Alzi la mano chi non ha mai giocato con la propria ombra!
Credo che per una bambina o un bambino la scoperta di avere un emanazione del sé che si spalma sulle superfici a seconda della luce sia un momento di non ritorno. L’ombra è al tempo stesso un doppio ma anche un contrario, legato al soggetto ma non del tutto da esso dipendente se è vero che può allungarsi o restringersi indipendentemente dalla nostra volontà. Ne abbiamo ragionato a lungo una volta al gruppo di lettura, se avete voglia trovate qualche riflessione qui.
La luce può alla pari del “proprietario” dell’ombra, e redo sia proprio questo che affascina i bambini: il confronto con qualcosa che muoviamo ma che sembra non risponderci.
L’ombra è qualcosa persino di perturbante o spaventoso a volte, pensiamo alle esperienze del teatro delle ombre o all’ombra della sera, del buio che avanza che ha atterrito tutti noi da bambini.
E se l’ombra fosse anche la possibilità di avere un altro da sè..diverso? Che compensa le nostre difficoltà e ci rafforza? Per il bambino potrebbe diventare un alleato prezioso.
Proprio su questa possibilità mi pare giochi l’albo di Anna Curti Ciao ombra edito a settembre da Notes edizioni, un albo che con l’ombra e le paure gioca dando però alla prima non il potere di fare paura ma di dare coraggio.
Tutto comincia dai risguardi, terreno di soglia potente per ogni albo illustrato, quando il piccolo protagonista transita guardandosi intimorito le spalle.
Il piccolo gufo si sente sopraffatto dagli altri, non riesce a darsi voce, potremmo dire quasi che ha paura della sua stessa ombra se non fosse proprio questa ad un certo punto a prendere in mano la situazione.
Che bellezza avere qualcuno sempre attaccato che può darci forza! L’ombra mano a mano prende vita, fa cose diverse dalla propria sorgente di vita, ha espressioni e movimenti diversi man mano che il piccolo gufo comincia ad acquisire maggiore libertà di movimento.
L’ombra si snatura fino quasi a diventare una sorta di amico immaginario. L’albo gioca decisamente sul doppio statuto di ombra alter ego, vero e proprio mister Hyde (ma non cattivo) del piccolo Jekill.
Il signor Ombra diventa talmente indipendente da diventare amico degli amici del piccolo gufo i quali a loro volta scoprono di avere anche loro dei Signor Ombra pronti a entrare in gioco nelle relazioni amicali. Una moltiplicazione di giochi d’ombre in cui anche le ombre scoprono di avere un’ombra che ha un’ombra e così via, ce lo lascia immaginare il finale aperto con tanto di punto interrogativo.
Ombra, specchio e amico immaginario si spartiscono la narrazione ma la vera buona notizia, nonché la parte migliore, a mio parere, dell’albo, accade di nuovo nei risguardi, quelli finali questa volta, in cui il gufetto guarda avanti e non in dietro ed è l’ombra a ritirarsi non intimorita ma felice di aver fatto il proprio dovere.
Il vincitore, se così si può dire, non è l’ombra, come ad un certo punto della storia forse il bambino potrebbe pensare, ma il piccolo gufo che del proprio alter ego non ha più bisogno perché ha imparato a bastare a se stesso.
I risguardi sono una possibilità notevole qui giocata molto bene, tanto addirittura da risollevare il valore dell’intera narrazione.
L’albo è adatto a bambini anche piccolini, direi anche dai 3-4 anni.