“Adelaide. Il canguro volante” di Tomi Ungerer

Quando dico che la letteratura basta, intendo dire che bastano autori come Tomi Ungerer per accompagnarci, qualunque età abbiamo, nella vita.

E’ quando ti imbatti in libri ed albi come Adelaide. Il canguro volante Donzelli(di Tomi Ungerer, ) che ti rendi ancora di più conto che i libri non devono avere un tema palese a cui essere dedicati. Diffido sempre dei libri, e ce ne sono anche di esempi di ottima qualità, che si possono consigliare per un contenuto tematico, per dire una cosa che vorremmo dire. Se la narrazione letteraria è quella vincente anche per la divulgazione, tanto più essa deve bastare a se stessa in contesto puramente narrativo.

Che sto tentando di dire?

Cerco di spiegarmi un po’ più chiaramente: quando un libro E’ letteratura non parla di qualcosa, ma ci parla di tutto e del tutto. E’ la vita che pulsa nella narrazione, o, meglio ancora, sono tutte le possibilità di vita insieme che pulsano perchè il lettore le sperimenti al di fuori della propria esistenza transitoria e transeunte.

Potremmo dire in una parola di cosa parla L’idiota di Dostoevskji?

Potremmo dire in una parola di cosa parla Il libro di tutte le cose di Guus Kuijer?

Potremmo dire in una parola di cosa parla la vita intera di un individuo? La giornata di un bambino?

No, non potremmo perché il segreto è la complessita.

Così è anche per Adelaide la cangura volante di Tomi Ungerer.

Volete leggerci una storia sulla diversità? Perfetto

Volete leggervi una storia sul femminile? Ottimo

Volete leggervi un romanzo di formazione? Si può fare.

E uno d’amore? Anche

Perché Adelaide è un personaggio a tutto tondo, non una macchietta e non una funzione, ma proprio una creatura in carne ossa e ali.

Ma chi è Adelaide?

Accidenti, che sbadata, non ve l’ho ancora presentata, scusate.

Adelaide è una cangura che, unica della sia cucciolata, nasce con le ali. I genitori sono di primo acchito perplessi e preoccupati: chissà se si domandano quale vita potrà mai avere questa figlia così strana.

Ma Adelaide seppur non sa cosa vuole dalla vita sa che le sue ali sono la sua identità, si accomiata dai genitori in lacrime e…spicca il volo. Per un po’ fa coppia fissa con un pilota d’aereo, siamo ai primi del Novecento, entrambi riscuotono uno straordinario successo e come dei fenomeni girano il mondo.

Ma ad Adelaide non è il successo e la fama che interessano, si accomiata con tristezza dal compagno pilota e prende una nuova strada.

Sperimenta la diffidenza della polizia alla dogana, la sgarbataggine delle persone ma anche la gentilezza degli uomini (l’amicizia di Monsieur Marius che tanto assomiglia al signor Racine de Lo straordinario animale del Signor Racine), visita tutta Parigi, si fa delle idee, si rende utile salvando dei bambini dall’ultimo piano di palazzo in fiamme a scapito della propria vita, diventa una vera eroina

MA

nemmeno  questo interessa ad Adelaide che un giorno allo zoo incontra Leon, un canguro in gabbia. Forte della sua fama Adelaide ottiene la scarcerazione del canguro senza ali dallo zoo.

Subito si sposarono e ebbero dei figli e…Adelaide fu felice perché:

sapeva che tutte quelle avventure dipendevano alle sue ali speciali.

E, indovinate un po’…una dei piccoli ha le ali.

Chissà cosa ne deciderà di fare, ma questa è un’altra storia.

Un albo bellissimo, da ogni punto di vista, che Donzelli ha pubblicato in Italia nel 2012 ma che risale al lontano 1959 quando venne pubblicato a New York. Ecco, se il classico è anche quel libro che parla in ogni epoca ed in ogni luogo Adelaide è davvero un grande classico della letteratura per l’infanzia.

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