la letteratura e i libri a tema. Commissione e ispirazione.

Care teste fiorite,

buon lunedì!

Approfitto della vostra passione per i post teorici per proporvi qualche spunto di riflessione su un tema spinosissimo…quello dei libri commissionati…dei libri a tema, come si dice talvolta.

Ma un libro commissionato e un libro a tema sono la stessa cosa?

I libri a tema sono solitamente quelli che parlano di qualcosa nello specifico, ad esempio i libri sulla scuola, sull’amicizia, sul pannolino, ecc.ecc. Spesso questo tipo di libri non è ben visto o ben valutato poiché sembrerebbe rispondere a delle logiche “di mercato” piuttosto che a delle spinte creative. Io su questo punto ho dei dubbi ma ve li dirò più avanti e proseguo con

I libri commissionati. Ovvero quei libri che la casa editrice commissiona ad un autore e/o ad un illustratore in particolare con una richiesta precisa. 

Quindi, le vie per far nascere un libro sono sostanzialmente 2:

1- autore e/o un illustratore (per me sono autori entrambi, specifico solo per chiarezza) propongono la loro opera creata a priori a più case editrici fino a quando trovano quella che decide di pubblicare il libro;

2- autore e/o illustratore vengono contattati dall’editor(e) di una casa editrice per creare un determinato libro.

Entrambe le possibilità si presentano di continuo anche ad autori di grande fama, non immaginiamo che prima si brancola al numero 1 e poi si vive del numero 2.

No, anche il grande autore se scrive qualcosa dietro una propria personale urgenza parte con l’iter alla ricerca dell’editore.  Certo il nome fa la differenza, un autore riconosciuto farà decisamente molta meno fatica di un esordiente, tuttavia il percorso è lo stesso.

Ora, anche al grande autore capita spesso, spessissimo, molto più di quanto crediate, di scrivere per commissione….quindi di scrivere un libro a tema… e la cosa non solo è assolutamente normale ma non ha nulla di “brutto” e produce opere stupende.

Vi faccio un esempio che la stessa Chiara Carminati ha raccontato ad un incontro insieme a Bruno Tognolini la settimana scorsa presso la biblioteca pedagogica Bettini a Mestre: Fuori fuoco, romanzo superlativo sotto ogni aspetto, è nato dietro sollecitazione dell’editor della casa editrice, quella volta Beatrice Masini, che ha chiesto a Chiara Carminati un romanzo possibilmente ambientato nella prima guerra mondiale e possibilmente con protagoniste femminili che la guerra non l’avevamo fatta in prima persona. Ne è nato quella meraviglia che è Fuori fuoco.

Come ribadiva Chiara, la scrittura dietro commissione non ha niente di male, anzi, a volte, con bravissimi autori, funziona come quel’imposizione, quella cornice di cui l’autore ha bisogno per iniziare a creare. Che la costrizione crea è una cosa che i poeti sanno alla perfezione, e non a caso Chiara Carminati è una grande poetessa; fare i conti con il verso, con i vuoti, col silenzio, a volta persino con le forme della pagina, è motore essenziale per la creazione.

L’OuLipo ( sigla di Ouvroir de littérature potentielle/ Opificio di letteratura potenziale) ne fece addirittura una vera e propria poetica…in forme sicuramente talvolta eccessive e discutibili ma ribadendo un principio essenziale.

Dunque, se vogliamo metterla così, Fuori fuoco è un libro sulle donne nella prima guerra mondiale. 

Tutto qui?

Non mi pare, però il discrimine, la linea che i cosiddetti libri a tema e dei possibili capolavori o anche solo libri degni di questo nome non è poi così netta…è un attimo scivolare al di qua o al di là della linea.

In effetti librai e bibliotecari non fanno che accogliere domande di libri su qualcosa, per parlare di qualcosa e via dicendo, e, come dice la bibliotecaria di Sala Borsa, perché chiedere libri a tema quando nella letteratura ci sono tutti i temi?

Forse dobbiamo fare dei distinguo: i libri a tema da evitare e di cui possiamo pure con tranquillità parlare male, sono quelli in cui non c’è qualità letteraria, né, se quella è la volontà con cui sono stati pensati, qualità divulgativa.

Mi spiego meglio: ci sono libri che un tema ce l’hanno per forza perché sono di natura divulgativa e che sono meravigliosi, ci sono libri di narrativa e di poesia che un tema ce l’hanno e sono bellissimi perché nel loro essere letteratura trascendono se stessi e il proprio tema generatore per diventare narrazione, vita.

Ci sono poi i libri a tema banalizzati, con un livello qualitativo del tutto insufficiente, e quelli vanno evitati come la peste….ma non perché, a mio avviso, sono “a tema” ma perché sono brutti e non degni dei lettori.

Dai, adesso, scatenatemi, ditemi che ne pensate!!

Pronti, via!

 

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