreggia senza mai caricare, correlativo oggettivo di un profondo rispetto per la storia narrata.

Se avete 15 anni o più, che vi piaccia il fumetto o meno Ferriera è un libro che va letto e riletto.

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