“L’acciuga non si asciuga” alfabetiere del nonsense
Con l’approssimarsi dell’inizio della scuola e con il concludersi di questa estate in cui mi sono imbattuta in libri per le vacanze semplicemente allucinanti, ho il piacere di raccontarvi oggi un piccolo albo speciale, un abecedario illustrato, in rima ma soprattutto…devoto al nonsense!
Non canta lo xilofono
perché non ha il microfono?
Son scuse e mi rincresce
non canta perché è un pesce.
L’acciuga non si asciuga
davvero quasi mai
l’acciuga se si asciuga
davvero sta nei guai.
La raccolta di 26 filastrocche di Guido Quarzo illustrate da Stefania Vincenzi e edite da Notes edizioni L’acciuga non si asciuga attraversa l’alfabeto prediligendo narrazioni surreali che giocano sul suono della rima e sull’effetto straniante e divertente.
Che senso ha legare qualcosa di apparente molto “didattico” come le lettere dell’alfabeto con filastrocche dai contenuti improbabili?
Ha il senso e il valore di eliminare ogni intento didatticistico a favore del puro divertimento.
I dati di vendita ci dicono che le filastrocche si pubblicano sempre meno perchè si comprano sempre meno (è ancora la domanda che genera l’offerta?) dimenticando però un dato di realtà importante ovvero che il suono e il ritmo della filastrocca rafforza l’uso della memoria, entra dentro e cadenza la struttura della narrazione.
La filastrocca nelle sue varie forme, l’uso della rima, è sin dalla nascita la forma musicale prediletta della narrazione e con il crescere dell’età naturalmente contenuti e metriche si adattano e modificano ma il potere della narrazione in rima non si smorza.
Mi pare addirittura che il potere della filastrocca aumenti più si allontani dalla necessità di significare per aderire maggiormente a quelle del suono.
Nel caso delle filastrocche di Guido Quarzi di L’acciuga non si asciuga, le quattro righe in cui la storia si articola sono sempre significative, rispondono sempre ad una logica interna che non è detto sia la logica “adulta”.
Per esempio il Koala raffreddato a cui cola il naso sopra il prato a soffiarlo ci ha provato e ha innaffiato tutto il prato una sua logica perfetta ce l’ha e nulla importa se non è una logica realistica. E’ per questo che i bambini amano questo tipo di miniracconti.
E’ per questo che Guido Quarzo conferma la sua grande capacità di aderire al linguaggio ed alla sensibilità di cui il piccolo lettore ha bisogno.
Le illustrazioni di Stefania Vincenzi accompagnano discretamente i testi esplicitando in forma grafica il legame con le lettere dell’alfabeto che giustamente potrebbe sfuggire al bambino preso dalla musicalità del testo.
Guido Quarzo è scrittore italiano esperitissimo e attentissimo la cui tensione verso le qualità della scrittura è costante e sempre portata a buon fine con quella maestria e sicurezza che ogni bambino merita. Una cura nella scrittura che denota, come sempre in questi casi, il rispetto assoluto per il piccolo lettore e il suo diritto a opere di qualità.
Per la stessa casa editrice Quarzo ha pubblicato altri titoli confermando una sintonia di vedute e di progettualità con Notes edizioni nel senso della proposta di opere di buona qualità volte alla lavorare al meglio con il pubblico bambino. Alla Notes va anche il merito, da anni, di lavorare con Amnesty International per i quaderni gioco dedicati ai diritti.
Mi piacerebbe che quest’anno, il libro è edito da pochissimo, qualche bambino si avvicini ai misteri delle lettere da una porta eccentrica, affatto secondaria ma semplicemente diversa in cui tutto è possibile perchè in fondo è davvero così:
con le lettere tutto è davvero possibile.