“Facciamo che”

Oggi è arrivato a casa Facciamo che ultimo albo illustrato nato da Orecchio Acerbo, firmato da Andrè Marois e Gèrard Dubois.

Vi dico solo che lo abbiamo letto ininterrottamente ad alta voce per almeno mezz’ora di fila.

Ci sono libri la cui bellezza va assaporata, ci sono libri che parlano poco per volta ed altri che sono talmente “forti” dal punto di vista emotivo che bisogna maneggiarli con cura. I libri che letteralmente rapiscono i bambini alla prima lettura non sono poi molti.

Facciamo che ce la fa.
Raccontando, una frase ciascuno, le incredibili avventure nel giro del mondo domestico di due bambini che giocano a fare delle storie Facciamo che non racconta una storia ai bambini ma racconta la storia dei bambini. Ciò che ad ogni bambino accade ogni volta che l’adulto abbandona il campo e le storie escono libere di esplorare gli spazi e di trasformare gli oggetti.

Il tutto (un autentico disastro per la casa, gli animali, i vestiti, il soffitto ecc ecc.) accade nel tempo in cui la Signora Martin esce da casa per andare a raccogliere la verdura nell’orto, quanto sarà stata via per dar tempo all’uragano bambini di abbattersi dopo la raccomandazione di fare i bravi?

Ho interrogato i miei bambini, che sono tutt’altro che uragani, e secondo loro a occhio e croce qualche minuto è più che sufficiente. Non stento a crederlo, l’immaginazione è un fiume in piena che travolge inevitabilmente lo spazio e il tempo relativizzandoli oltre il verosimile.

Evidentemente, come sempre trattandosi di un albo illustrato, la potenza di questo libro non sta “solo” nella storia ma anche nella forza dell’illustrazione, della struttura grafica. Gerard Dubois lavora con uno stile che giustamente è stato definito solo apparentemente retrò: a prenderlo in mano sembra di vedere quelle immagini che forse ricordano i nostri genitori, le tavole propongono con una tranquilla mimesi il caos che si va diffondendo per la casa ad ogni avventura. I due protagonisti sono due bambini in cui ciascun bambino potrebbe ritrovarsi (forse qualcuno parlerebbe del meme del gioco dell’infanzia) così come anche il cane (mostro peloso) il gatto (l’unico che riesce sempre a scappare ma senza perdersi un’avventura) gli uccellini e il pesciolino in vasca piegato alle inevitabili esigenze idriche di una banda in ritirata.

La storie prosegue rapidissima, i nemici immaginari incombono, i guerrieri fortissimi scappano e non hanno mai paura davanti a nulla e nessuno. Nemmeno la sconfitta più rovinosa o la caduta verso il vuoto possono fermare il coraggio dei due viaggiatori.

Questa è una cosa in cui solo una mamma basita può.

Impagabile la tavola in cui la mamma torna ed esprime l’assoluto stupore per l’inimmaginabile!

“Avremmo una nuova nemica”.

“E stavolta, avremmo molta paura”.

Così termina la storia, l’avventura, il viaggio nel mondo parallelo dell’immaginazione.
Chiudi il libro e l’emozione resta ancora dentro e ti fa dire…di nuovo!

Un libro che si presta alla grande alla lettura ad alta voce, al racconto ipotetico grazie anche alla scelta di narrare l’intero racconto con il condizionale perchè tutto sommato…questo è quello che succederebbe se davvero lasciassimo senza freni i bambini.

Nella realtà…là dove la libertà non sempre può arrivare, arrivano i libri. Questa è una di quelle, una delle tante, funzioni straordinarie della letteratura: creare mondi diversi e possibili!

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