“Il giardino dei musi eterni” di Bruno Tognolini
Provate a scrivere di questo!
Il capitolo 12 del romanzo di Tognolini, Il giardino dei musi eterni, edito da Salani, si intitola così, ed è proprio da qui che vorrei partire per raccontarvi un libro che sceglie programmaticamente di raccontare l’ineffabile: il mondo oltretomba, alla lettera oltre la tomba, dei compagni di vita animali.
Siamo nel Giardino dei musi eterni ovvero nel luogo in cui, se si supera la paura di scoprirsi morti, gli animali da compagnia degli esseri umani vivono nell’eternità in forma di Animanimali, Animan come si chiamano tra loro, come li chiameremo tutti da oggi in avanti. Gli Animan sono vento, come spiega Mama Kurma, la saggissima e criptica tartaruga a cui gli Animan fanno riferimento,
“Anima è vento nella lingua degli antiqui”.
L’essenza di vento permette a ciascun animan di essere al tempo stesso ognuno e tutti, è finito il tempo ed il luogo in cui la gatta Ginger, protagonista indiscussa della storia, è solo la gatta Ginger; in cui il cavallo Ramiro è solo il cavallo Ramiro, nel giardino dei musi eterni ogni anima contiene in sé tutte le altre di ora e dei millenni che l’hanno preceduta. Nelle corse sfrenate, quando gli animan raggiungono la velocità della luce e più, arrivano addirittura a perdere i tratti ariosi del proprio corpo, a scoprirsi altri animali, a provare nuove sensazioni, è così che predatori e predati possono non solo convivere ma essere uno parte integrante dell’altro.
Il Giardino dei musi eterni è, visto con gli occhi dell’umano, il cimitero per gli animali di compagnia dove le persone possono recarsi a trovare i compagni di vita tanto amati. Tra tutti gli umani i bambini hanno un posto speciale nel cuore degli animali e, viceversa, gli animali hanno un posto speciale nel cuore dei bambini e dove un bambino è senza animale suppliscono i peluche, simulacri di vita animale, giochi che vivono nella fantasia, vivi anch’essi, ogni bambino lo sa, ma in modo diverso.
“I bambini sono umani nell’Alba del Tempo”.
“I bambini sono un po’ la preistoria dell’uomo” tradusse Linneo
“e allora?”
“E allora devono stare in Sorellanza della Vita” riprese Mama Kurma. “Devono avere fratelli e sorelle animali, some umani in Alba del Tempo avevano. O non crescono bene”.
Mama Kurma, la saggia tartaruga, a tratti sembra avere la voce dell’autore, sicuramente porta quella del narratore che, nonostante, o forse proprio grazie a un linguaggio difficile da comprendere, mano a mano spiega al lettore cosa sta accadendo nella storia, aiuta a sciogliere i punti critici della trama, i grovigli di senso, l’intrecciarsi di bene e male in cui il bambino ha bisogno di trovare una guida o almeno di essere accompagnato.
Nel Giardino dei musi eterni, quando si apre la scena, stanno accadendo strane cose, anime di vento che scompaiono, peluches Mezzovivi che terrorizzano bambini e animan…insomma c’è un mistero da indagare, risolvere e superare. La narrazione procede con il passo del romanzo giallo perchè, come lo stesso Tognolini ha precisato nelle varie interviste e nel suo sito, la scelta di un genere letterario specifico, e di quello del giallo in particolare, è funzionale a mediare e rendere accettabili in forma narrativa e a misura di lettore bambino concetti puramente filosofici.
Gli animali hanno un anima? Hanno una vita oltre la morte?
La prima domanda non si pone, gli animan SONO anima, a questo punto a poco serve disquisire di altro, non vi pare? Le anime dovranno pure andare da qualche parte, a meno di non voler cedere ad una prospettiva puramente e assolutamente materialista, ed il giardino dei musi eterni è il posto in cui le anime possono ritrovarsi se stesse e tutte insieme contemporaneamente.
In questo ultimo romanzo Tognolini tocca corde profonde, molto molto vicine ai lettori a cui si rivolge, e nel farlo attinge a piene mani e nel senso più ampio alla nostra tradizione filosofica e non solo – basta pensare anche solo ai nomi che sono proprio l’omina, presagi dell’essenza del portatore: il cane Linneo, ad esempio, è scienziato in senso pieno del termine, Ginger frizza vita, Mama Kurma….beh andate a scoprilo -ma anche al panorama della letteratura per l’infanzia. Chissà se il giallo degli occhi vivi dei peluches Mezzovivi sarebbe stato così se non fosse esistita Coraline di Nail Gaiman!
La scelta di un narratore esterno onnisciente permette all’autore di mostrarci ciò che non è possibile vedere, attraverso questo punto di vista esterno e superiore in qualche modo ai personaggi (ma aspettatevi a brevissimo un post sul narratore :)) Tognolini riesce a creare sequenze quasi cinematografiche, penso, ad esempio, alla descrizione al rallentatore del momento in cui i proiettili sparati dal cattivo custode contro il proprio cane vengono intercettati dal cane pastore animan Orson e dall’animan Ginger che si lanciano per istinto alla difesa del pitbull facendosi trapassare l’anima senza poter fare assolutamente nulla.
Creare un mondo terreno ma oltrevita non deve esser stata cosa semplice vista anche la lunghissima gestazione che il tema di questo romanzo pare aver avuto, la scelta del narratore onnisciente permette di dilatare le descrizioni e di costruire anche visivamente il giardino in cui il lettore entra in medias res, come dicevano gli antiqui, direbbe Mama Kurma, ovvero all’improvviso proprio mentre Ginger sta rinascendo a nuova vita…o forse dovrei dire alla morte.
Ma la cosa che colpisce di più di questo romanzo, secondo me, è il linguaggio che, al servizio del tipo di narrazione scelta, plasma in forma quasi materica il racconto. Bruno Tognolini rappresenta una delle voci più importanti in Italia per la poesia per l’infanzia e il Giardino dei musi eterni è fatto della stessa voce, una voce che setaccia la lingua alla ricerca del vocabolo più adeguato come significato ma anche come significante. La lettura del romanzo infatti sorprende a volte il lettore con parole che suonano e risuonano tanto da rallentare la lettura ma non come accade nei romanzi che non si fanno leggere bensì come accade in quei rarissimi casi in cui vale la pena tornare indietro e rileggere per godere il suono di una scelta.
Il giardino dei musi eterni è un romanzo giallo perfetto per i lettori anche dai 9 anni, con i suoi momenti di brivido, di ansia, di poesia e di divertimento.
E siccome so che adesso vi è venuta molta curiosità di leggerlo vi segnalo anche alcuni link interessanti con riflessioni dell’autore e sue interviste a riguardo.
http://www.brunotognolini.com/giardino.html
http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-fac19876-2f85-40d3-8891-b04ced3a5d4b.html