Noccioline – Graphic che?! Parte 2: il Graphic Novel

Tra gli ambiti del fumetto di cui ho letto, questo è forse il più discusso. Viene usato con talmente tante valenze diverse che spesso si finisce con il fraintendersi.

Questo termine preso alla lettera significa racconto grafico, andando quindi ad abbracciare qualunque tipo di racconto che utilizza le immagini per esprimersi, non sempre però ha valenze così generiche.

A lungo si è attribuita l’ideazione del graphic novel a Will Eisner e quindi alla sua nascita intorno agli anni 70, ma in realtà quello che ha fatto l’autore non è inventare un genere, bensì semplicemente dargli un nome.
Contratto con Dio è la pubblicazione che ha definito il graphic novel come ora lo conosciamo.

Il graphic novel, che ho recentemente scoperto essere maschile e non femminile, è caratterizzato principalmente da una storia che si conclude all’interno di un volume. Questa magari in precedenza è stata pubblicata a capitoli in riviste, ma adesso è raccolta in un libro. Le serie più lunghe vengono generalmente quindi escluse da questa categoria, poiché non corrispondono a questa descrizione.

Di base il grapich novel non è niente più di questo. E’ anche vero che spesso le pubblicazioni autoconclusive sono accomunate da alcune tematiche: per esempio per un lungo periodo si vanno ad escludere serie come quelle dei supereroi, in quanto brevi capitoli autoconclusivi di per sé e quindi raccolte senza un filo conduttore, stessa valenza anche per le raccolte si strisce umoristiche. Il graphic novel quindi spesso è caratterizzato da storie di uno o più personaggi che vivono un’avventura, ma che si conclude nel libro.

Con il tempo, il formato del graphic novel sta diventando sempre più frequente sul mercato, anche in ambiti da cui non ci si aspetta. Penso peresempio a pubblicazioni della DC Comics come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro o Arkham Asylum, entrambi della testata di Batman, ma in realtà molto simili al graphic novel.

Non sono solo le storie fantastiche ad essere presenti in questo formato. Un grande spazio nelle pubblicazioni di graphic novel è dato al graphic journalism. Questo genere usa il mezzo del fumetto per raccontare fatti di cronaca e di storia moderna.

 

Le modalità sono le più svariate. Da un lato si possono trovare libri che trattano i fatti come erano avvenuti, magari scegliendo un personaggio dall’interno esistente o inventato, per aggiungere coinvolgimento alla storia. In questo caso in genere si ha un’ampia documentazione sull’argomento. Penso per esempio a Maus o Quaderni Russi e Quaderni Ucraini.

Spesso però l’autore è il protagonista della storia. Questo perché molte volte le tematiche raccontate sono state vissute dalle persone che parlano. L’esperienza soggettiva diventa quindi protagonista, ma senza mettere in ombra il fatto di cronaca. Un esempio molto famoso è Persepolisda cui è stato anche tratto un film d’animazione.

In alternativa possono essere semplicemente dei viaggi come nel caso delle pubblicazioni di Guy Delisle.

Il soggetto pincipale quindi viene spesso ad essere la vita normale, la quotidianità.
Spesso possiamo trovare pubblicazioni autobiografiche o semi-autobiografiche. Questo perché le vaste possibilità che propone la grapich novel, permettono anche ha chi non è abituato a questo mezzo, di raccontare la sua storia.
Anche una storia “brutta da vedere” può avere molto da dire, tanto quanto quella perfetta dal punto di vista tecnico.

Graphic che?! è una rubrica (nella rubrica) che presenta in modo sintetico il fumetto e le sue tipologie. In caso vi siate persi qualcosa: ho già trattato la nascita del fumetto.

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