Dalle riflessioni sulla
lettura ad alta voce è partita la proposta di far raccontare ad alcune educatrici del gruppo di lettura “libro peloso”, teste con cui fiorisco da tre anni e che da molto più tempo fanno fiorire le testoline di bambine e bambini piccolissimi, l loro esperienze di lettura all’asilo nido. Dopo la prima tappa dedicata alla lettura all’asilo nido, a cura di Donatella Pezzato, oggi è Chiara Costantini, Venezia Nido Tiepolo a raccontare a modo suo, molto personale, molto bello, la sua esperienza. Con Chiara da diversi anni discutiamo di libri per bambini, di albi illustrati, qualche tempo fa tornando insieme a casa dopo il gruppo di lettura e chiacchierando mi disse “Ma lo sai che adesso riesco a leggere ai bambini anche quaranta minuti di fila?” No, dico, 40 minuti al nido!!
Allora, mi sono detta, la sua esperienza, come quella di altre insegnanti, merita di essere raccontata e condivisa!
“Parto da un ricordo, perché da lì nacque tutto…
Capitò per la prima volta dieci anni fa… come fossi tornata all’improvviso piccola piccola, seduta su un tappetone morbido e colorato, circondata da tanti bambini, almeno una ventina, alti sicuro meno di un metro e, una voce calda, dolce e accogliente, a volte bassa, a volte alta, a volte lenta, altre incalzante, rapiva le nostre orecchie e delle bellissime immagini catturavano i nostri sguardi: “Attenti ai lupi delle fiabe”.
Rimasi basita dalla scoperta del possibile potenziale di un libro, sbalorditiva la capacità intrinseca di captare l’attenzione di tanti bambini contemporaneamente.
Tutti, ascoltavamo la storia a bocca aperta, tutti, eravamo completamente coinvolti nel racconto, tutti, ci lasciavamo rimbalzare nel ritmo delle parole, la curiosità di scoprire cosa sarebbe accaduto nella pagina seguente accomunava le nostre espressioni. Certo non si trattava di un libro qualsiasi, ma di un albo illustrato, questo lo scoprii ben più tardi quando mi spiegarono che un libro funziona solo se i tre linguaggi (iconico, verbale, grafico) si intersecano e completano a vicenda.
Da allora non ho più potuto fare a meno dei libri, uno strumento unico e privilegiato per entrare in contatto e raggiungere ciascun bambino.
Spesso quando racconto ai genitori che al nido in cui lavoro come educatrice, leggiamo molto, colgo nelle loro espressioni un misto tra incredulità, tenerezza e scetticismo. Lo so sembra impossibile e difficile a credersi prima di provarlo eppure è così!
Ci sono vari modi per leggere ai bambini piccoli dalla lettura ad alta voce alla lettura animata. In questo frangente però farò esplicito riferimento alla prima e per comodità evidenzierò alcune attenzioni che consentono di leggere anche a bambini molto piccoli.
1) predisporre un setting di lettura dove sia lettore che piccoli uditori siano a loro agio. Fondamentale il clima tranquillo e il silenzio.
2) la scelta del libro. Il libro deve esser scelto in base al gruppo di bambini a cui lo si deve leggere, sembra banale in realtà è fondamentale. Un libro che due mesi prima sembrava inaccessibile magari due mesi dopo funziona alla grande. Il libro deve esser collocato nella giusta zona di sviluppo prossimale. Non deve essere né “troppo alto” (inarrivabile) né ” troppo basso”(banale) altrimenti il rischio è che i bambini non prestino attenzione e non mostrino interesse. Non sempre è facile azzeccare l’albo ad hoc, soprattutto se il gruppo è variegato per età, interessi, ecc. Sta poi alla capacità del lettore incontrate con lo sguardo tutti i piccoli uditori.
3) conoscere l’albo che si legge. Mai e poi mai improvvisare leggendo ai bimbi un libro mai letto prima, come se leggere fosse una cosa facile o per impegnare il tempo o perché richiedono proprio quel libro. Se loro già lo conoscono e tu no sarà una vera delusione quando leggendolo non risponderai alle loro aspettative.
4) scegliere un albo che piace a te in primis, che ti diverte, che ti appartiene solo così riuscirai a leggerlo con passione, trasporto e motivazione e a far provare ad altri quelli che hai provato tu.
5) il numero di bambini. Cambia totalmente l’approccio e la possibilità di coinvolgimento in base al numero di uditori. Un piccolo gruppo è tutt’altra cosa rispetto al grande gruppo. Si può leggere ad entrambi ma sarà sicuramente diversa la risposta.
6) lettura graduale, ossia proporre gradualmente, inizialmente partire da albi molto semplici, lettura di immagini, poi in base alla risposta dei bambini proporre storie via via più articolate o dei silent book
7) allenare alla lettura. Se si legge con sistematicità, rispettando le routine, i tempi di ascolto/attenzione aumentano oltre le aspettative e quando i bambini finito il primo libro sono ancora lì con gli occhi attenti e la bocca aperta e chiedono “un altro” il gioco è fatto: provare il piacere della lettura è un po’ come mangiare cioccolato!
8) coinvolgere i genitori. Tasto dolente e impresa ardua ma, se si riesce a fargli toccare con mano e a coinvolgerli nella fantastica esperienza della lettura tutto è più semplice, a partire dall’alleanza educativa. Certo non ci si improvvisa lettori, vanno educati, rispettando tempi di sviluppo e maturazione.
9) essere flessibili. Non si può leggere a tutti nello stesso modo. Accettare approcci al libro alternativi non è sempre semplice. Ad esempio i bambini più piccoli al nido, “i lattanti” tendono ad assaggiare il libro, ma va rispettata anche questa forma di contatto perché la bocca è il loro primo modo di conoscere il mondo. Poi con i piccolissimi funziona molto di più una lettura accogliente, quasi si potessero prendere più bambini in un abbraccio, con il libro a disposizione per essere osservato da vicino e toccato.
10) si può leggere più volte lo stesso libro. I bambini amano leggere, rileggere, ascoltare, riascoltare più e più volte lo stesso libro. Da un lato questo li rassicura dall’altro si divertono a confermare e far l’appello di tutti i particolari della storia che già conoscono. Infine i bambini conoscono “i cavalli di battaglia” di ciascuna educatrice e tendono a chiedere un determinato libro in base all’educatrice di riferimento.
Insomma leggere al nido è un vero spasso e se fatto nel modo giusto diventa una vera risorsa preziosa per tutti: bambini, educatrici e genitori.”