Il pinguino che aveva freddo. Lunedí di Adolfina de Marco
Penultimo lunedì di gennaio. Siamo ancora stretti nella morsa del bianco.
Oggi per la rubrica di Adolfina de Marco abbiamo niente di meno che Philip Giordano con
Il pinguino che aveva freddo!
Il ghiaccio è silenzio. Passi che toccano lievemente il suolo, mani imbottite che sfiorano sculture che la natura improvvisa e tutto il mondo si racchiude in una enorme boule a neige che porta la nostra immaginazione verso terre lontane.
Philip Giordano, autore dell’albo Il pinguino che aveva freddo (Lapis) raccoglie il nostro desiderio e ci porta a conoscere Milo, un piccolo pinguino che non ne vuole sapere di tuffarsi dalla banchisa come gli altri perché, appunto, ha freddo.
Cosa insolita per un abitante dei ghiacci.
Ma lui se ne sta fermo e in disparte a guardare gli altri mentre scivolano in verticale sulla parete ghiacciata e si fanno inghiottire dall’acqua gelida.
Ma un giorno sente una voce dal mare che lo invita a seguirlo; è una balena che lo porterà lontano dalla sua terra e andrà dritta in un’isola dei tropici dove fa caldo. Nell’isola Milo conosce altri animali, diversi dai pinguini che gli regalano una sciarpa fatta di piume colorate. Al ritorno Milo scopre che anche altri pinguini hanno paura di tuffarsi perché proprio di scoperta si tratta! Tutto preso da se stesso e dalle sue paure, Milo non immagina che la paura ci rende uguali agli altri, non diversi.
Philip Giordano racconta una favola delicata che esprime una dimensione quotidiana, non solo nei più piccoli ma anche nei meno piccoli.
L’intervento di una persona che ci aiuta a fare un trapasso è importante per crescere e per Milo è la balena.
Pagine armoniose, illustrate con geometrie dai colori tenui per rappresentare cieli e mari diversi, come le emozioni che vengono espresse dai personaggi: paura e coraggio, inclusione ed esclusione, eccetera.
L’artista italiano, che ha ottenuto riconoscimenti internazionali per il suo stile, con questo albo conferma la propria sensibilità con il tratto e con le parole.
Ma noi abbiamo avuto una balena amica quando non volevamo tuffarci?