“L’arte dello scrivere” carteggio Mario Lodi-Don Milani
Penserete che ci siamo incapricciati, ed è vero.
Ma in questi mesi di intenso lavoro in attesa del Maestro e dell’incontro dedicato a Don Milani lo scorso 18 maggio, tante e tali sono state le informazioni, le letture, le riflessioni in cui ci siamo imbattute, che la cosa evidentemente non poteva finire qui.
Ci piace che gli spunti fioriscano e i percorsi proseguano, quando poi diventano boulevard alberati la soddisfazione è grande.
Come sa chi c’era il 18 e come abbiamo già accennato qui, è in uscita in questi giorni un libro che va a costituire un tassello importante nella comprensione e nella valutazione dell’esperienza di due grandi maestri: Don Milani e Mario Lodi. Si intitola L’arte dello scrivere e costituisce il carteggio tra i ragazzi delle scuole di Vho e di Barbiana e il rispettivo insegnante; è stato curato da Cosetta Lodi, figlia di Mario, introdotto da Francesco Tonucci, appena insignito del premio Andersen italiano nella sezione “protagonisti della cultura dell’infanzia”, ed è stato pubblicato dalla Casa delle arti e del gioco Mario Lodi. Il libro non avrà regolare distribuzione in libreria e nel costruire una rete che possa farlo conoscere. oltre al poterlo richiedere sul sito della Casa del gioco e dell’arte, Teste fiorite, come altre associazioni sul territorio nazionale, si è messa a disposizione.
Dunque da questa settimana “spacceremo” il libro a Venezia e dintorni, basta contattarci scrivendoci a [email protected] o chiamandoci al 3491367572.
Il carteggio, nel proporre lettere edite – come quella famosissima e bellissima in cui Don Milani spiega com’è stato applicato alla scuola di Barbiana il metodo della scrittura collettiva – ed inedite, permette di ricostruire un intenso benché breve scambio tra due menti a cui il pensiero sulla didattica deve molto.
Certo, come benissimo ha sottolineato Franco Lorenzoni nel suo intervento il 18 maggio, l’esperienza di Lodi e del Movimento di Cooperazione Educativa è ripercorribile a scuola e perseguibile mentre quella di Don Milani può solo essere osservata quale esperimento estremo e irripetibile, e tuttavia elementi importanti per la riflessione sui bambini e ragazzi e sulla scuola emergono chiaramente nello scambio epistolare.
Se la scrittura collettiva in qualche modo, per noi posteri, E’ la Lettera a una professoressa (del 1967), essa deriva da una proposta di Lodi che con questo strumento nel 1963, quando si incontrano i due maestri, lavora già da tempo. Don Milani dice di essersene trovato bene anzi, di esserne addirittura entusiasta.
Caro Maestro, la ringrazio d’averci proposto quest’idea perché me ne son trovato bene. Non avevo mai avuto in tanti anni di scuola una così completa e profonda occasione per studiare coi ragazzi l’arte dello scrivere. Per noi dunque tutto bene anzi sono entusiasta della cosa. (1963)
Col senno di poi, non possiamo certo dargli torto!
Ma Don Milani non “deve” a Lodi “solo” la scrittura collettiva, ma anche un fondamentale spunto ulteriore per maturare un pensiero forse già avviato, come sostiene Tonucci, ma certamente accelerato dall’incontro con Lodi. Mi riferisco al confronto sul pensiero del bambino anzi, sulla capacità di elaborare il pensiero da parte del bambino, che Don Milani non considerava affatto presupponendo che il bambino non pensa lui, ma riflette ciò che pensa l’adulto.
Se ci pensate è un punto di vista agghiacciante e che può portare conseguenze potenzialmente catastrofiche come Lodi non si esime dal sostenere. Don Milani rivede questo punto e in qualche modo modifica la relazione con i bambini.
Dal canto suo Lodi nel confronto con l’esperienza di Barbiana trova in parte conferma di un’idea a cui sta lavorando in quegli anni, siamo nel 1963: la scuola a classi miste. Riporto a proposito un passo che mi ha colpito molto della bellissima introduzione di Tonucci al carteggio:
[…] In una scuola che finalmente riconosce, accetta e valorizza la diversità, che da anni accetta che vivano insieme l’esperienza scolastica maschi e femmine, intelligenti e stupidi, portatori handicap e cosiddetti normali ed oggi anche stranieri e italiani, non si capisce che significato possa avere mantenere omogeneo il livello di età. (p. 13-14)
Non ci avevo mai pensato in questi termini (per questo adoro leggere e studiare) ma mi pare che una riflessione a riguardo, oggi più di ieri, possa essere importante.
Insomma, il carteggio si annuncia come un gioiellino, prezioso per chi rifletta sui temi della scuola ma anche per chi si interessi in altri termini di cultura dell’infanzia o chi abbracci un approccio eclettico alla vita in cui l’unica via da seguire è quella della cura, dell’interessarsi a tutto e sentirsi responsabili del tutto. Un I care contaminato insomma.
Contattateci per avere il libro e poi diteci cosa ne pensate!
Se volete leggere cosa ne ha scritto Franco Lorenzoni a riguardo sulla rivista digitale Sesami di Giunti basta cliccare qui , si tratta del testo che abbiamo anche messo a disposizione, su richiesta dell’autore, durante l’incontro del 18.
Teste fiorite donerà una copia dell’Arte di scrivere anche alla Biblioteca della Querini Stampalia così se lo cercate lo potrete a brevissimo trovare anche lì, insieme al Maestro di
Brava Roberta e grazie del lavoro di diffusione, condivisione e riflessione!
Lezioni di Maestri che sono attuali e vive e che vale la pena di ripercorrere per poter meglio progettare la Scuola oggi.
Grazie Elia, crediamo moltissimo in questo lavoro che stiamo facendo e speriamo di fare così la nostra piccola parte nel far girare e tornare idee su cui c’è da riflettere ancora a lungo.