“Orfeo la ninfa siringa e le percussioni pazze dei Coribanti” di Franco Lorenzoni
Orfeo, la Ninfa Siringa e le percussioni pazze dei Coribanti di Franco Lorenzoni, illustrazioni di Federico Maggioni, RRose Selavy.
Ero curiosa e timorosa di questo testo.
Sapete quanto sono legata al maestro e al pensatore Franco Lorenzoni, ma la scrivere letteraria è una cosa diversa…un mestiere diverso. Mi incuriosiva capire come la scrittura di Franco si sarebbe comportata in un contesto creativo e al tempo stesso temevo per la riuscita di un’operazione che poteva essere basata sul nome dell’autore più che su altro.
Ora ho placato la curiosità ed il timore appagando entrambi con la scrittura pulita e puntuale dei “tre miti sull’origine della musica” (questo il sottotitolo del libro) raccontati da Lorenzoni. Con i miti, con la civiltà dell’antica Grecia e, credo, in particolare con questi 3 miti da cui ha origine la musica ed in qualche modo il Mondo stesso, il maestro ha una quotidiana e assidua frequentazione. Mi piace pensare che attraverso questo libro possiamo avere il privilegio di stare una mezz’oretta nella classe di Franco nella scuola primaria di Giove, là dove racconta i miti come a noi oggi.
Se avete avuto il piacere di leggere I bambini pensano grande che aveva per sottotitolo “Cronaca di un’avventura pedagogica”, troverete nei miti una scrittura che si fa cronaca nel ripercorrere con la fedeltà e il distacco del narratore onnisciente ciò che racconta la storia. La Storia dei piccoli alunni di Giove e, in modo simile, la storia narrata dai miti.
Una scrittura che apparentemente non prende posto nell’interpretazione degli eventi, ne fa una fedele cronaca, appunto, ma la cui costruzione narrativa e la scelta stessa dell’accostamento consecutivo dei tre miti di Orfeo, delle percussioni dei Coribanti e della Ninfa Siringa, lascia intravvedere più che una interpretazione del mondo: una decisa presa di posizione su di esso.
La fine e l’inizio dei 3 miti così concepiti si richiamano anche a livello narrativo. Il canto di Orfeo così termina:
[…. ]una notte in sogno giunse a lui il suono di una storia. La storia più antica. La storia dell’origine del mondo, di quando c’erano solo notte e vento. E il vento si innamorò della notte e la notte si innamorò del vento, e da quell’amore nacque un uovo immenso e da quell’uovo uscì il più antico degli dei, Eros, il dio del desiderio che genera e diffonde l’amore che tutto genera.
Era una storia che non si poteva narrare, ma solo cantare. […]
Ed ecco che Le percussioni pazze dei Coribanti inizia:
Nel tempo in cui non c’era ancora il tempo, ma solo l’oscurità e della notte e il suono del vento, vento e notte innamorati e strettamente allacciati concepirono un uovo immenso. Da quest’uovo cosmico primordiale nacque Eros, il più antico degli dei. e quando il grande uovo si spezzò in due, sopra apparve il Cielo e sotto la Terra.
e termina
E’ la Via Lattea che nasce dalla stella Cappella, la capretta che lo ha allattato [Giove]. E’ il ponte di miliardi di stelle che s’inarca nel cielo e ogni notte: la grande famiglia di cui fa parte il Sole, che illumina e dà vita alla Terra. Di cui fa parte la Luna, che protegge ciò che è selvatico nel mondo.
La danza di Siringa e il suono di Pan inizia:
Nel tempo in cui il mondo selvatico abitava interamente la Terra, nel fitto del bosco viveva una ragazza di nome Siringa che quando si muoveva danzava, danzava sempre.
Il libro si chiude e il testimone passa a noi:
Forse la danza viene prima della musica e la musica altro non è che il suono di ciò che si sente e ci prende ma non si arriva a toccare, di ciò che sempre fugge e mai si potrà prendere.
Eros ⇒ Mondo ⇒ Luna ⇒ mondo selvatico ⇒ danza ⇒ musica ⇒ Eros
e chi ha orecchie per intendere intenda.
Se il dio più antico del mondo Eros che precede il mondo, ciò che è la sostanza selvatica e profonda del mondo risiede nella musica (e nella Luna) che canta e danza di Eros e del mondo. E si ricomincia.
Che meraviglia i miti! Non li ricordavo così belli. E che meraviglia sentirli narrare con la lingua che arriva anche ai bambini.
Il racconto è intervallato da alcune illustrazioni di Federico Maggioni che in questo contesto non mi hanno convinto, mi sembra parlino una lingua molto lontana da quella dei bambini o che almeno tentino un’operazione quasi opposta rispetto a quella tentata dall’autore dei testi.
Il libro nel complesso merita anche per la cura che sempre contraddistingue la collana dei “Quaderni quadroni” e in generale il lavoro editoriale di RRose Selavy, bella l’introduzione di Andrea Satta.
Nel tempo lontano in cui le cose nel mondo si andavano formando accadde un fatto strano, molto strano.