“Rime di rabbia” di Bruno Tognolini
Che ne facciamo della rabbia?
Che ne facciamo della rabbia dei bambini?
Che se ne fa un bambino della sua rabbia?
Ma soprattutto: la rabbia serve a fare qualcosa?
Nelle pratiche educative comuni rabbia fa rima con…repressa.
Reprimere è ciò che noi, presunti homini sapienti, facciamo per lo più con la nostra rabbia, specie se ad esprimerla è un piccolo individuo la cui esplosione può francamente essere anche piuttosto seccante.
Però non serve un poeta o un giocoliere di rime per dirci che rabbia e repressione non fanno rima, e non la fanno perchè la lingua non mente: la rabbia NON VA REPRESSA, mai, qualsiasi età abbiate!
E dunque?
E dunque con la rabbia si convive, la si esprime, la si può al massimo controllare nella sua esplosione massima, ma deve uscire!
Una interessante intervista a Francesca Romana Grasso pubblicata su Milkbook dedicata al tema libri e emozioni mi ha spinta a dar voce a qualcosa che da tempo sento come pressante: ovvero
il diritto dei libri di essere trattati come letteratura e non come medicine;
il diritto dei lettori di non dover essere “educati” a nulla, nemmeno alle emozioni.
il diritto ad esprimere ogni tipo di emozione, sì, anche la rabbia.
Rime di rabbia di Bruno Tognolini, edito da Salani, è un libro a cui sono sempre più legata. Tognolini è il genio linguistico che tutti conosciamo, il suo potere più grande però secondo me, prima e oltre a quello di far poesia, è di riuscire a intendere il pensiero, anche il peggiore, di bambine e bambini, ragazzi e ragazze. Le sue rime, sempre, sono come insufflate da un lettore implicito potentissimo, le rime di abbia sono, secondo me, l’apice di questa sua capacità.
La rima, la forma poetica, ce lo spiegava Chiara Carminati durante l’incontro scorso, è uno strumento potente di cui il bambino si deve impadronire per avere una freccia in più all’arco della propria capacità di comunicare. Le rime di rabbia sono frecce avvelenate che suonano e risuonano dentro, una volta tanto, non come mantra ma come micce incendiarie che attraverso la parola liberano un’energia potentissima.
Vi troverete di tutto: da insulti generici mirabilmente composti a scongiuri apocalittici, la versione completa di una di quelle filastrocche che ognuno di noi si porta dentro dall’infanzia:
Non mi hai fatto niente
faccia di serpente.
Non mi hai fatto male
faccia di maiale
Pugni di pulcino
Calci di ragnetto
Schiaffi di ridicolo topino deficiente
Cosa credi che mi ha fatto
niente!
Scongiuri di ogni genere che invece di educare a trattenere liberano. Diventano letteratura, diventano poesia.
Chiude il volume delle Rime di rabbia la cinquantesima rima programmaticamente rivolta agli adulti, una rima che per essere una piena dichiarazione di poetica forse sarebbe potuta essere all’inizio e invece si trova coerentemente alla fine perchè lì dobbiamo arrivare dopo aver provato in noi l’effetto della rabbia ESPRESSA e non repressa.
Perché farlo?
Ultima rima. Per i grandi
Scongiuro contro il nazismo futuro.
Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla, bisogna fare pace
Ma che essere cattivi poi conviene
Più si grida, più si offende e più si piace
Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola
E che la scuola com’è non serve a niente.
Gli abbiamo detto che la legge è una sola
ma le scappatoie sono tante.
Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro
La vita è adesso, basta allungar la mano
Gli abbiamo detto che non c’è più lavoro
E quella mano la allungheranno invano
Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato
Puoi baciare maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto che se non sei sposato
Ci sono diritti di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto che l’aria è avvelenata
Perchè tutti vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c’è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo che la rabbia dei bambini
Non ci presenti un conto troppo duro.
I versi sono chiari, i bianchi anche, le frasi lunghe e nette, una palinodia coerente in cui ogni verso contraddice il precedente. Questo è il presente che contraddice il futuro, questo è il monito più grande, contro il nazismo futuro.
Splendida serata il 22 luglio scorso a Polignano a Mare.
Bellissima persona Bruno, grande erede (….se mi è concesso…) di Gianni Rosari.
Vivissimi complimenti.
Perdonatemi: Rodari