“Mediterraneo” la tragedia dei migranti

In questa giornata di scontri tra uomini e donne.

In questa giornata di scontri tra polizia e  migranti, rifugiati, esseri umani sempre.

In questa giornata che cade in un’insieme di giornate e di notizie in cui un ritorno razzista prepotente è evidente e doloroso per la dignità di chiunque si senta e si definisca umano, non mi domando più come possa accadere tutto questo.

La storia ce l’ha mostrato fino alla nausea quanto e come possa accadere l’odio tra simili.

Quello che mi domando è:

cosa posso fare io, cittadina, perché il futuro possa avere la speranza di essere diverso?

La risposta è in teste fiorite: cerco di spargere semini di bellezza.

Non li ha seppelliti né temo li seppellirà una risata, ma la bellezza sì. Quella ce la può fare. Col tempo. Crescendo piano piano come una pianta infestante dentro i piccoli che saranno grandi, dentro i ragazzi che saranno uomini, donne.

In questa giornata di scontri oppongo alla violenza un albo che nella sua narrazione senza parole può essere anche lui un po’ violento… No, violento no, ma crudo sì.

Un albo per ragazzi e ragazze e per chiunque abbia la memoria e la coscienza sopita (i bambini dunque sono esclusi a priori).

Mediterraneo di Armin Greder, Orecchio acerbo.

La storia di chi non può manifestare perché è stato mangiato da pesci.

Quegli stessi pesci che mangiamo noi, che mangiano i carnefici che costringono uomini donne e bambini sui barconi sfruttando la disperazione.

Mediterraneo non è la storia di in uomo nè di un pesce bensì di un mare, il nostro mare che quasi ci circonda, il nostro mare che di storie di naufragi ne ha da raccontare.

Naufragi attesi e voluti nell’indifferenza di chi è sulla terra ferma. A dispetto della storia di questo nostro mare che da sempre, per la sua sostanza e non per volontà unisce, avvicina. E chi è sopravvissuto al naufragio, e ce l’ha fatta, ad entrate nel nostro Paese, a essere riconosciuto come rifugiato, noi lo spazziamo con gli idranti, come immondizia.

La violenza contro l’uomo, chiunque sia, è violenza contro la natura.

La violenza contro uomini indifesi è violenza contro la natura umana.

Armin Greder è autore coraggioso, almeno quanto la casa editrice che lo sostiene, che di nuovo, dopo l’isola, dopo Gli stranieri, torna sul tema dell’immigrazione, dell’accoglienza, della diffidenza.

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