Quando gli animali andavano a piedi

Una volta, non poi così tanto tempo fa, gli animali andavano a piedi.

A sì? E perché, oggi come vanno, invece, gli animali?

In camion, sui carretti, seguono, costretti, gli uomini, quasi sempre verso mete decisamente non desiderate.

Una volta, sembra dirci Yussif, che racconta questa storia alla sua bambina, uomini e animali condividevano lo spazio, la terra, gli spostamenti…un certo equilibrio, forse anche. Pensa al pastore che seguiva il gregge e che calcolava le stagioni sulla magrezza delle pecore.

Poi…chissà cos’è accaduto e com’è accaduto, si è scoperto che gli animali sui camion andavano più veloci…e allora tutto si è rovesciato: non ci sono più carri trainati da animali, e va bene, ma siamo arrivati addirittura ai carri, autocarri, treni in cui gli animali fanno i passeggeri, per lo più verso viaggi di morte.

D’altra parte anche Yussif, quando è scappato dalla sua terra per venire in Italia è scappato a cavallo di un asino su di un camion…

Sembra che gli eventi si siano rovesciati, che il corso della natura e il senso si siano rovesciati. L’uomo conduce, gli animali non si rivoltano, le città diventano sempre più asfittiche e i campi sempre più vuoti di creature viventi che li attraversino.

Ci resta il ricordo, e il racconto e, per i bambini e le bambine come la figlia di Yussif resta il racconto del ricordo che può produrre nel pensiero immagini fantastiche, sintesi di pensiero strabilianti.

Fantasie e pensieri che portano a ipotesi surreali…o forse solo irreali, per il momento.

Se gli animali che andavano sulla terra non vanno più a piedi, allora perché non ammettere la possibilità che un giorno i pesci prendano un sottomarino o gli uccelli un aeroplano?

Che libro è questo Quando gli animali andavano a piedi di Franco Lorenzoni e Eva Sànchez Gòmez, appena appena edito da Orecchio acerbo?

Lì per lì ho pensato ad una favola…. ma la morale non c’è, poi ho pensato ad una storia bambina, e per bambina intendo una storia che nasce da un buon orecchio acerbo, uno di quegli orecchi che riescono ad ascoltare le voci bambine. Se penso ai miei pensieri animaleschi di quando ero bambina, se ascolto quelli dei bambini che incontro, ce la ritrovo tutta, questa storia di Quando gli animali andavano a piedi, perfettamente coerente nelle premesse così come nelle conclusioni.

Franco Lorenzoni è maestro dotato di orecchio acerbo raffinato, quasi un orecchio acerbo assoluto per i pensieri bambini; Eva Sanchez Gomez, illustratrice catalana che non conoscevo e che colpisce immediatamente, deve avere anche lei trovato molto della sua sensibilità in questa narrazione così ben compiuta dalle immagini, in cui le immagini danno respiro e forma e completezza e…fanno insomma quello che un buon albo deve fare, narrare per parole e immagini, insieme.

Questo è il secondo racconto per bambini, se non erro, scritto da Franco Lorenzoni, il primo in realtà era scritto da lui ma riprendeva i miti a lui cari, era Orfeo la ninfa Siringa e le percussioni pazze dei coribantiquesta invece mi pare sia creazione originale in cui, più che nei miti che pure così tanto sono importanti nella sua didattica, si sente il cuore di un pensiero pressante. Il pensiero del rapporto tra l’uomo e la natura, che poi include anche l’attenzione al rapporto degli uomini tra di loro… Il motore, mi pare, non so se Franco sarebbe d’accordo, della concezione dello stare su questa Terra umani e animali insieme, il centro da cui partire per parlare con i bambini.

Non so, mi fermo qui, troppe sono le implicazioni che potrebbero non rendermi troppo oggettiva riguardo questo libro: in primis l’ammirazione per Franco, in secundis la mia propensione per un pensiero dalla parte degli animali che vanno a piedi…. Resta, questo mi pare non imputabile alle mie debolezze soggettive, la certezza di avere per le mani un albo che ha tanto da narrare, lievemente scritto e  dolecmente illustrato.

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