Giulio coniglio su La Repubblica. Un’occasione persa
Dunque, uno potrebbe dire: ma di venerdì, alle soglie del weekend, con, per altro una festa di teste fiorite da preparare, non potresti rilassarti e raccontare un bel libro come fai sempre?
No.
Oggi no perchè questa cosa mi ha fatto talmente innervosire che voglio condividerla con voi che forse mi farete rinsavire dall’ebollizione che mi è presa.
Quindi attenzione, questo è un post fatto di pancia di cui rispondo a pieno ma che ha il tono che i post di pancia hanno.
Ma, dico, avete visto le pubblicazioni che “La Repubblica” sta dando di Giulio Coniglio?
Allora, non amo che in edicola vengano dati i libri perché per i libri si va in biblioteca dove si sceglie, in editoca si comprano belle riviste come era, ad esempio, quando c’era, quella di Giulio Coniglio. Detto questo l’idea che ci possa essere un’occasione per far conoscere un bel personaggio, dei bei libri può essere sempre cosa buona, così, quando ho sentito dell’uscita di questi 25 libri mi sono incuriosita. Pensavo che sarebbero uscite delle storie di Giulio già edite da Panini o cose nuove ma sempre del nostro Giulio Coniglio, personaggio seriale amatissimo dai bambini quasi quanto la Pima, opera e genio di Nicoletta Costa.
E invece quando mi sono trovata in mano la prima uscita che per pura affettività verso Giulio la nonna aveva regalato ai bambini, mi sono trovata in mano un libro SENZA autore, in cui il nome di Nicoletta Costa non compare nemmeno nei copyright (salvo mie sviste), in cui la stampa è visibilmente sgranata e brutta, Giulio è smagrito ed è il personaggio del cartine animato e non dei libri e, last but not least, le storie sono posticce, come quando compri i libri di Peppa Pig e riproducono il cartone animato.
Ma i cartoni animati e i libri, per statuto, hanno forme comunicative diverse, non può funzionare così, vengono fuori delle porcherie di libri! O meglio vengono fuori delle becere operazioni commerciali e, peggio, come in questo caso, delle becere operazioni commerciali ammantate di didatticismo che forse è l’elemento peggiore in tutto questo.
Già, perché in Italia, non so all’estero ma qui sì, pare che se qualcosa (un libro a dire la verità) non ha del didattico e dell’educativo non valga la pena di essere dato. Questa uscita dei libri è pubblicizzata con “tanti giochi educativi” e adesivi ecc ecc perché tanto il libro da solo a che serve?
Avete ragione, se il libro è così non serve a niente!
Ma che male hanno fatto i bambini per avere pure la stampa sgranata?
E cosa è successo per far sparire il nome dell’autrice da ogni dove? I libri senza autore non esistono, le merci sono senza autore e i libri sono oggetti ma NON merci.
Non conosco direttamente Nicoletta Costa ma sarei davvero curiosa di capire cosa sia successo e come faccia a sopportare la disillusione dei bambini innamorati di Giulio che si trovino in mano questi librini.
Ve l’ho detto, questo è un post velenoso ma quando ce vo’ ce vo’, l’unica parte che prendo sempre e tengo strenuamente è quella dei bambini e delle bambine e del loro diritto al bello, all’estetica e dunque all’etica. Al diritto alla lettura libera di pedagogismi, didatticismi e schifezze varie; al diritto ad essere rispettati in senso assoluto e non presi in giro con pubblicazioni fantoccio.