Luca Tortolini. Un’intervista
Oggi invece di proporvi un libro vi propongo un intero autore!!
Abbiamo deciso di fare le cose in grande e così vogliamo offrirvi, teste fiorite e fioriti, un’occasione unica di incontro virtuale prima dell’incontro reale qui a Venezia l’ 11 novembre con il corso “La forma dei libri”.
Mi sono chiesta…ma se i libri hanno una forma, che è più o meno la stessa dell’acqua…che forma avrà un autore?
Il punto di vista del critico lo conosco, aimè, mi perseguita da decenni ormai, c’è l’autore reale, quello implicito, quello che fa confusione tra i ruoli ecc ecc ecc.
Ma l’autore vero, lui stesso in persona personalmente, come si sente? Che forma si dà, o si riconosce, cosa pensa del proprio essere autore?
Ho pensato di chiederlo al diretto interessato: l’autore Luca Tortolini.
Siccome io e Luca abitiamo piuttosto lontani, e mi interessava fare questa intervistina mini mini prima dell’incontro in cui potremo discutere di persona, gli ho mandato un po’ di domanidine semplici semplici per iscritto, tanto per rompere il ghiaccio.
E lui, cosa mi fa? Mi dà delle risposte che io, con l’anima criticona che mi ritrovo, mi ci metterei a discutere ore e ore!
E invece non posso nemmeno dibattere ma devo limitarvi a riportarvi le sue parole e mi morderò la lingua, con lui e con voi, fino a novembre…
Quindi ora godetevi il punto di vista dell’autore reale, poi aspettatevi il continuo!
Stay tuned!
Ho letto da qualche parte che volevi essere Truffaut e invece ti sei ritrovato a scrivere libri per bambini e ragazzi, com’è successo?
Ho scritto quella cosa su François Truffaut perché lo amo enormemente: i suoi film, i suoi libri e la sua figura. Da quando avevo quindici anni, quando ho visto per la prima volta un suo film… a un certo punto della mia vita, per molto tempo, mi sono identificato con lui, fino a voler essere lui; capisco che è una cosa un po’ pazza.
Se ora rivedo un film (e lo faccio ciclicamente), o leggo qualcosa che ha scritto o articoli che parlano di lui e del suo lavoro, mi commuovo… Non so spiegarlo bene, ma ha che fare con il tempo passato, con i desideri e i sogni che avevo nell’adolescenza e per un lungo periodo anche dopo, e con quelli che ho ora.
Che cosa vuol dire per te scrivere per giovani lettori?
Sembra facile, ma non è facile rispondere a questa domanda.
Scrivo per me; non scrivo per i giovani lettori. C’è un argomento che mi interessa, allora ne scrivo. Ho un’idea che non mi lascia in pace, allora ne scrivo. Ho qualcosa da sviscerare, allora… e così via.
Amo moltissimo la forma del libro illustrato. Il rapporto che le parole stringono con l’immagine. Le possibilità del linguaggio del libro illustrato, insomma.
Più che tenere presente un lettore bambino o lettrice bambina, penso a me bambino; a come vedevo la vita; penso alle cose che mi piacevano; a quello che leggevo e anche a come lo leggevo…
Quali libri ami di più scrivere?
In realtà amo più leggere che scrivere. Posso passare da un libro all’altro per una giornata intera, con grande coinvolgimento e piacere, senza stancarmi… e mi dimentico di scrivere. Ma come dicevo sopra, se mi metto a lavorare su qualcosa, questa cosa deve essere in qualche modo in stretto rapporto con me, con il mio passato, con le mie aspirazioni; ci devo stabilire un rapporto sentimentale che può essere di amore, di odio… in qualche modo conflittuale, e per cui vale la pena andare a indagare.
Quali libri ami di più leggere?
Leggo in continuazione romanzi, libri illustrati e fumetti, biografie e saggi per lo più di carattere storico. Sono attento forse di più al linguaggio, ma sono felice di leggere storie che mi sorprendono sia per le cose che accadono che per gli argomenti e i mondi nuovi da scoprire…
Leggo sempre molte cose insieme, in questo periodo La peste di Camus, Il piccolo hotel di Christina Stead, la malattia dell’infinito di Pietro Citati e altri due tre libri.
Desideri, progetti idee per il futuro?
Idee? tante idee, troppe.
Progetti editoriali? sto lavorando a molte cose. Sto scrivendo un romanzo per lettori e lettrici giovani (un po’ troppo lentamente a dire il vero) …e spero di terminarlo e vederlo pubblicato.
Un fumetto per piccoli e piccole (che se tutto andrà bene vedremo in libreria a marzo-aprile 2018): nella nostra idea (mia, della bravissima disegnatrice e del magnifico editore) potrebbe essere un primo episodio di una serie… vedremo!
E diversi altri progetti: tra romanzi, graphic novel storie per albi.
Desideri? Desidero tante cose, troppe. Ne scrivo alcune, ma l’elenco è infinito… Vivere a Villa Cimbrone, a Ravello, costruire un grande giardino, dirigere un film con Marion Cotillard, conoscere Milan Kundera e Roberto Calasso… e ovviamente diventare, anzi essere, François Truffaut.