“Di qui non si passa”

Gli imperdibili di teste fiorite

Esistono dei libri, in questo caso dei libri a figure, imperdibili?

Ebbene sì, ne esistono, e quelli che vi propongo nella serie di post chiamati “Gli imperdibili”

sono proprio i 10 albi illustrati imperdibili secondo teste fiorite!

Attenzione: tra questi 10 non troverete i “classici” perché la selezione è stata operata tra opere più contemporanee.

I libri servono a contenere le storie, tutti d’accordo?

Alcuni libri contengono delle storie individuali, sin’anche personali.

C’è qualcuno però che pensa che i libri siano anche il posto per entrare nella Storia, per diventare eroi di una narrazione pilotata.

Da quel qualcuno bisogna guardarsi bene perché è il personaggio più pericoloso che una s(S)toria possa avere, un vero e proprio dittatore.

Di una storia come questa ci racconta a modo suo il capolavoro di Isabel Minhòs Martins e Bernardo P. Carvalho, edito in Italia da Topipittori.

La dittatura totalitaria l’abbiamo sperimentata nel Novecento in moltissimi Paesi europei, qui in Italia abbiamo ancora un debito di conoscenza nei confronti del nostro fascismo che poco conosciamo e di cui troppo poco in genere sappiamo. Raccontare ai bambini come e perchè accade che un popolo si lasci limitare nelle libertà personali, e soprattutto come accade che poi qualcuno si ribella e si fa la rivoluzione forse è ancora più difficile. Pochissimi libri vi si provano, Di qui non si passa ci riesce con la forza sorprendente dell’ironia e…della grafica.
Il libro a figure, Di qui non si passa è fatto di lingua, immagini e grafica; quando quest’ultima componente acquista potere narrativo il risultato è sorprendente: in questo caso accade che la soglia del centro pagina che separa la pagina destra da quella di sinistra, diventa una soglia reale e metaforica al tempo stesso che visualizza fisicamente lo spazio di potere e di controllo.

Un giorno un generale, il generale Alcazar per la precisione, decide che la pagina destra deve restare bianca per permettergli di entrare nella storia ogni volta che vuole, e lascia una guardia a controllare che nessuno valichi il confine invisibile. Nella pagina di sinistra comincia una sfilata disordinata di persone, più un cane, che si affastellano occupando l’intera facciata sinistra, non potendo passare di là tutti borbottano ma si organizzano per fare le proprie cose nella sola pagina sinistra. Come ogni bravo soldato, a ricordarci ancora una volta la banalità del male, la guardia si scusa ma…sta solo eseguendo ordini superiori e non ci sono richieste e proteste che tengano.

Finalmente un oggetto “neutro” inerte, come una palla con cui i bambini stanno giocando, rimbalza dall’altra parte della cortina immaginaria poichè almeno alle cose è difficile far eseguire certi assurdi ordini.

“Signora guardia, possiamo…”
“Potete, ma solo per questa volta…”

E’ fatta, la breccia si è aperta nella coscienza del soldato più che nel muro della soglia. Tutti i personaggi, dai ladri che scappano, agli imbianchini, all’astronauta, al fantasma, ai ballerini di tango, ad ogni sorta di cittadino, ricominciano a circolare liberamente sulle pagine destra e sinistra fino a che, era da aspettarselo, il generale arriva e si arrabbia moltissimo con la guardia di cui il popolo adesso non esita a prendere le parti a spada tratta. Ecco fatto, invece del generale l’eroe è diventata la guardia semplice che non si è nemmeno accorta sino in fondo di cosa ha fatto nel permettere il passaggio nell’altra pagina, non deve essere particolarmente cosciente del proprio ruolo e della propria responsabilità. Per inerzia ha lasciato che la storia prendesse un altro corso e questo al momento ai cittadini basta.
Al grido di “Viva!!” tutti corrono, si affastellano nella pagina di destra, quella prima proibita, e da lì escono fuori dalla storia lasciando un mare di oggetti dimenticati e… il generale resta finalmente da solo in tutte e due le pagine, persino il suo cavallo l’ha disarcionato e abbandonato.
Che se lo prenda il suo posto in una storia senza più nessuno!
Ma chi vorrebbe essere a capo di un popolo che non c’è?

“Me ne vado da questa storia, ho deciso!
Dopotutto, chi vuole essere l’eroe di una storia per bambini?

All’estremo opposto della tavola rimasta ormai vuota di persone risponde un piccolissimo consiglio che azzarda un “Io?”.

Aprono e chiudono la storia i risguardi in cui, come nei titoli di coda, compaiono tutti i protagonisti della storia. Tra i risguardi inizia e quelli finali ci saranno tuttavia delle piccole differenze perché nel mezzo il tempo è passato, la Storia si è conclusa, qualcuno è nato, qualcuno è caduto (il generale)… divertitevi a cercare tutte le differenze e a ripercorrere la storia di ognuno dei protagonisti attraverso il libro, ognuno di loro singolarmente e come collettività è stato artefice di questa storia.

Di qui non si passa è un libro a figure imperdibile, unico ed eccezionale non solo per la potenza della storia narrata ma, come sempre, per la forma che questa narrazione prende usando in maniera metanarrativa la forma stessa del libro, le sue pagine, le sue pieghe, i suoi risguardi. In tutto questo, nelle pieghe dei molteplici livelli che questo libro propone e apre, diversi ad ogni età e per ogni lettore e lettrice, Di qui non si passa è anche un libro molto divertente, talmente ironico da scatenare il sorriso quando non il riso e questo è sicuramente un valore aggiunto al potere della narrazione da non sottovalutare affatto!

Beato il Paese che non ha bisogno di eroi!       (Brecht, Vita di Gallileo)

p.s. non perdetevi il post dedicato a Di qui non si passa sul blog dei Topippittori!

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